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Esprimo anche io forte preoccupazione rispetto alle sorti della Comunità Capodarco di Roma, che nelle prossime ore potrebbe vedere dichiarato il proprio fallimento.

 Auspicando che questo non avvenga, come Regione Lazio dobbiamo impegnarci sin da subito per accompagnare il percorso della Comunità di fronte a qualsiasi scenario.

Schierarsi al fianco di questa esperienza significa avere a cuore la sopravvivenza della sua storia, cinquantenaria e plurale, che tante gemme preziose ha saputo far fiorire in questi anni.

Farci carico del suo destino significa guardare a tutte quelle persone che nei suoi servizi hanno trovato risposte complesse a bisogni e diritti fondamentali, una volta di più durante la crisi pandemica che stiamo vivendo. Significa stare al fianco delle loro famiglie e delle loro comunità di riferimento. Significa garantire continuità occupazionale a tutte quelle lavoratrici e a quei lavoratori che ne hanno garantito la qualità in questi anni: a partire dai dipendenti, alle partite Iva, fino a tutte quelle operatrici e operatori sociali e sociosanitari impegnati nei progetti di inclusione ed accoglienza, di agricoltura sociale e di formazione, come oggi avviene presso la sede di Grottaferrata con la cooperativa Agricoltura Capodarco.

Occorre per questo mobilitare sia l’assessorato alla Sanità, che assicura a Capodarco un budget annuale per i servizi sociosanitari che si svolgono nella sua struttura, che l’assessorato al Lavoro per la presa in carico generale di tutte le figure professionali coinvolte in questa difficile fase.

Sono certa che la Regione Lazio saprà essere al fianco della Comunità di Capodarco, per traghettarla al meglio fuori dalla crisi.

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