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Stiamo seguendo con attenzione il recente dibattito che si è aperto in Campidoglio intorno al regolamento dei beni comuni, un tema su cui anche il Consiglio regionale del Lazio ha legiferato nei mesi scorsi. Proprio a partire dal percorso fatto alla Pisana pensiamo che Roma Capitale possa permettersi un cammino più coraggioso di quello che si intravede dai primi passi della proposta di delibera. In particolare quella del “bando” ci pare una falsa soluzione: mette in competizione tra loro le realtà associative vive e attive nella nostra città, anziché valorizzarne il valore sociale, culturale e anche di manutenzione del patrimonio immobiliare esercitato in questi anni. Pesare e far valere l’impatto sociale di quelle realtà si può, attraverso strumenti di misurazione promossi ormai in tutta Italia anche dai nostri atenei.

Roma si ripara con una guerra senza frontiere alle disuguaglianze, che ha proprio nel capitolo “spazi sociali”uno dei suoi nodi fondamentali. Serve un’apertura di fiducia non l’ennesimo cumulo di diffidenza. Confidiamo nelle parole del presidente della commissione patrimonio Ardu che dice “è un punto di partenza, ora inizia il confronto”. L’auspicio è che si tratti di un confronto davvero nuovo, fecondo e coraggioso.

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