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Questa mattina ho partecipato alla presentazione in Regione Lazio dell’edizione di quest’anno de “La corsa di Miguel”, podista e poeta argentino che il 9 gennaio del 1978 venne rapito da un commando paramilitare diventando uno dei quasi 30mila desaparecidos vittime della dittatura nel suo Paese.

Questo sarà il 20ennale della imprescindibile e meravigliosa manifestazione nata per ricordare la grandezza di Miguel e di tutte quelle vite libere come lui negate dall’orrore e dalla vigliaccheria della dittatura.

Abbiamo il dovere di coltivare la memoria di quelle persone che hanno pagato con la vita i desideri e le lotte per la libertà, la fratellanza e la democrazia e trasmettere il loro ricordo a chi ne è ignaro e chi verrà dopo di noi.

Qualunque mezzo consenta di schiudere le persone alle altre, consenta di conoscersi, esprimersi, stare insieme, condividere, amarsi e vivere è un frammento di bellezza che ci permette di sentire a pieno la meraviglia della vita e dei sentimenti. Lo sport è certamente uno di questi e la sua promozione e la sua condivisione sono tra le manifestazioni umane e sociali di maggior valore. Quando poi si unisce all’indignazione, all’impegno per la fratellanza e la libertà, alla conoscenza, come in questo caso, diventa straordinario. Per queste ragioni è per me un privilegio partecipare ogni anno alla corsa di Miguel con la mia squadra Runners for Emergency. Lo faremo con la solita gratitudine e passione anche quest’anno.

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