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La casa delle donne è salva, grazie ad un emendamento al Decreto Bilancio approvato in Senato che prevede lo stanziamento di 900.000 euro per l’anno 2020, per integrare gli importi destinati all’estinzione del debito nei confronti di Roma Capitale. Un risultato importante, certo, a dimostrazione di come la buona politica possa essere il traino per un cambio di mentalità, capace di legittimare ed arricchire la relazione tra istituzioni, spazi comuni, gestione delle risorse e femminismo.

Un risultato che non può esser definitivo e deve invece guardare al passo successivo da fare: perché il mancato riconoscimento di un’attività e di un valore sociale e politico – presidio fondamentale per tantissime donne – un commissariamento lungo anni, ma soprattutto la revoca sulla concessione dell’edificio, restano ancora punti da definire e da superare.

L’immobilismo e le mancate risposte dell’amministrazione capitolina, non attenta a promuovere le attività degli spazi sociali, delle politiche mutualistiche, delle pratiche di assistenzialismo e di condivisione, devono evolversi in ascolto, ripristinando la convenzione con la Casa Internazionale delle Donne, per il ruolo che essa ricopre, per gli anni di battaglie, per gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere.

Dobbiamo guardare al futuro con un’ottica diversa, in un processo di emancipazione nuovo, in grado di costruire un nuova idea di città: una Roma capace di valorizzare, promuovere e difendere l’autonomia, la libertà, il pensiero e soprattutto i diritti delle donne.

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