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Stamattina, davanti al Tribunale di Roma, l’associazione Lucha y Siesta ha detto a gran voce la sua: l’antiviolenza non si processa.

La casa delle donne Lucha y Siesta da oltre 10 anni rappresenta un’esperienza transfemminista in perenne sperimentazione, la più grande struttura antiviolenza di Roma e del Lazio dove centinaia di donne hanno trovato aiuto e sostegno per uscire dalla violenza di genere e intraprendere nuove vite.

Lucha y Siesta è un presidio prezioso e unico. Per questo mi auguro che la vicenda giudiziaria trovi una soluzione rapida e serena, non solo per le donne dell’associazione e la sua presidente, ma per tutte quelle donne che nel tempo hanno varcato il portone di quella casa e per quelle che continueranno a farlo potendo contare su un sostegno professionale e gratuito.

La forme innovative e sperimentali spesso sfuggono nelle maglie di un sistema che non è in grado di modificarsi con la stessa rapidità e modernità. Per questo ho lavorato con tutto il mio impegno in Regione Lazio per la salvaguardia e il riconoscimento di una realtà così’ importante che arricchisce il tessuto del nostro territorio.
Un percorso che conto possa trovare  un compimento coerente il prima possibile.

La nostra Regione e la nostra città non possono essere nemmeno immaginati senza un luogo libero e vitale come la Casa delle donne Lucha y Siesta.

Tagged : donne Lucha y Siesta marta bonafoni Regione Lazio Roma

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