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Quasi tutti i giorni, tuo padre, ti accompagnava in macchina all’università. Dicono che di certo ti avrebbero capito. Ma forse è proprio questo il punto: se andava bene la gente poteva “capirti”, o “lasciare libero”, o “sostenerti”: ma quello che proprio non poteva fare era trattarti come una persona normale. “E a donne come va?” sono queste le sole parole che abbiamo, sono queste le parole che dobbiamo cambiare.
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