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Questa mattina, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione indetta dalle Nazioni Unite, ho partecipato alla presentazione dell’analisi “Una Food Policy per Roma” promossa dalle associazioni Terra! onlus e Lands Onlus.
I dati presentati nel documento hanno evidenziato le criticità e però anche le potenzialità del sistema attuale: negli ultimi 20 anni, dati ISTAT, le aziende agricole si sono dimezzate, il loro livello di digitalizzazione è ancora troppo basso e gli agricoltori sono quasi sempre uomini in età avanzata.
Questo studio inoltre mette a disposizione dell’amministrazione e dell’Assemblea capitolina 10 proposte da cui partire per avviare una politica del cibo volta alla sostenibilità, alla tutela dei produttori locali e del diritto a un cibo ecologico di qualità per Roma.
Abbiamo bisogno di politiche che ribaltino completamente il modello: che promuovano e facilitino l’accesso alle attività agricole, la trasparenza delle filiere, che valorizzino i prodotti locali, la raccolta e la redistribuzione contro gli sprechi alimentari.
Questo il compito e l’ambizione che devono avere le istituzioni.
Da consigliera regionale in questi anni ho dedicato larga parte del mio impegno alla promozione e poi all’approvazione di leggi quali quella contro il caporalato, sui biodistretti, poi l’impegno a fianco dell’agricoltura sociale e per i bandi per l’affidamento delle terre ai giovani oltre al sostegno alle attività equo e solidali e a quelle di prodotti frutto di riciclo, riuso e rigenerazione. Tutte iniziative che vanno proprio nella direzione dello studio.
Come Regione Lazio siamo pronti a continuare il lavoro intrapreso per questa straordinaria sfida che riguarda la vita, la qualità e il futuro delle nostre comunità e dei nostri territori. Per dare finalmente senso a quella frase tanto vera quanto disattesa: Roma è il Comune agricolo più grande d’Europa.

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