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18 Mag, 2016

Il referendum e la guerra dei due mondi

Stefano Folli, La Repubblica

Mancano cinque mesi al referendum costituzionale e i toni della campagna elettorale sono già molto acuti. Al punto che vien da domandarsi cosa accadrà in settembre, quando saremo quasi a ridosso del voto.
Di solito gli argomenti più forti e polemici si conservano per il gran finale propagandistico. Stavolta vengono già sparati nell’aria come missili letali.

19 Mar, 2014

Acqua bene comune, la regione Lazio approva la legge che riscatta il referendum

Il 17 marzo la Regione Lazio ha approvato la legge sulla gestione pubblica e partecipata dell’acqua. Un testo all’avanguardia con il quale la nostra Regione ha recepito, prima in Italia, i risultati del referendum del 2011, facendo propria una legge d’iniziativa popolare frutto proprio di quel meraviglioso movimento che fece la primavera del nostro Paese ormai quasi tre anni fa.

Il percorso verso l’approvazione della nuova legge è cominciato praticamente subito, all’indomani dell’insediamento della nuova maggioranza guidata da Nicola Zingaretti. Era il 25 marzo 2013 e fummo proprio noi a far entrare dalla porta principale del Consiglio regionale movimenti e sindaci, carichi di scatoloni, per far loro consegnare al presidente dall’aula le 40 mila firme raccolte nel nostro territorio grazie anche al contributo di 40 sindaci del Lazio.

Quel giorno insieme a quelle scatole ci venne consegnata una grandissima responsabilità: quella di prenderci cura e di rispettare i risultati del referendum, noi sinistra di governo, mentre in Italia gli assetti nazionali usciti dalle urne già entravano in un vortice di caos, mentre era chiaro che la volontà di 27 milioni di italiani sarebbe caduta ancora una volta vittima delle strane alleanze e delle velenose alchimie.

Da quel 25 marzo la Regione Lazio aveva un anno di tempo per legiferare. ”Rispettate la volontà popolare – ci ammonirono giustamente i referendari – o meglio far naufragare la legge e andare a un nuovo referendum, stavolta locale”. Non è successa né l’una né l’altra cosa. Ce l’abbiamo fatta: abbiamo approvato la legge così com’era, anzi migliorandola, nelle parti in cui risultava incostituzionale.

Non è stato un percorso semplice, e neppure lo consideravamo scontato.

Ci abbiamo lavorato, con convinzione, fatica, passione, mettendo in pratica quel laboratorio politico e di cambiamento che è il Lazio, che vede accanto in un’alleanza solida il Pd e Sel e dentro la maggioranza pezzi di società civile e dei movimenti.

Il successo che abbiamo ottenuto sull’acqua è stato insomma il frutto di un approccio propositivo e partecipato alla politica, di una concertazione che ci ha visto insieme ai movimenti, ai sindaci, a pezzi di sindacato, il Consiglio e la Giunta regionale: noi a cedere sovranità di fronte a una domanda ampia vera e condivisibile che arrivava dal basso, loro ad accordarci fiducia, sia pure da vigili sentinelle del risultato finale.

Così oggi il Lazio si è dotato di una norma che parla dell’acqua come bene comune e diritto universale, da gestire senza fini di lucro, con la creazione di un fondo che ne permette la ri-pubblicizzazione, con il protagonismo dei territori e dei cittadini nella gestione partecipata delle risorse idriche. Il testo è passato in aula con un voto all’unanimità. Anche il Movimento Cinque Stelle stavolta non ha potuto urlare più forte, si è dovuto unire al nostro coro.

Ma la Regione Lazio il 17 marzo non ha solo approvato un’ottima legge, ha anche voluto mandare un segnale inequivocabile della sua volonta’ di sanare in maniera netta la frattura che c’è nel nostro Paese fra istituzioni e cittadini.

I referendari dicono che adesso auspicano che da noi parta una reazione a catena. Ancora una volta siamo d’accordo con loro.

Marta Bonafoni – consigliera regionale Lazio
dal sito di Sinistra Ecologia Libertà

17 Mar, 2014

Acqua. Legge risarcisce popolo referendum

La legge sulla ”Tutela, il governo e la gestione dell’acqua pubblica”, approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio deve riempirci di orgoglio.

Avendo recepito in tutto e per tutto la legge di iniziativa popolare presentata dai comitati referendari e da 21 sindaci del nostro territorio, la Regione Lazio ha cominciato a rimarginare quella ferita aperta ormai dal 2011 tra le istituzioni di questo Paese e i suoi cittadini, che prima in 27 milioni si sono espressi a favore dell’acqua bene comune e poi hanno vista ignorata e violata la loro volontà.

Riaffermando oggi il principio dell’acqua come bene comune, la sua gestione pubblica, il governo partecipativo del servizio idrico integrato, istituendo il fondo regionale per la ripubblicizzazione dell’acqua, la Regione Lazio si pone all’avanguardia tra le regioni d’Italia e diventa un esempio anche in Europa. “Si scrive acqua si legge democrazia”, era lo slogan dei comitati referendari. Oggi possiamo dire che la Regione Lazio ha superato a pieni voti la prova democratica.

12 Giu, 2013

A 2 anni dal referendum rafforzare l’impegno

“Buon compleanno Referendum”. A due anni dalla vittoria referendaria per l’acqua pubblica e contro il nucleare, le consigliere regionali Marta Bonafoni e Cristiana Avenali del Gruppo ‘Per il Lazio’ saranno presenti oggi 12 giugno in piazza S. Cosimato all’incontro con Stefano Rodotà promosso dai Comitati su ‘Fuori i privati dall’acqua verso la ripubblicizzazione di Acea’”.

Lo affermano in una nota le Consigliere regionali Marta Bonafoni e Cristiana Avenali Gruppo “Per il Lazio”.

“A due anni esatti da quella forte ed inequivocabile espressione di volontà dei cittadini e delle cittadine a difesa dell’acqua pubblica e per l’accesso alle risorse vitali – spiegano Bonafoni e Avenali – sia oggi ancora più importante rilanciare quelle parole d’ordine a difesa del bene comune acqua e per la ripubblicizzazione di Acea. Come consigliere ci stiamo facendo carico sin dall’inizio della legislatura di sostenere in Consiglio Regionale gli obiettivi del Referendum popolare lanciato anche da alcune amministrazioni locali della Regione Lazio per chiedere l’emanazione di una legge regionale per la ‘Tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua’”.

09 Giu, 2013

Buon compleanno referendum!

Incontro pubblico “ Fuori i privati dall’acqua, verso la ripubblicizzazione”
Mercoledì 12 giugno in Piazza S. Cosimato dalle ore 18

Ne parliamo con Stefano Rodotà
A seguire Ponentino Trio e Ascanio Celestini
In collaborazione con il Cinema America Occupato, aperitivo a sostegno della campagna “A Roma… Pubblica l’Acqua” per la ripubblicizzazione di ACEA

Il 12 e 13 Giugno 2011, dopo molti anni, i referendum hanno di nuovo raggiunto il quorum e sono tornati ad essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione garantisce. La maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani si è espresso a favore della fuoriuscita dell’acqua e dei servizi pubblici locali da una logica di mercato e di profitto.

Le iniziative messe in campo in questi due anni per l’attuazione dei referendum, a partire dalla Campagna di Obbedienza Civile, passando per le manifestazioni nazionali del 26 novembre 2011, quella del 2 giugno e del 15 dicembre 2012, per finire ai diversi percorsi di ripubblicizzazione aperti nei territori, oltre al fatto che la lotta per l’acqua si è sempre più intrecciata con le altre vertenze per la difesa dei beni comuni e contro le speculazioni, dimostrano la persistenza del movimento dell’acqua e le ragioni profonde che hanno portato alla vittoria refendaria del 2011. Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua da sempre sostiene che il rispetto dell’esito referendario non può essere in nessun caso considerata mero adempimento tecnico, bensì elemento sostanziale di rispetto del voto democratico della maggioranza assoluta del popolo italiano. Per questo continua la sua mobilitazione per la piena attuazione del risultato referendario. L’invito a tutte e tutti è quello di partecipare alle iniziative in programma in occasione del 2° anniversario dei referendum e alle attività dei comitati territoriali, perchè oggi ancor più di ieri, si scrive acqua e si legge democrazia!

Vedi le iniziative

11 Dic, 2012

Dopo l’estate, ritorna l’acqua

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Questo mese parto raccontandovi i fatti miei, o meglio del mio indirizzo di posta elettronica, uscito dalla fisiologica boccata d’aria d’ogni estate (cioè i contatti che vanno, anche loro, in vacanza) con un massiccio e gradito ritorno: da più parti infatti il “bentornata” mi è arrivato con un appello del Coordinamento romano acqua pubblica, il CRAP, che mi invitava a mobilitarmi per un’altra firma, un altro referendum, per una nuova battaglia. Ancora?!, direte voi se siete digiuni del nuovo obiettivo che i comitati si sono dati. Ancora sì, risponderebbero loro, netti e anzi concitati con i loro comunicati settembrini, perché un anno e più è passato dalla vittoria referendaria del giugno 2011 eppure l’esito di quella consultazione è ben lungi dall’essere stato rispettato. Ecco allora l’esigenza di un nuovo referendum, stavolta propositivo, per spingere la Regione Lazio verso una gestione del servizio idrico pubblica e partecipata e blindare così la vittoria del primo quesito, felicemente travolto a suo tempo dai sì del popolo dell’acqua. Il punto però non è il merito della nuova consultazione che pure deve raggiungere 50 mila firme, né tanto meno lo stato di pinguedine della mia posta, il punto è come spesso ci capita da queste parti un punto di domanda: come sta il popolo dell’acqua? Non benissimo, raccontano senza reticenze dal CRAP: più difficile è stato ed è infatti questa volta organizzare i banchetti, più difficile veder decollare quel meccanismo di coinvolgimento individuale, davvero uno a uno, che aveva fatto la fortuna del referendum un anno fa. “Evidentemente anche tra noi è scattato il meccanismo della delega”, ragionano allora nel Coordinamento, ammettendo i limiti che sta incontrando sul lungo periodo quel meccanismo di democrazia diretta che aveva fatto la magia della primavera scorsa. Una stanchezza e uno sfilacciamento dati dal tempo che passa senza che si possa cantare vittoria. Perché è così: se è vero che sull’acqua i movimenti si sono trovati a costruire in Italia un nuovo “paradigma culturale” è altrettanto vero che il loro percorso si è mosso in un contesto difficilissimo, frutto della sommatoria tra la crisi globale e le risposte arrivate dai “governi tecnici”. Per questo anche per i movimenti per l’acqua è fondamentale che col voto del 2013 torni la politica, per questo non è per niente indifferente il risultato che uscirà da quelle urne.

(articolo pubblicato nel numero di ottobre 2012 del Paese Sera)