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06 Dic, 2021

“Arte di strada da valorizzare”. Proposta della Bonafoni «È un grande valore culturale»

11 Settembre 2021 – di Redazione

«Ho depositato mercoledì 8 settembre una proposta di legge regionale per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’arte di strada». Così Marta Bonafoni, capogruppo della lista civica di Nicola Zingaretti in consiglio regionale. Rileva Marta Bonafoni: «Un’iniziativa legislativa partecipata nata dal basso, un testo condiviso, scritto grazie alla spinta del Comitato delle libere espressioni artistiche di strada costituitosi durante il lockdown, con il quale abbiamo lavorato alacremente in questi mesi. É stato un percorso di interlocuzione fruttuosa, un confronto a cui hanno partecipato anche assessori e sindaci dei comuni del Lazio che si sono distinti per la propria azione amministrativa virtuosa a tutela di questo immenso patrimonio immateriale». Aggiunge la capogruppo della lista civica di Nicola Zingaretti: «Grazie a questa norma la nostra Regione si allinea ai principali Paesi europei e va finalmente a regolamentare una forma di espressione artistica per sua natura libera, che però solo nel riconoscimento pratico e legislativo può affermare pienamente il suo valore culturale e di aggregazione sociale, nella rivalutazione dello spazio pubblico e di un antico patrimonio di tradizioni sedimentate nel tempo. Dai circensi agli zampognari, dai Madonnari ai cantastorie, le arti di strada hanno da sempre trovato accoglienza nei comuni della nostra Regione e da oggi potranno avvalersi di uno strumento in più, concepito e realizzato insieme a chi pratica questa forma d’arte. L’obiettivo della norma, infatti, non è regolamentare le arti di strada a livello di ordine pubblico, bensì accoglierle in tutte le loro forme spontanee, rafforzandone la funzione di coesione territoriale e sociale». Rileva quindi Marta Bonafoni: «La proposta di legge, sottoscritta anche dalla collega Marta Leonori e dai colleghi Alessandro Capriccioli, Paolo Ciani, Daniele Ognibene e Marco Cacciatore, prevede l’istituzione di un Osservatorio regionale per la valorizzazione delle espressioni artistiche di strada (art. 7) per coadiuvare Regione ed enti locali nelle attività di promozione e valorizzazione, monitorare l’andamento delle attività e delle risorse regionali impegnate, fornire indicazioni sui progetti in essere e costruire una banca dati». Oggi alle ore 15 Marta Bonafoni presenterà «la norma in una conferenza stampa nel borgo fantasma di Celleno, con il sindaco Marco Bianchi e varie associazioni di strada riunite nel comitato».

06 Dic, 2021

Il centro antiviolenza Lucha y Siesta è salvo

9 Settembre 2021 di Adelaide Pierucci

La fine dell’attività ormai è scongiurata. L’ex stazione Cecafumo di via Lucio Sestio 10, a Cinecittà, è stata acquistata dalla Regione Lazio. Il centro antiviolenza Lucha y Siesta nato dall’occupazione della struttura, per ora è salvo. Entrato nel concordato preventivo di Atac, l’edificio era finito all’asta tre anni fa. Ma è stata la Pisana, dopo una serie di atti votati, a margine di una lunga campagna di mobilitazione, a riuscire ad aggiudicarsi la palazzina. “Abbiamo salvato Lucha y Siesta – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – una grande esperienza di protagonismo delle donne e lotta alla violenza di genere. Un patrimonio di tutta Roma e della nostra comunità. Lo abbiamo fatto perché è ipocrita riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi”.

MOMENTO STORICO

“Un momento storico per tutti – ha spiegato anche la consigliera regionale Marta Bonafoni capogruppo della lista civica Zingaretti – La Casa delle donne Lucha y Siesta è salva: alla terza asta la Regione si aggiudica l’immobile di via Lucio Sestio 10 a Roma e permette così a un’esperienza unica in Europa, nata dall’impegno sul territorio di nutrito gruppo di attiviste femministe e transfemministe, di vivere e continuare a dare ricchezza e luce alla città. Il percorso non è stato semplice – ha aggiunto Bonafoni – per gli accessi dell’ufficiale giudiziario, le frequenti minacce di sgombero, il distacco delle utenze in un immobile che, comunque, non ha cessato di offrire i propri servizi alle donne vittime di violenza”. Anche sul piano politico, l’iter è stato complicato, ha ricordato la consigliera. “Ma è stato decisivo il ruolo giocato dalla Regione”. Dapprima si è puntato sull’approvazione di una mozione, nel marzo del 2019, che “impegnava la Regione”, ha aggiunto, “ad aprire un tavolo col Comune di Roma per evitare la chiusura e la vendita dell’immobile; poi, pochi mesi dopo con i 2,4 milioni di euro stanziati per salvare ‘Lucha’ grazie a un emendamento a mia prima firma, siglato da dieci tra consigliere e consiglieri di maggioranza”. Stanziamento che risale al dicembre del 2019. […]

06 Dic, 2021

Un bene comune a Roma, Lucha y Siesta è salva

3 Settembre 2021 – di Marta Bonafoni

“È stata una vittoria incredibile, tanto desiderata quanto insperata all’inizio di questo viaggio chiamato “Diamo Lucha alla città”. Quasi tre anni di mozioni, riunioni, emendamenti, assemblee, cortei, votazioni che si sono conclusi finalmente il 25 agosto scorso quando è arrivata l’ufficialità della vittoria. La Regione Lazio infatti si è aggiudicata l’asta per l’acquisto dell’immobile di via Lucio Sestio 10, mettendo così in sicurezza quel patrimonio di relazioni, creatività, cura e cittadinanza che è Lucha Y Siesta, un po’ casa rifugio, un po’ centro antiviolenza, ma anche spazio aperto al quartiere, luogo di formazione e lavoro, autentico presidio femminista e transfemminista della città di Roma.

Con la Regione non abbiamo però semplicemente acquisito quattro mura con un giardino intorno. Per noi la battaglia per la salvezza di Lucha ha avuto innanzitutto il respiro di una “restituzione”: abbiamo riconsegnato quel luogo alla sua libertà, dalla precarietà, dalle minacce di sgombero… come si fa ad affiancare le donne che escono da storie complicate e violente se si è costrette a vivere con la paura di essere sbattute fuori dalla sera alla mattina da quel tetto diventato “casa”? 

Per ottenere questo risultato davvero storico abbiamo condotto una trattativa difficilissima, giocando ciascuna a pieno il proprio ruolo: le attiviste, agendo il conflitto nei confronti dell’amministrazione capitolina e dell’Atac – che hanno prima messo e poi mantenuto Lucha dentro l’elenco degli immobili da vendere nel concordato fallimentare – e mettendo in campo una interlocuzione robusta, continua e competente con l’amministrazione regionale. La Regione, dal canto suo, portando avanti un gigantesco lavoro di squadra che ha visto coinvolti tutti – dal presidente Nicola Zingaretti agli assessorati al Patrimonio e alle Pari Opportunità, dalla maggioranza della Pisana fino ai dirigenti e ai funzionari degli uffici – senza mai tirarsi indietro, fino ad arrivare a fare una mossa in totale controtendenza rispetto alla storia degli enti locali degli ultimi anni in Italia. Abbiamo comprato (anziché venduto) un pezzo di patrimonio immobiliare pubblico salvandolo dalla speculazione. Non è stata per niente una partita semplice, è stato come giocare un complicatissimo giro di poker con gli occhi bendati, ma abbiamo vinto”. […]

06 Dic, 2021

Gualtieri «Noi alternativi a Raggi» e Caudo schiera la sua «Roma Futura»

1 Settembre 2021 – di Maria Egizia Fiaschetti

Roberto Gualtieri smentisce le suggestioni che ipotizzano vi sia un nesso tra la rinuncia del M5S a correre alle suppletive alla Camera nel collegio di Primavalle e un patto di desistenza con i dem alle comunali: «Nessun accordo – ribadisce il candidato a sindaco del centrosinistra, che ieri ha partecipato alla presentazione della lista Roma Futura di Giovanni Caudo –. Siamo alternativi a questa sindaca su cui diamo un giudizio molto negativo. Chiederemo agli elettori del M5S di sostenerci al ballottaggio che si prefigura tra noi e Michetti. Cosa penso? Che noi possiamo vincere il seggio di Primavalle e pensiamo di poter vincere anche al ballottaggio». Alla lista « femminista, egualitaria ed ecologista» aderiscono anche i Radicali, Pop idee in movimento di Marta Bnoafoni, GreenItalia, Possibile e Volt. Nel riconoscere alla squadra guidata dal presidente del III municipio qualità e radicalità dell’impegno, Gualtieri si è detto fiducioso che «la larghezza e l’inclusività della nostra coalizione siano la nostra forza». […]

06 Dic, 2021

Lucha y Siesta salvata dalla Regione Lazio. La casa delle donne non sarà più sfrattata

26 Agosto 2021 – di Fulvio Fiano

Dopo due anni di timori arriva il lieto fine per il centro antiviolenza Lucha y Siesta. Alla terza chiamata dell’asta per l’immobile di via Lucio Sestio, l’ex deposito Atac che ospita l’associazione femminista è stato aggiudicato alla Regione Lazio, che permetterà gratuitamente alle attiviste di restare nella sede dove oltre 150 donne vittime di violenza hanno trovato rifugio dal 2008 a oggi e altre 1.200 sono state accompagnate verso l’emancipazione da situazioni familiari a rischio.

Esulta la maggioranza Pd alla Regione, che aveva stanziato 2,4 milioni di euro per rilevare l’immobile (ma il prezzo di acquisto, fissato a 2,6 milioni inizialmente, non è stato reso noto), mentre le opposizioni attaccano sull’utilizzo di denaro pubblico.

Il centro al Tuscolano, come i depositi di piazza Ragusa e di piazza Bainsizza, era stato messo all’asta nel 2019 all’interno del concordato preventivo con cui Atac ha scongiurato il fallimento. A marzo dello stesso anno una mozione approvata in consiglio regionale aveva impegnato la Regione ad aprire un tavolo col Comune di Roma per evitare la chiusura e la vendita dell’immobile. Poi, come detto, è arrivato lo stanziamento di 2,4 milioni con un emendamento firmato da dieci consiglieri di maggioranza. Deserte le prime due aste, ieri l’aggiudicazione: «Un’operazione inedita figlia della buona politica di un rapporto virtuoso tra istituzione e attiviste – esulta la capogruppo della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio Marta Bonafoni, prima promotrice dell’iniziativa –. Oggi è una giornata storica per le cittadine di Roma». […]

06 Dic, 2021

Lucha y Siesta, un tetto per le donne

26 Agosto 2021- di Marina de Ghantuz Cubbe

Per una donna in fuga dalla violenza domestica è ancora difficile trovare un rifugio per sé e per i suoi figli. In base alla Convenzione di Istanbul a Roma i posti letto dovrebbero essere circa 300 (uno ogni 10mila abitanti), un numero ben lontano dalla realtà. Secondo il Comune sono 60, secondo le operatrici che lavorano nel settore non si arriva a 40. L’acquisizione da parte della Regione Lazio della Casa delle donne Lucha y Siesta si inserisce in questo contesto perché nell’ex deposito dell’Atac, occupato nel 2008, un gruppo di attiviste ha creato 14 posti letto che fino ad oggi hanno ospitato 170 donne e 80 minori. Più di 2.000 sono state accolte e accompagnate nel percorso di uscita dalla violenza tramite gli sportelli di ascolto. Ora che la Regione ha vinto l’asta (l’immobile era finito nel concordato preventivo di Atac ed era stato messo in vendita), inizia una seconda vita per la Casa in via Lucio Sestio, nel VII municipio.

«Puntiamo a farla diventare un bene comune della città – spiegano le attiviste – stiamo lavorando a Lucha 2.0 da tempo con il comitato cittadino. Ora si apre una fase di trattativa con la Regione Lazio, noi pensiamo che l’assegnazione debba avvenire in base ai principi e ai valori che qui dentro sono stati portati avanti». Sul futuro di questo spazio ragiona la consigliera Marta Bonafoni della lista civica Zingaretti che due anni fa ha chiesto e ottenuto che la Regione si impegnasse ad acquistare l’immobile mettendo a bilancio 2,4 milioni di euro. L’idea è di andare verso una cogestione dello spazio da parte non solo delle attiviste ma di tutta la comunità che si è creata intorno a questa esperienza, superando la politica dei bandi. «A partire dalle attività che già vengono svolte all’interno della Casa, insieme alle operatrici dobbiamo trovare il modo per mettere a sistema il modello che hanno costruito negli anni perché quello è uno spazio aperto e vissuto dalla cittadinanza – spiega Bonafoni – Gli strumenti che utilizzeremo sono la legge sui beni comuni e quella sulle cooperative di comunità, la coprogettazione e il riconoscimento dei luoghi delle donne». […]

29 Nov, 2021

Dall’Appia Antica ai Castelli: via libera al “corridoio verde”

6 agosto 2021 – di Tiziano Pompili

Un’enorme area protetta da Monte Cavo alle Terme di Caracalla. Con la virtuale ‘unione’ dei Parchi dei Castelli Romani e dell’Appia Antica, il Consiglio della Regione Lazio ha dato il via libera ad una proposta avanzata dai consiglieri Marta Bonafoni (capogruppo della lista civica Zingaretti) e Marco Cacciatore (Europa Verde). Di fatto i confini del Parco dei Castelli Romani, nei quali già cinque anni fa era entrata la Sugherata di Pomezia, vengono ‘allargati’ ulteriormente abbracciando un ‘corridoio verde’ di circa 780 ettari che va dall’antica città di Boville alla Tenuta dei Francesi nel comune di Ciampino. […]

«Accogliamo con grande soddisfazione questa notizia – commenta il presidente del Parco dei Castelli Romani Gianluigi Peduto – Un risultato frutto del lavoro portato avanti per mesi dai consiglieri regionali Bonafoni e Cacciatore, ma anche del forte sostegno del vice presidente Daniele Leodori e del presidente Nicola Zingaretti, oltre che della collaborazione di tutti gli enti territoriali coinvolti, tra cui la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini. La norma, inoltre, spinge di fatto il Parco dei Castelli e quello dell’Appia Antica ad una collaborazione ancora più intensa, che assieme ad Emanuela Angelone (Direttore del Parco dei Castelli), Mario Tozzi e Alma Rossi (rispettivamente presidente e direttore Parco Appia Antica) abbiamo già sperimentato in qualche occasione in passato. Le due aree protette costituiranno un modello di protezione e valorizzazione ambientale e turistica integrato, anche grazie alla possibilità di stipulare accordi di intesa e avviare forme di cooperazione per la gestione del patrimonio territoriale che le unisce». La notizia è stata accolta con comprensibile soddisfazione dai consiglieri regionali Bonafoni e Cacciatore che hanno presentato l’emendamento. «Ora i cittadini di Roma e dei Castelli potranno passeggiare lungo un unico grande parco – dice la prima – Un sistema connesso di tutela e conservazione della biodiversità che da Monte Cavo arriva fino al cuore della città eterna. Ora mancherebbe solo l’ultimo tassello che da Caracalla arriva a piazza Venezia, passando peri Fori e il Colosseo, per permettere ai cittadini di ripercorrere il Grand Tour attraversando le cinque piazze pedonali dei Fori di Traiano, Augusto, Cesare, Nerva e del Tempio della Pace fino alla via Appia Antica». […]

29 Nov, 2021

Arriva l’offerta della Regione per l’acquisto

6 agosto 2021 – di Elisabetta Amato

“Ore decisive per la Casa delle donne Lucha y Siesta. L’edificio, in via Lucio Sesto, di proprietà dell’Atac, dopo anni di battaglie da parte delle attiviste del centro antiviolenza, potrebbe diventare un bene di proprietà della Regione e rimanere così alle volontarie della Casa delle donne del VII municipio. Il centro, come i depositi di piazza Ragusa e di piazza Bainsizza, è stato messo all’asta nel 2019. Ieri doveva essere la giornata cruciale per Lucha y Siesta per determinare la futura proprietà. L’immobile, che da 11 anni con le sue attiviste ospita un progetto ibrido tra ‘casa rifugio, casa di semiautonomia e casa antiviolenza’, è stato battuto all’asta. E la Regione si è presentata con una sua offerta come assicurato da tempo. […]

La delibera era stata firmata nel dicembre del 2020, voluta soprattutto dalla consigliera regionale Marta Bonafoni, dopo anni non facili per la Casa delle donne. Non solo a causa della pandemia, ma anche per la minaccia del distacco delle utenze a fine febbraio, mentre le donne e i bambini erano ancora in casa, e che sono stati ricollocati altrove. La speranza ora è tutta in questi dieci giorni, che potrebbero confermare lo stanziamento della Regione Lazio. Ciò potrebbe assicurare alle attiviste e a tutta la comunità che ci vive un futuro sicuro, lontano dalla minaccia di sfratto”.

29 Nov, 2021

Dai Castelli all’Appia Antica nasce il Parco sognato da Cederna

5 agosto 2021 – di Cecilia Gentile

È un sogno che viene da lontano. L’ha lanciato e sostenuto per tutta la sua vita il visionario e combattente Antonio Cederna: un unico grande parco archeologico paesaggistico dal Colosseo ai Castelli Romani. Ora il sogno comincia a prendere forma: ieri il consiglio regionale ha approvato la proposta firmata dai consiglieri Marco Cacciatore di Europa verde e Marta Bonafoni, di Lista civica per Zingaretti, che allarga il parco dei Castelli Romani fino a congiungerlo con quello dell’Appia Antica. A garantire la continuità dei territori protetti sono 780 ettari divisi tra i comuni di Marino e Ciampino che comprendono l’area archeologica di Bovillae e la cosiddetta Tenuta Mura dei Francesi. Il risultato sono oltre 20mila ettari di parco, mettendo insieme i 15.000 ettari dei Castelli Romani, i 4.500 dell’Appia Antica e la new entry dei 780 ettari che si vanno ad aggiungere all’area dei Castelli Romani. […]

«Questo emendamento – dice Cacciatore – è il risultato di una lunga battaglia portata avanti negli anni dagli ecologisti, che non hanno mai smesso di credere nel sogno di Cederna. A dimostrarlo gli atti di tanti rappresentanti delle istituzioni, come Angelo Bonelli e Filippo Zaratti, che si sono sempre mossi nella direzione dell’ampliamento del parco Appia Antica». «Ora bisogna aggiungere un ultimo tassello che da Caracalla arriva a piazza Venezia, passando per i Fori e il Colosseo», aggiunge Bonafoni.

29 Nov, 2021

Il film Diaz nella “piazza dei diritti”

28 luglio 2021 – di Redazione

«È stato un momento intenso, non facile, ma sicuramente necessario». A parlare è l’assessore Danilo Grossi in riferimento all’evento nella piazza della Street Art alle spalle del Comune. «Necessario perché dopo 20 anni dai fatti di Genova molti sono i fatti accertati, tanti quelli ancora sospesi. Voglio ringraziare […] Marta Bonafoni per il suo racconto lucido ed emozionante, di cui sento ancora i brividi sulla pelle. Il racconto di quel corteo, delle corse, dei fumogeni e della paura vissuta in una Genova che era nata con tante energie e speranze e finita con morte e tanta violenza. Un racconto di quella sospensione dello Stato di diritto avvenuto nella Diaz e a Bolzaneto in quell’aria che si respirava in quei giorni a Genova, sui media e nelle radio che hanno raccontato quei momenti. Ma la ringrazio perché non si è fermata solo a quello che di male Genova ha raccontato, ma anche dei tanti semi positivi per cui una generazione manifestava, per quel mondo migliore, più giusto, per quel bene comune che proponeva». […]