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Quando ero piccola una volta nel parco hanno ritrovato la macchina che avevano rubato a mia zia: era una vera e propria discarica quella distesa di alberi e verde che ora per tutta la città si chiama Caffarella.

Oggi, in occasione dei 30 anni del Parco dell’Appia Antica, ho percorso quei prati con mio figlio ormai adolescente. C’erano le visite guidate, le comitive in bici, abbiamo fatto colazione con la caciotta della Vaccareccia e ci siamo allungati fino all’ex Cartiera a fare due chiacchiere coi produttori agli stand. Nel frattempo a piazzale Numa Pompilio, al Divino Amore e al Mandrione c’era chi spiegava l’ampliamento appena votato in Regione, al Museo delle Mura suonava un’arpa, agli Acquedotti l’organetto di Ambrogio Sparagna.

Una meraviglia smagliante e viva. Coi piedi piantati nella storia e lo sguardo rivolto al futuro.

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