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Sono rimasta sconcertata nell’apprendere, dalle attiviste di Lucha y Siesta, dell’identificazione da parte della Questura di alcune donne e dei loro figli ospiti della struttura. Ricordo che quelle donne, grazie a Lucha y Siesta, stanno facendo un percorso di uscita dalla violenza e sono accolte in una struttura protetta, peraltro inviate dai servizi sociali pubblici.

Faccio mie quindi le domande delle attiviste di fronte a una operazione di questo genere. 

Tra l’altro voglio ricordare che la Regione Lazio è seriamente impegnata in una trattativa per definire le condizioni amministrative necessarie a salvaguardare quell’esperienza e con essa il contributo essenziale che offre alla Capitale e all’intero Paese. Come sempre sono al fianco di Lucha, come di chi si batte per i diritti delle donne.

Tutti i giorni e a testa alta.

 

 

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