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Il consiglio comunale aperto che si è tenuto stamattina a Ciampino, al quale abbiamo partecipato insieme ai colleghi consiglieri regionali Simone Lupi ed Eugenio Patanè,  è stata una iniziativa molto importante per dare voce e forza ai principi che i Comitati per l’acqua pubblica promuovono, sostenuti da amministratori locali.

Il principio fondamentale che abbiamo voluto ribadire come Consigliere del gruppo Per il Lazio è che sull’acqua non si può lucrare; si tratta di un bene di interesse generale, come sancito dalla normativa europea, e molti esempi virtuosi di città europee come Parigi e Berlino, dimostrano come non sia necessaria una gestione privata per garantire l’economicità, l’efficacia e l’efficienza della gestione del sistema idrico.

Il Consiglio Regionale ha già implementato diverse azioni per velocizzare e valorizzare il percorso di approvazione della proposta di legge n. 31 “Iniziativa referendaria propositiva concernente: Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” supportata da 40 Comuni che rappresentano 40mila cittadini della nostra Regione, un testo ricco di importanti principi che
deve rappresentare la base della nuova legge regionale sul sistema idrico integrat.

È stata fatta un’audizione con i promotori in Commissione Ambiente, è stato realizzato un seminario il 12 novembre scorso, alla presenza di esperti nazionali ed internazionali, per avviare  proprio il percorso della nuova legge sull’acqua nel Lazio.
Infine, durante il Consiglio regionale che ha discusso il bilancio, è stato approvato un Ordine del Giorno di cui siamo firmatarie, sottoscritto da altri 20 consiglieri regionali, che impegna la Giunta ad una moratoria contro l’obbligo di cessione da parte dei Comuni dei propri servizi idrici ai gestori degli ATO fino all’approvazione della nuova legge regionale, ed all’istituzione di un “Fondo regionale per la ripubblicizzazione”, con lo scopo di favorire la gestione del servizio idrico integrato tramite soggetti di diritto pubblico, dando così seguito ad uno dei principi sanciti nella proposta di legge.

La delibera di giunta n. 40, contenente le Linee guida per la nuova legge regionale, ha certamente dei punti da correggere, ma va anche apprezzata la volontà dell’Assessore Fabio Refrigeri di rivederla e condividerla per migliorarla insieme a cittadini, comitati ed enti locali.

I cittadini devono continuare a giocare un ruolo chiave nel processo di approvazione della legge: non solo tramite le audizioni e gli incontri, ma condividendo e progettando, rivedendo e migliorando la proposta finale di legge che deve partire dal testo base presentato dai comitati e amministrazioni locali, ed in seguito all’approvazione della legge, assumendo un ruolo di controllo e garanzia insieme ai Comuni stessi.

Certamente, la nuova legge regionale sul servizio idrico dovrà contenere degli elementi imprescindibili, come la determinazione delle tariffe che non dovrà essere l’unica via per trovare i soldi per gli investimenti, da realizzare invece con fondi europei e nazionali, per evitare che i cittadini paghino le conseguenze della “mala gestione” di questi anni – ma anche la possibilità di scelta su come gestire il servizio idrico per i Comuni, e quindi sicuramente la revisione dell’ATO unico previsto nelle linee guida.

Tuttavia è necessario anche che la Regione non diventi un ente gestore, ma riacquisisca il suo ruolo di programmazione, pianificazione e indirizzo anche in questa materia. Un altro tema fondamentale sarà rispettare le tempistiche, e quindi tornereremo con forza a chiedere che la Commissione Ambiente si riunisca al più presto per iniziare i lavori ed arrivare ad
approvare la nuova Legge entro il 25 marzo prossimo.

La Regione Lazio ha un’opportunità unica per distinguersi come prima regione italiana che legifera su questo tema per una gestione pubblica nel rispetto dei principi del referendum del 2011: non dobbiamo perdere questa occasione, possiamo intraprendere un percorso di innovazione e modernità, nel rispetto del principio fondamentale che l’acqua è un bene comune, un servizio di interesse generale su cui non si può speculare economicamente, applicando concretamente la partecipazione che deve essere l’elemento distintivo di questo governo regionale.

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