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16 Set, 2013

I giovani non escono dalla crisi. Un milione di disoccupati in più

Una generazione duramente colpita dalla crisi. Tanto da lasciare sul campo, in soli tre anni, un milione tondo di disoccupati in più. E con poche speranze per il futuro. La generazione in questione è quella degli under 35, la prova delle loro difficoltà sul lavoro è offerta dalle tabelle dell’Istat riferite al secondo trimestre del 2013.
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30 Ago, 2013

Piazza bella piazza

Dal 2 al 7 settembre Festa della CGIL di Roma e Lazio

Programma

Dal 2 al 7 settembre si svolgerà la quinta edizione della festa ‘Piazza Bella Piazza’ promossa dalla CGIL di Roma e Lazio. Un appuntamento per rilanciare le proposte della CGIL contenute nel suo Piano del Lavoro.

Numerosi gli appuntamenti in programma quest’anno che coinvolgeranno l’intera regione. Dal 2 al 4 settembre in 80 piazze delle principali cittadine laziali verranno allestisti dei gazebo informativi. La festa proseguirà il 5 e il 6 settembre presso i giardini di San Giovanni, in Viale Luciano Lama a Roma dove si terranno i seguenti dibattiti: giovedì 5 settembre alle ore 17 ‘Il territorio: lavoro e cittadinanza per un nuovo welfare’, alle ore 20 ‘Città e aree interne per un nuovo modello di sviluppo’; venerdì 6 settembre alle ore 17 ‘L’Europa: opportunità per il Lazio’, alle ore 20 ‘Ripartiamo dai beni comuni. Il Lazio e l’Italia’.

25 Lug, 2013

Disoccupazione giovanile: i dati del Censis confermano l’allarme

I dati divulgati oggi da Censis confermano l’allarme per un’intera generazione con la quale, cominciando dalla Regione Lazio e le Istituzioni tutte, si deve riallacciare un rapporto per recuperare il tempo perduto. Istruzione, formazione, cultura, lavoro, ricerca, innovazione: sono moltissimi i temi su cui lavorare.

La legge sulla concessione delle terre agricole ai giovani, sottoscritta dal nostro Gruppo, va proprio in questa direzione. Come anche la vivificazione di quella sul reddito minino garantito, da portare avanti assolutamente. Serve un approccio diverso: i giovani del Lazio non devono piu’ essere considerati un target delle politiche regionali ma gli assoluti protagonisti della ripartenza economica.

Non chiediamoci più cosa fare per loro ma come agire insieme a loro per poter parlare davvero di prospettive future

16 Lug, 2013

Serve un nuovo piano per l’occupazione femminile

I dati forniti oggi da Cgil sono spaventosi: rendono chiaro il quadro su come questa Regione sia in sofferenza. La crisi economica nell’ambito dell’occupazione femminile, soprattutto se giovani, ha enormemente accentuato le differenze di genere. In sei anni il tasso nel Lazio è aumentato del 4%. Inoltre, diminuiscono i posti di lavoro qualificato mentre aumenta quello povero, precario, discontinuo. Per rilanciare il Lazio occorre affiancare al piano di sviluppo un nuovo piano di occupazione femminile.

Dobbiamo agire sul sistema della formazione, che sia alta e accessibile, della certificazione delle qualifiche e sul facile accesso all’Università. E’ necessario individuare percorsi per combattere la precarietà e offrire nuove opportunità. Impegnarci per estendere le tutele, rendere la maternità un diritto universale esigibile per tutte. Inventarci un nuovo Welfare che faccia della cura delle persone un nuovo volano di sviluppo.

E’ necessario lavorare perché il part time sia una scelta non una costrizione. Perché le opportunità tra uomini e donne davvero possano essere ‘pari’ e le lavoratrici siano finalmente protagoniste del mondo del lavoro, non sentendosi mai più oscurate da figure maschili. Tutto questo  attraverso dei piani di occupazione mirati, da modellare insieme alle organizzazioni sindacali e alle parti sociali tutte. Sono convinta che la Giunta di Zingaretti saprà lavorare in questa direzione.

08 Lug, 2013

“In Italia 30 mila piccoli schiavi”. L’allarme lanciato da Save The Children

Trentamila piccoli schiavi. Tutti in pericolo. Tutti senza infanzia. Tutti sotto scacco da parte di un ”padrone”. Sono una parte dei 260 mila bimbi o adolescenti italiani che lavorano. Ovvero 1 su 20: il 5,2 per cento di tutti quelli sotto i 16 anni. Lo denuncia il rapporto di Save The Children e dell’Associazione Bruno Trentin, nell’aggiornare i dati sul lavoro minorile, che erano fermi a 11 fa.

Aumenta il numero, cala l’età. Hanno tra i 7 e i 16 anni. Lavorano perché ne ha bisogno la famiglia, oppure per autofinanziarsi, oppure perché la scuola ha fallito, e se li è persi, e non se li riprenderà mai più. Sono per metà maschi e per metà femmine (queste ultime 46 per cento). Quattro su dieci lavorano in modo più o meno occasionale, gli altri no. Uno su quattro lavora per periodi lunghi fino a un anno, talvolta più di 5 ore al giorno (2 su 10). Altri di più, molto di più.

SCHIAVI
Sono i trentamila ai quali è negato del tutto il lusso dell’infanzia, dello studio, della salute, della sicurezza, della spensieratezza. E vivono da grandi, a faticare senza tutele né rispetto, a raccattare spiccioli, a farsi sfruttare, schiavizzare, maltrattare. Sono coloro che non giocano, non sognano, non ridono, non studiano, non fanno nulla di ciò che dovrebbero fare i bambini. Coloro che vivono con davanti un futuro identico al presente ed al passato, senza nulla che assomigli a un progetto, a un cambiamento, a un’occasione, a un desiderio. Nelle storie raccolte da Save, quasi tutti svolgono «un lavoro pericoloso per la salute, la sicurezza, l’integrità morale, anche di notte, in modo continuativo, senza nessuno spazio per il riposo, lo studio o il divertimento».

INTRAPPOLATI
E che lavori fanno? Il 40 per cento in attività di famiglia. Gli altri no. Minuscoli baristi, camerieri, commessi, ambulanti, sciampiste, agricoltori. Muratori. Nicola, a 12 anni, lo fanno salire sulle impalcature di 20/25 metri, «e il primo giorno avevo le vertigini e stavo svenendo, ma poi mi aggio abituato». Napoli: tanti sono lì. La maggior parte vivono al Sud. Ma ce ne sono tanti anche nel Nord Est, a Milano, a Roma..«Non ci sono i soldi per permettere ai figli di studiare -racconta un assistente sociale della Capitale- e così si incoraggia il figlio a trovare il lavoretto, per la famiglia significa tanto».

Salari non negoziabili: «Se chiedi quanto mi dai, ti mandano immediatamente via», racconta Andrea, 16 anni. «Nonostante gli orari pesantissimi, le paghe risibili e i rischi per la salute, la maggioranza di loro non hanno la consapevolezza di esser sfruttati, non sanno nemmeno cosa sia un contratto di lavoro», spiega Raffaella Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save The Children.

PUSHER
La trappola si allarga quando il lavoro non si trova, «e l’opportunità dei soldi facili coinvolge i ragazzi in attività criminali». Arrivano i reclutatori. Reclutano con poco sforzo. Piccoli pusher, piccoli ladri, piccoli rapinatori crescono. La mamma non lo sa. O invece sì, talvolta.
Racconta un volontario di Napoli: «Quando non ci stanno le entrate per mangiare, e il proprietario di casa dà lo sfratto, hai voglia a dire al figlio “non a rubare”. Quello risponde “ma io un lavoro non ce l’ho”. E allora la madre si rassegna, e dice ”che ci posso fare?”». E non fa più domande. E lascia stare.

Marida Lombardo Pijola, Il Messaggero