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05 Apr, 2017

Sanità, approvato emendamento per il riconoscimento nei concorsi pubblici dei titoli e degli anni di lavoro dei precari esternalizzati

Oggi è un giorno importante per i precari esternalizzati della sanità del Lazio. Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato un emendamento da me presentato insieme a tutta la maggioranza, alla legge sull’assunzione di personale nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale, per il riconoscimento, nei futuri concorsi pubblici, di un punteggio in base alle competenze e alle esperienze formative acquisite in relazione agli anni di lavoro svolti.

L’emendamento vuole così porre fine a un paradosso che va avanti da decenni: personale esternalizzato che prima viene impiegato per fare un lavoro di assistenza diretta o indiretta ai pazienti nelle aziende e negli enti del SSR, permettendo in questo modo anche il raggiungimento dei LEA, e che poi, nei concorsi pubblici, non vede riconosciuti il proprio curriculum formativo e professionale e gli anni di lavoro.

Un tema annoso che l’aula aveva già affrontato con un mio ordine del giorno inserito nell’agosto scorso nel collegato ma che ora ottiene un riconoscimento.  Questo paradosso oggi viene definitivamente superato. Si tratta di un risultato importante, in grado di rilanciare il diritto alla salute anche attraverso il diritto a un lavoro dignitoso e di qualità.

05 Apr, 2017

Solidarietà ai lavoratori Alitalia in sciopero

Esprimo solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Alitalia che oggi hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per dire no a un piano industriale di lacrime e sangue, che comporta costi economici e sociali insostenibili, con la richiesta di circa 2mila esuberi ed il taglio delle retribuzioni del personale navigante tra il 20 ed il 30%.

Un piano che non solo esprime tutta la sua debolezza ai fini del rilancio delle attività ma che non lavora a una soluzione di lungo periodo. Il piano industriale proposto va ritirato, così come i licenziamenti e i tagli alla retribuzione. In questa partita il Governo deve fare la sua parte facendosi carico di una soluzione sostenibile che consenta di uscire dalla crisi senza far pagare il conto ai lavoratori.

05 Apr, 2017

Con la pillola Ru486 nei consultori un importante passo in avanti

E’ un altro passo avanti importante quello annunciato dalla Regione Lazio dove, dalla prossima estate, sarà possibile per le donne accedere all’aborto farmacologico con la pillola RU486 anche nei consultori familiari. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, ma anche a una sperimentazione fortemente voluta dall’amministrazione Zingaretti, che mira in primo luogo alla de-ospedalizzazione dell’aborto e che fa parte del piano di riorganizzazione della sanità del Lazio.

Dopo il concorso riservato ai medici non obiettori, la Giunta Zingaretti compie una nuova svolta che allinea il Lazio agli altri paesi europei, dove l’aborto chimico è una pratica ambulatoriale. Una svolta attenta alle esigenze delle donne e all’efficienza della prestazione, perché l’aborto farmacologico nei consultori sarà in grado di allentare la pressione sugli ospedali e potrà offrire alle donne un’assistenza multidisciplinare in un contesto che renderà l’accesso alla 194 meno gravoso.

Un passaggio, quest’ultimo, fondamentale e tanto atteso, che va di pari passo con gli investimenti annunciati di recente per il rilancio e il potenziamento dei consultori e con il tavolo permanente sulla salute riproduttiva delle donne, a riprova che che sulla salute delle donne c’è la volontà di portare avanti con coerenza un impegno assunto fin dall’inizio nei confronti di tutte.

05 Apr, 2017

La pillola dell’aborto anche in consultorio, rivoluzione nel Lazio

Anna Rita Cillis e Maria Novella De Luca, La Repubblica

Aborto nei consultori familiari. Fuori dagli ospedali. Fuori dai reparti di interruzione volontaria di gravidanza. Accade nel Lazio, dove dalla prossima estate sarà possibile per le donne accedere all’aborto farmacologico, con la pillola Ru486, anche nei consultori familiari. Sarà una sperimentazione, durerà 18 mesi, ed è la prima volta che accade in Italia.

La novità, di fatto una vera e propria rivoluzione che punta alla de-ospedalizzazione dell’aborto chimico, fa parte del piano di riorganizzazione della Sanità nella regione Lazio. E proprio in questi giorni un gruppo di lavoro sta definendo le linee guida della sperimentazione. “L’obiettivo è quello di rendere l’accesso alla legge 194 il meno gravoso possibile per le donne – spiega Vincenzo Panella, direttore generale del dipartimento Salute e Politiche Sociali della regione Lazio – in un contesto come quello del consultorio dedicato interamente alla salute femminile, a cominciare dalla contraccezione”. In ogni Asl della regione saranno individuate alcune strutture, tra quelle più strettamente connesse agli ospedali, dove alle pazienti verrà somministrata la pillola Ru486.

“Nel Lazio – aggiunge Panella – l’aborto chimico può già essere effettuato in day-hospital, ma in molti paesi europei, ad esempio in Francia, è ormai una pratica ambulatoriale. Nella nostra regione ormai il 15% delle interruzioni di gravidanza avviene con la Ru486, e lo spostamento nei consultori potrebbe allentare la pressione sugli ospedali, ma anche offrire alle donne un’assistenza multidisciplinare. In un contesto – precisa Panella – dove la sicurezza è garantita, appunto, dalla stretta collaborazione tra consultorio e ospedale “. Un salto in avanti, visto che in gran parte d’Italia l’aborto chimico non è affatto considerato una pratica ambulatoriale, anzi è consentito in day-hospital soltanto in cinque regioni. E la Ru486 nei consultori è già finita nel mirino delle organizzazioni pro-life, che annunciano ricorsi al Tar e accusano il governatore Zingaretti di aver violato la legge 194. Un nuovo “strappo” per i movimenti del Family Day, dopo il concorso indetto nei mesi scorsi all’ospedale San Camillo dedicato unicamente ai ginecologi non obiettori.

“All’articolo 8 – dice Olimpia Tarzia della lista Storace nel consiglio regionale – si afferma che l’aborto può essere praticato unicamente negli ospedali, o nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati”. In realtà, replica Anna Pompili, ginecologa, tra le ideatrici del progetto, “alcuni nostri consultori sono già dei poliambulatori, e sarà soltanto in queste strutture che si potrà fare l’aborto chimico”.

“Lavoro da molti anni nei reparti della 194 – ricorda Anna Pompili – e so quanto le donne sarebbero più serene se potessero affrontare l’interruzione di gravidanza in un luogo più appartato, dove si possa instaurare un vero rapporto con i medici”. E anche i rischi della pillola Ru486, secondo Anna Pompili sono un falso problema.

“L’obbligo di ricovero non è un fatto sanitario, è un fatto ideologico e politico, per rendere l’aborto un percorso gravoso per le donne. Come se dovessero essere punite di qualcosa. Noi non vogliamo banalizzare la scelta, ma rendere il tutto più umano. E la Ru486 è una pratica ambulatoriale, non ospedaliera”. Una volta accertata la gravidanza, entro le prime sette settimane, le donne potranno andare nei consultori, dove di fronte al personale sanitario prenderanno la pillola abortiva. Due giorni dopo dovranno tornare per ricevere il secondo farmaco, le prostaglandine, e una volta ultimato il percorso, torneranno al consultorio per essere visitate.

Certo resta aperta anche qui l’incognita dell’obiezione di coscienza. “Infatti è una sperimentazione – dice Cecilia D’Elia, consulente di Zingaretti per le politiche di genere – all’interno di un programma di rilancio globale dei consultori, che prevede ad esempio il test di gravidanza gratuito per le minorenni. All’estero ha funzionato, vedremo se anche l’Italia è pronta”.