Top

20 Feb, 2014

Tristezza per la scomparsa di Gianni Borgna, intellettuale e politico sempre disponibile al confronto

Il mio cordoglio e la mia tristezza per la scomparsa di Gianni Borgna, uomo di politica e cultura capace di imprimere  un significato inedito e uno sguardo internazionale alle politiche culturali della nostra città.

La sua scomparsa  lascia un segno indelebile per chi lo ha conosciuto durante la sua esperienza politica come assessore, con Rutelli prima e con Veltroni poi.

Gianni Borgna era un politico preparato e sempre pronto al confronto, che nel suo agire ha saputo sempre privilegiare il dialogo. Nell’aula Giulio Cesare come assessore quando veniva attaccato dall’opposizione  ed anche nella  piazza del Campidoglio, quando non rinunciava mai a confrontarsi con le tante realtà sociali e lavorative che non condividevano il percorso di interventi culturali da lui messi in campo.

Gianni Borgna era un intellettuale solare, un amministratore capace, un comunicatore eccellente. E anche un uomo gentile.

La sua mancanza lascia un vuoto vero, non retorico, nel dibattito sulle politiche culturali della nostra città.

18 Gen, 2014

Come le idee si trasformano in sentimenti

Mercoledì 29 Gennaio, ore 18
Libreria Arion
Via Cavour, 255  – Roma

La Scuola di Politica Danilo Dolci riprende la sua attività con il sesto incontro

Come le idee si trasformano in sentimenti: mobilitare le persone e le intelligenze, tra partiti, movimenti, stato e società
Incontro con

Fabrizio Barca

E’ possibile organizzare una rete di mobilitazione cognitiva – che attivi strumenti, conoscenze e persone al servizio di chi sperimenta cambiamento – per trasformare il metodo di governo dello Stato e l’organizzazione e il funzionamento dei partiti?

13 Gen, 2014

Scup: un’esperienza da difendere e sostenere

Credo che esperienze come quella di Scup – Sport e cultura popolare a San Giovanni – siano da difendere e sostenere come esperimenti positivi che coniugano attività motoria, modello possibile di welfare a vantaggio di integrazione reale capace di mettere in relazione ed anche in movimento, settori diversi della città.

Sto seguendo la vicenda Scup dal momento di inizio della mia esperienza come consigliera regionale, e ancora una volta voglio garantire tutto il mio sostegno affinchè la vicenda Scup  trovi un’adeguata risoluzione. Voglio sottolineare che si tratta di un’esperienza di occupazione importante ed unica perché decisiva nella difesa di un pezzo di città da interessi speculativi e immobiliari, ma anche perché Scup rappresenta un vero presidio a difesa della salute pubblica.

A partire dal monito costante lanciato da esperti medici e nutrizionisti che spiegano l’insostituibile funzione dello sport e del movimento per la difesa della salute, del benessere fisico e la prevenzione delle malattie, difendere un luogo che permette la pratica sportiva a prezzi popolari mi sembra un passaggio importante verso quella città e quella Regione a misura di tutte e tutti che ci stiamo impegnando a costruire.

01 Gen, 2014

Lunedì 2 febbraio, ore 14.30
Sala Etruschi
Consiglo Regionale del Lazio

Audizione relativa alla proposta di legge n. 202 del 23 ottobre 2014 concernente: “Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo”, con:
Arci Solidarietà
Segretario Generale Silp Cgil di Roma e Lazio
Presidente Osservatorio legalità e sicurezza Regione Lazio
Ufficio scolastico regionale per il Lazio

30 Dic, 2013

Bilancio: nuove risorse per politiche sociali e cultura

Con il bilancio regionale della Giunta Zingaretti per la prima volta le politiche sociali e la cultura hanno un segno più. Nonostante i tagli agli enti locali e i piani di rientro cominciamo a disegnare una nuova regione vicina ai cittadini e loro bisogni.

Particolarmente significativo il milione di euro investito per i centri anti violenza, fatto ancora più importante se si considera che nei bilanci Polverini quella voce era pari a zero. Per altro l’Aula, la scorsa notte, ha anche votato un mio ordine del giorno in cui chiedo più risorse anche per la prevenzione culturale della violenza, e sempre in Consiglio è passato all’unanimità un altro odg che approva finanziamenti continuativi e certi per la legge sull’Altraeconomia.

Iniziamo a guardare, quindi, ad una Regione veramente Green, giusta e solidale. Capisco le preoccupazioni dei sindacati su l’aumento dell’Irpef ma la modulazione uscita dal Bilancio regionale riesce a limitare l’impatto dell’imposta sulle famiglie in difficoltà del Lazio.

Proseguiremo nell’azione di razionalizzazione e taglio dei costi, a cominciare proprio da quelli della politica, per riuscire a ridurre il prima possibile ulteriormente l’entità di quella tassa.

28 Ott, 2013

Scup è una risorsa per la comunità che va salvaguardata

Aderisco al presidio del 5 novembre per scongiurare lo sgombero di Scup (Sport e cultura popolare). La struttura recuperata e riqualificata nel 2013, dopo essere stata abbandonata per anni, rappresenta una risorsa ormai fondamentale per i romani, in particolare per gli abitanti nel quartiere San Giovanni.

L’attività fisica deve essere considerata come parte integrante di un sistema di Wefare in grado di garantire la salute ai cittadini e Scup offre la possibilità di praticare discipline sportive accessibili a tutti. Luoghi che producono benessere, aggregazione e crescita culturale vanno assolutamente salvaguardati in quanto sono in grado di ridisegnare spazi urbani spesso lasciati nel degrado o progettati senza considerare tutte necessità del quartiere, per questo sosterremo ogni azione finalizzata ad evitare il tentativo di sgombero di Scup: una realtà da imitare e non certo da smantellare.

Riteniamo utile, quindi, la convocazione un tavolo per la restituzione dello stabile ad un uso pubblico.

18 Lug, 2013

Palazzo e popolo

La misogenia esagerata del professore si sposa perfettamente con il ragionamento (si fa per dire) secondo il quale una politica di orgine congolese non ha titoli per occuparsi di immigrazione così come una figura di livello istituzional-internazionale non avrebbe la caratura per ricoprire la terza carica dello Stato. P. la riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’emergenza culturale, prima che politica, che ormai sale dal populismo fino alle colonne della grande stampa.
Leggi l’articolo (da zeroviolenzadonne.it)

10 Lug, 2013

La cultura che (r)esiste. Senza fondi

Quando si parla di cultura è impossibile non scadere nella retorica. E in questi venti anni purtroppo è stata fin troppo esasperata.

Siamo sicuramente tutti d’accordo sulle frasi classiche che accompagnano il tema da sempre: “siamo il Paese più ricco del mondo”, “viviamo in città-museo a cielo aperto”, “potremmo vivere solo di cultura e turismo” eccetera, eccetera.

In verità, benché in campagna elettorale si è tutti bravi a sottolineare temi culturali e salvaguardia del nostro patrimonio archeologico, alle parole non sono mai seguiti i fatti. Basti pensare a quell’1,1% di spesa pubblica destinata alla cultura, cifra molto bassa, circa la metà della media europea, che ci fa essere fanalino di coda in Europa.

Il Colosseo è stato solo il caso più simbolico di settimane in cui è davvero accaduto di tutto: musei italiani che chiudono di colpo per le proteste dei custodi, la Reggia di Caserta in stato di totale abbandono, i Bronzi di Riace senza una casa da 1.300 giorni, l’ultimatum dell’Unesco al governo italiano per rimarginare le ferite di Pompei, la scuola del Piccolo teatro di Milano in crisi, l’ennesimo taglio al tax credit per il cinema, le fondazioni liriche (Maggio fiorentino e Carlo Felice di Genova su tutte) sull’orlo del default.

Facile dire “puntiamo su cultura e turismo”, ma ancora dal governo non è arrivata una minima risposta scritta.

Anzi forse a pensarci bene alcune lettere sono arrivate, proprio al ministro della Cultura Massimo Bray: nei giorni del suo insediamento al Mibac, (proprio quando Letta in Tv assicurava “se ci saranno tagli a scuola e cultura mi dimetterò”) non aveva ancora controllato la cassetta della posta. Ad attenderlo c’erano 8.000 bollette della luce arretrate e mai pagate, per la modica cifra di 40 milioni.

Bray adesso si è ritrovato nella infelice posizione di fare appello alla sensibilità di Letta e Napolitano per cercare di ripianare i debiti. Urgono provvedimenti urgenti, prima di perdere tutto. Non sappiamo ancora quanto potrà essere la somma stanziata per tappare i buchi di questo disastro all’italiana. Sicuramente è possibile dire che anche quest’anno bisognerà prepararsi alle ennesime “lacrime e sangue” di tutto il comparto culturale.

Le cifre comunicate dal Mibac non fanno certo intravedere una inversione di tendenza. Basta purtroppo fare i calcoli degli investimenti tagliati: dal 2008 abbiamo perso circa un miliardo e 300 milione di fondi. Cinque anni di colpi inferti alle nostre più grandi ricchezze.

“Soluzioni subito o boicottiamo Venezia” è il grido del mondo del cinema italiano riunitosi per il Festival di Taormina. Per il cinema diventa sempre più complicato destreggiarsi tra la riduzione del tax credit (diminuito da 80 milioni a 30 per il 2014) e il taglio del Fondo Unico per lo spettacolo 2013 (decurtato del 5,2%, ovvero 72,4 milioni di euro).

Le fondazioni liriche presentano debiti per 330 milioni di euro. E se non si interviene subito potremmo dire addio al Maggio fiorentino (anche se in questi giorni si cerca di fare di tutto per scongiurarne la liquidazione). Alla finestra stanno anche altre 11 fondazioni lirico-sinfoniche che dal 1996 non hanno risposte dalla politica. Nessuno si è occupato dei nostri teatri lirici in venti anni. Nessuno. A forte rischio anche il Carlo Felice di Genova che, con perdite di 3 milioni nei sei mesi del 2013, fa fatica a pagare gli stipendi. In crisi anche i teatri stabili a cui è stato tagliato dal bilancio il 5,3% di risorse; oggi contano su 62,5 milioni di euro per 68 teatri. E l’ottimismo certo non regna: “così rischiamo di chiudere”.

I contributi pubblici 2013 per gli istituti culturali sono stati decurtati del 18% rispetto al 2009, afferma il ministero, raggiungendo 14,6 milioni di euro. Tagli e proteste anche per musei e siti culturali: in Italia sono circa cinquemila, uno ogni 10.900 abitanti secondo Confcultura. Gli istituti statali sono in tutto 420 (200 musei, 220 monumenti), in molti casi con forti problemi di personale dovute anche al blocco del turn over che incombe sul Mibac. Per il 2013 l’organico dovrebbe essere composto da 19.132 unità, ma i dipendenti in servizio sono solo 18.568.

Mancano come sempre i soldi per la manutenzione ordinaria di monumenti e siti archeologici. Il programma dei lavori pubblici infatti conterà per il 2013 su soli 47,6 milioni: il 76% in meno rispetto a 10 anni fa. Ridotte all’osso anche le disponibilità per le emergenze e le manutenzioni straordinarie (pensiamo agli ultimi terremoti in Abruzzo, Emilia e Toscana, ma anche agli allagamenti come quello che ha sommerso l’area archeologica di Sibari). Per il 2013 stanziati 27,5 milioni, oltre il 58% in meno rispetto al 2008.

Se investiamo solo poco più dell’1 per cento in cultura, dobbiamo considerare che produciamo il 5,4% della ricchezza prodotta, ovvero 75 miliardi di euro.

Sono circa un milione e quattrocento mila persone, il 5,7% degli occupati, che con la cultura ci “mangia”, secondo lo studio Symbola/Unioncamere. Tutta la “filiera della cultura”, in cui includiamo settori dell’indotto come il turismo legato alle città d’arte, il valore aggiunto prodotto dalla cultura schizza dal 5,4 al 15.3% del totale dell’economia nazionale. Insomma cifre che sottolineano un’evidenza: il valore aggiunto prodotto dalla cultura ha un effetto moltiplicatore senza eguali, attivando altri comparti dell’economia. Anche stavolta, quando passeremo dalla retorica ai fatti?

Celeste Costantino