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Fa piacere apprendere dai resoconti delle donne di Lucha Y Siesta dell’apertura – per la verità assai timida e decisamente tardiva – fatta oggi dalla Sindaca a proposito della vicenda della casa rifugio di via Lucio Sestio.
Certo fa specie che le donne si siano sentite dire dalla prima cittadina che non era esattamente a conoscenza della questione, nonostante ci siano tavoli aperti anche col Campidoglio ormai da più di due anni, nonostante la recente commissione trasparenza a cui lei stessa era stata invitata, nonostante le manifestazioni sotto le sue finestre, nonostante infine le decine e decine di servizi giornalistici che hanno raccontato specie in queste ultime settimane l’imminente sgombero di Lucha Y Siesta.
Verrebbe da dire, delle due l’una: o il Campidoglio ha deciso il destino di Lucha senza sapere, e sarebbe gravissimo, o la Sindaca sta provando a smarcarsi da un finale grave e triste di cui non può che essere stata l’artefice.
Oggi però è opportuno che prevalga lo spirito costruttivo a seguito dell’incontro in Campidoglio. Dunque Raggi sia conseguente alle parole dette, affronti finalmente nel merito una possibile soluzione che salvi l’esperienza di Lucha Y Siesta, studi fino in fondo anche la possibilità di acquistare l’immobile di proprietà dell’Atac.
La Regione Lazio, di fronte a questo sperabile nuovo scenario, sarà pronta a fare la propria parte.

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