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Questo pomeriggio abbiamo inviato una lettera ai Prefetti delle provincie del Lazio in cui raccogliamo l’appello promosso da Terra! Onlus e Flai-Cgil e sottoscritto da svariate realtà del terzo settore, sindacati e volontariato, che hanno acceso una luce sulla situazione delle migliaia di lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo in Italia in questo momento di emergenza Covid-19.

Le stringenti misure e la chiusura delle frontiere per contrastare la diffusione del virus si collegano ad alcune problematiche che vanno affrontate con estrema urgenza e chiarezza.

Da una parte, la mancanza di manodopera presente nei campi e nei raccolti: le unità impiegate di lavoratori stagionali nel territorio nazionale sono circa 370mila, ma si stima che di queste, quasi 250 mila, per la maggior parte proveniente dall’est Europa e dall’Africa, non potranno arrivare a destinazione per rispondere alla richiesta di manodopera del nostro Paese.

Dall’altra, le gravi condizioni in cui versano le migliaia di lavoratori stranieri ancora occupati nelle attività agricole di raccolto nei campi, per garantire l’arrivo sulle nostre tavole di prodotti ortofrutticoli, non può essere sottovalutata.

Luoghi insalubri, baracche e condizioni igienico sanitarie non all’altezza e non in grado di rispettare né le normali disposizioni normative né il diritto che dovrebbe essere costituzionalmente e universalmente riconosciuto ad ogni individuo, destano paure e forti preoccupazioni in quanto il rischio di contagio in tali condizioni è altissimo.

Per questo, ci siamo rivolti ai Prefetti in quanto valutino iniziative per garantire la sicurezza dei lavoratori migranti presenti sul territorio regionale, mediante la requisizione di immobili per potergli dare un alloggio sicuro.
Ugualmente, crediamo che i Prefetti possano farsi portatori, presso il Governo, di valutazioni sulla situazione di emergenza tali da sollecitare l’adozione di un provvedimento che permetta la regolarizzazione di tutti quei lavoratori privi di permesso di soggiorno, per garantire loro pieno accesso alle cure e al lavoro pulito.

 

Qui il testo della lettera a mia firma e a firma del Consigliere Alessandro Capriccioli: https://www.martabonafoni.it/wp-content/uploads/2020/04/Lettera-Prefetto-Caporalato.pdf

2 Comments

  1. Marta leggi la Repubblica di oggi ed i precedenti articoli di Tito Boeri sulla regolarizzazione non solo dei lavoratori agricoli ,ma anche delle tante lavoratrici domestiche rese invisibili dalla loro pluriennale irregolarità.
    Sono le donne che assistendo gli anziani e bambini, svolgendo i lavori domestici rendono il ritmo della vita migliore a tante famiglie italiane .
    Non dimenticate queste operaie invisibili, spesso sfruttate e ricattate perché prive di permesso di soggiorno.
    Noi professionisti della Società Italiana della Medicina delle Migrazioni abbiamo più volte esposto questa criticità propria dell’Italia e del grave impatto sulla salute psicofisica di queste donne. Senza alcuna risposta dalle istituzioni italiane, é sempre stato il “momento politico poco adatto”. Marta fai in modo che questo sia il momento giusto per far uscire dall’invisibilità le nostre sorelle extracomunitarie.
    Buon lavoro Marta, M. Augusta Angelucci

    1. Hai ragione Augusta, grazie per il commento. Questa può essere l’occasione anche per queste donne e la loro fondamentale funzione sociale di ottenere il giusto riconoscimento. Ci lavorerò! Un abbraccio e grazie, Marta

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