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Azioni di solidarietà per la liberazione delle 223 studentesse rapite in Nigeria

Premesso che

– nella notte tra il 14 e il 15 aprile, un commando di uomini armati ha attaccato la scuola secondaria di Chibok nello stato del Borno, nord-est della Nigeria, catturando 223 ragazze che avrebbero dovuto sostenere un esame che dà accesso a un diploma comune in molti paesi dell’Africa anglofona, il Waec. Solo poche di loro sono riuscite a fuggire;
– il rapimento è stato rivendicato dagli estremisti islamici di Boko Haram;
– Boko Haram, nome la cui traduzione dalla lingua haoussa è ormai tristemente famosa (l’istruzione occidentale è peccato), ha spesso preso di mira le scuole nel corso di una insurrezione che conta ormai migliaia di morti dal 2009;
– in un precedente attacco portato nel Borno, gli assalitori di Boko Haram avevano circondato un’altra scuola femminile, obbligando le liceali a uscire e ordinando loro di far immediatamente ritorno nei loro villaggi;
– sconcertante, come l’intera vicenda, è l’annuncio dell’intenzione di Boko Haram di vendere per pochi dollari le studentesse come schiave;
– da diversi giorni la notizia del rapimento sta facendo il giro del mondo sollevando generale indignazione e appelli per la ricerca e la loro liberazione;
– a fronte della disorganizzazione dei soccorsi ufficiali, le famiglie delle ragazze rapite, si sono attivate autonomamente, lanciando via web e tramite i social network la campagna “#bringbackourgirls” che ha sensibilizzato i media;
– diverse personalità internazionali come Hillary Clinton, Michelle Obama, Malala Yousafzai nonché lo stesso Papa Francesco si stanno spendendo in appelli e azioni per la liberazione delle ragazze.

Considerato che

– la Regione Lazio (art. 6 dello Statuto) riconosce i diritti e i valori fondamentali dell’individuo e delle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; promuove i valori della democrazia, della partecipazione e del pluralismo, ripudiando ogni forma di discriminazione e di intolleranza; fa propri i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani; riconosce il primato della persona e della vita, tutela i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalle convenzioni internazionali; Rimuove ogni ostacolo che impedisce la piena parità delle donne e degli uomini nei vari settori di attività attraverso l’attivazione di azioni positive;
– la Regione Lazio (art. 7 dello Statuto) promuove lo sviluppo dell’istruzione in ogni sua forma e grado, della formazione professionale e della cultura, garantendo il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa;
– la Regione Lazio sta, attraverso la sua azione di governo e legislativa, incentivando le politiche in favore delle libertà femminili, della salute della donna, all’istruzione dei minori.

Considerato inoltre che

– l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay, ha scritto al Presidente della Nigeria condannando il sequestro delle ragazze e ricordando come la schiavitù e la schiavitù sessuale siano vietate dal diritto internazionale e puniti come crimini contro l’umanità;
– anche l’Unione Europea si è attivata per chiedere l’“immediato rilascio” delle studentesse.

Tanto premesso e considerato il Consiglio Regionale

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale

– a chiedere al Governo di mettere in pratica, nelle opportune sedi internazionali, tutte le azioni necessarie per ottenere nel più breve tempo possibile la liberazione delle ragazze rapite;
– ad esprimere la propria solidarietà e adesione alla campagna di sensibilizzazione “#bringbackourgirls” attraverso gli strumenti di comunicazione istituzionali della Regione;
– ad attivarsi, presso l’Ufficio Regionale Scolastico, affinché gli istituti scolastici della Regione aderiscano alla campagna di sensibilizzazione “#bringbackourgirls” e promuovano iniziative in tal senso.

 

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