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Marta Bonafoni PD

Per contrastare la violenza di genere, la Regione Lazio pensa bene di affidare percorsi educativi rivolti a studenti e studentesse, docenti e famiglie, ad associazioni che basano le proprie proposte sulla “valorizzazione della differenza tra maschile e femminile” anziché sull’educazione all’affettività e alle pari opportunità.

Domani pomeriggio presso WEGIL, infatti, l’assessora Baldassarre presenterà il “progetto per i giovani Ti Rispetto” insieme a rappresentanti del Moige e dell’associazione di promozione sociale Progetto Pioneer, sul cui sito si può facilmente leggere di modelli educativi differenziati che possono “aumentare voti e punteggi nelle performance scolastiche sia dei maschi che delle femmine”.

È questa l’idea di contrasto alla violenza di genere che ha in mente la Regione Lazio: niente educazione all’affettività e alla parità che coinvolga associazioni femministe di solida esperienza e centri antiviolenza, ma spazio a realtà che puntano a radicare in bambini e bambine, ragazze e ragazzi, genitori e docenti il senso del divario fra “maschi e femmine”.
Quel divario su cui da secoli si articolano le diseguaglianze, le discriminazioni e le violenze che gravano sulle vite delle bambine, delle ragazze e delle donne.

Le differenze preziose corrono lungo la promozione dell’autonomia e dell’autodeterminazione di ciascuna e ciascuno, nel contrastare gli stereotipi che sono alla base della violenza maschile sulle donne, del bullismo e di ogni forma di discriminazione.

Tagged : educazione all'affettività Regione Lazio violenza di genere

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