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La vicenda riguarda i 33 lavoratori delle officine ex-RSI che si occupavano della manutenzione dei treni-notte ex Wagon Lits, ed è cominciata nel 2008 con l’acquisto da parte della Barletta Srl  delle officine. Sembrava  l’inizio di un rilancio, ma così non è stato e quello che è seguito negli anni è stato un processo di lenta agonia che ha portato, nel febbraio 2012, alla cessazione delle attività dell’azienda.

Gli operai rimasti senza occupazione hanno iniziato insieme ad altre figure professionali (architetti, economisti, giornalisti) a dar vita ad un percorso di studio per promuovere iniziative  capaci di rilanciare l’attività produttiva dell’area e impedire allo stesso tempo che su di essa si concentrassero attenzioni speculative. Oggi sul tavolo ci sono progetti e servizi di pubblica utilità che possono coniugare occupazione, conoscenze competenze degli stessi operai per riversarle nell’economia territoriale.

Sono questi i punti focali della mozione che ho presentato insieme a Cristiana Avenali e Rosa Giancola che il Consiglio regionale ha approvato sottoscrivendo la richiesta d’impegno da parte della Giunta regionale per riconoscere e ampliare quanto già fatto.

In particolare si chiede di sostenere il progetto di riconversione e riutilizzo dell’area delle Officine ex-RSI all’interno del quale hanno trovato posto un “Centro per il riutilizzo” coordinato dall “Associazione Operatori di Porta Portese” e di “Rete Nazionale Operatori dell’Usato” e dal centro studi “Occhio del riciclone” che forniscono  competenze a giovani disoccupati e agli operai ex-RSI, un percorso per dar vita ad uno spazio di co-working ed un  progetto di co-housing con lo studentato autogestito “Mushrooms” con  alloggi e servizi per gli studenti.

Questo potrebbe diventare un esempio concreto del nuovo modello di diritto allo studio innovativo e partecipato di cui si sta facendo promotore il Tavolo per il “diritto allo studio” attivato presso l’Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università e che può fungere da esempio per una nuova modalità di erogazione di servizi, alloggi, biblioteche, prestito di libri e quant’altro puntando anche su forme di collaborazione e di autogestione di spazi pubblici nel territorio.

Innanzitutto abbiamo chiesto alla giunta l’impegno a salvaguardare i livelli occupazionali delle Officine. Pensiamo inoltre che qualcosa di concreto possa essere fatto da subito anche per sostenere il Centro per il riutilizzo: a questo potrebbe essere destinata parte dei fondi già stanziati dalla Regione Lazio al Comune di Roma per la raccolta differenziata.

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