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08 Nov, 2017

Rems, bene Zingaretti per impegno su riforma di civiltà

Bene la firma del Presidente Zingaretti del protocollo per la gestione delle Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) del Lazio. Un passaggio che prosegue il lavoro della Regione in tema di sanità per i pazienti in stato di reclusione.

Ricordiamo che già nel 2015 questa Amministrazione, tra le prime a rispettare i tempi previsti dalla norma nazionale, ha inaugurato la Rems di Pontecorvo avviando di fatto il superamento degli Opg, che rappresentavano per il paese intero luoghi inaccettabili.

Da lì un lavoro programmato e ben coordinato ha condotto all’apertura di altre 4 strutture e oggi alla firma del Protocollo. Un percorso quindi di accoglienza per i pazienti in stato di reclusione, che giustamente il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia giudica ormai una importante realtà del nostro sistema di esecuzione penale. Occorre però ascoltare il suo monito riguardo l’uso talora eccessivo che si fa dell’internamento: percorsi individuali di presa in carico e di reinserimento sociale, quindi, che non prescindano da un intervento immediato dei servizi territoriali sulla Salute mentale.

Garantire quindi l’esecuzione della misura di sicurezza e al contempo l’attivazione di percorsi terapeutico-riabilitativi è la sfida di questa riforma, che ha chiamato in causa gli Enti regionali, affinché individuassero i luoghi, il fabbisogno e si occupassero di garantire una adeguata formazione del personale medico e infermieristico necessario.

Un lavoro importante quindi, ma soprattutto un lavoro di civiltà, che ancora una volta tiene a mente gli ultimi.

22 Mar, 2017

Il coraggio di chiamare le cose con il loro nome

Patrizio Gonnella, Il Manifesto

Era tempo che nelle aule parlamentari non si sentiva un discorso di alto profilo sui diritti e sulle libertà. Un discorso che è partito con una citazione di Albert Camus ed è terminato con un testo di Johan Huizinga. L’occasione è stata la presentazione della prima Relazione al Parlamento del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà.

Se lo storico olandese, che con il carcere fino alla morte ha pagato la sua lotta per la libertà di ricerca durante il nazismo, è citato in riferimento all’imprevedibilità della storia e alla auspicabile capacità umana di condizionarne gli esiti, invece lo scrittore e filosofo francese Albert Camus è stato evocato da Mauro Palma, garante nazionale giunto al primo giro di boa del suo mandato e firma ben nota a questo giornale, per la seguente frase: «quando si cominciano a nominare bene le cose diminuisce il disordine e la sofferenza che c’è nel mondo». Mauro Palma, simbolicamente, all’interno di un Parlamento che mai ha voluto approvare una legge che criminalizzasse la tortura, ha ricordato come sia necessaria un’operazione di igiene linguistica che riporti a chiamare le cose con il loro nome. Dobbiamo poter chiamare tortura ciò che ha i connotati della tortura. Oggi ciò non è possibile. I giudici non possono chiamare tortura ciò che è tortura poiché la tortura non è reato in Italia.

Coraggiosa è dunque la relazione di questa nuova autorità di garanzia, per la cui istituzione dal lontano 1997 Antigone si è fortemente battuta. Il rapporto non si limita a raccontare quanto fatto in questo primo anno di lavoro; contiene anche raccomandazioni destinate alle istituzioni, persino su temi non facili. Ad esempio il garante chiede di abolire le cosiddette aree-riservate ovvero reparti interni ancora più chiusi rispetto alle sezioni ex 41-bis; o, su altro terreno, chiede di introdurre meccanismi effettivi di reclamo per i migranti sulle condizioni di trattenimento.

Dunque abbiamo fatto bene a lottare 19 anni per la sua istituzione. La nascita del garante è una vittoria. Finalmente nell’asfittico panorama italiano opera una figura istituzionale di tutela e promozione dei diritti delle persone private della libertà. Il fatto che a presiedere l’autorità di garanzia sia Mauro Palma, coadiuvato da Daniela de Robert e Emilia Rossi, fa parte di questa vittoria. Nell’ambito dei diritti umani conta moltissimo l’autorevolezza delle persone a cui viene assegnato un ruolo rappresentativo pubblico. Queste persone dovranno confrontarsi con il moloch della burocrazia e delle istituzioni della sicurezza. Dunque la loro forza sarà anche data dalla loro personale competenza e autorevolezza.

Il potere di visita dei luoghi di privazione della libertà di cui il Garante dispone è penetrante. Invito tutti a leggersi il suo rapporto sul carcere di Ivrea, esemplare per rigore e tragicità. Il mandato del Garante è ampio e riguarda tutta l’area, purtroppo sempre più estesa, della privazione della libertà: non solo galere dunque, ma anche hotspot e luoghi di detenzione per migranti, commissariati di polizia, caserme dei carabinieri e della guardia di finanza, residenze per le misure di sicurezze. Infine ha anche il monitoraggio dei voli di rimpatrio e del trattamento sanitario obbligatorio.

Un’organizzazione come Antigone ora ha un alleato in più nella lotta per una detenzione più rispettosa della dignità umana, in una fase difficile come questa dove il populismo penale impera.

09 Nov, 2015

Dal rapporto di Antigone uno stimolo al superamento del carcere per i minori

La funzione riabilitativa del carcere è fondamento della nostra Costituzione: un obiettivo a cui tendere sempre, con un impegno costante, per correggere le troppe strutture di un sistema che si manifesta duro, inumano e incapace di interpretare la propria funzione. Ciò è vero sempre, ma si fa ancora più centrale quando le persone coinvolte sono minori.

Per questo motivo nel leggere i dati forniti dal rapporto annuale di Antigone sullo stato delle carceri minorili, conveniamo con molta forza sull’esigenza di proseguire sul percorso avviato ormai da anni e puntare al totale superamento del carcere classicamente inteso: dalla concezione delle strutture che dovrebbero assomigliare più a scuole che a luoghi di reclusione, dal personale esperto e competente per la funzione educativa, fino alla formulazione di modelli di relazione con l’esterno che consentano al minore di restare connesso con la società circostante e quindi aggiornato e messo nelle condizioni di tornare ad essere cittadino attivo e consapevole.

Il rapporto specificatamente relativo al Lazio mostra una realtà oggettivamente residuale caratterizzata da numerosi casi recidivi e soprattutto stranieri: un dato che riscontriamo ad ogni livello nel sistema penitenziario italiano e che ci deve far riflettere su quello che è utile nel contesto riabilitativo e di inclusione sociale. Solo con un impegno costante e soprattutto dinamico, perché legato alla trasformazione della nostra società, potremo fare del carcere qualcosa di migliore rispetto alla una strada senza ritorno per coloro che lo attraversano, tra l’altro troppo spesso appartenenti alle classi più deboli della società.

In questo senso, trova nuovo impulso anche il nostro impegno in Consiglio regionale per la nomina, il prima possibile, del Garante dei detenuti, come figura in grado di monitorare, approfondire e tenere sempre accesa una luce sul tema. Ne vale del livello di civiltà del nostro paese e del Lazio, ma anche della sfida ad una società migliore: puntare sulla formazione e il lavoro le chiavi per riuscirci.

19 Set, 2015

Corri con Stefano

Sabato 31 ottobre, ore 10.00
Parco degli Acquedotti
Roma

In questi lunghi, interminabili anni abbiamo corso, siamo caduti e ci siamo rialzati. Ma continuiamo, continueremo a correre.
Per questo vi aspettiamo tutti il 31 ottobre dalle ore 10.00 al Parco degli Acquedotti (ingresso Via Lemonia / angolo Circ.ne Tuscolana) per il I Memorial Stefano Cucchi.

Gara podistica competitiva 8 km
Iscrizione in loco e gratuita. Richiesta la consegna di una copia del certificato medico per attività sportiva agonistica.

Gara podistica non competitiva 4 km

A fine gara verrà effettuata la premiazione degli atleti di entrambe le gare da parte delle autorità invitate.

“Una maratona per ritornare con noi nei luoghi in cui pochi minuti portarono mio fratello verso il buio… Ma sarà una giornata di luce, una maratona degli affetti” Ilaria Cucchi

#MemorialStefanoCucchi #soffiamoviagliabusi

Per informazioni:
Comitato Promotore Memorial Stefano Cucchi
comitato.stefanocucchi@gmail.com

corri-con-stefano

16 Set, 2015

Il caso Cucchi. Un’indagine medica indipendente

Venerdì 16 ottobre 2015 – ore 12.00
Senato della Repubblica
Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro
Piazza Capranica 72 – Roma

Medici per i Diritti Umani (MEDU) presenta Il CASO CUCCHI. UN’INDAGINE MEDICA INDIPENDENTE di Alberto Barbieri e Massimiliano Aragona.
Saranno presentati alla stampa elementi clinici ancora non presi in considerazione nel corso dei due processi che hanno riguardato la morte di Stefano Cucchi. Ciò accade in una fase come quella attuale, quando una nuova indagine sta individuando responsabilità finora mai emerse.
L’indagine di MEDU si basa sullo studio e l’analisi della documentazione processuale tra cui deposizioni, perizia, consulenze, documentazione sanitaria, memorie, motivazioni delle sentenze.
Dalla narrazione cronologica degli eventi all’analisi delle conseguenze fisiche e psichiche del trauma, dalla riflessione sulla natura degli atti violenti alle considerazioni sulle causa della morte, questa indagine cerca di restituire una ricostruzione dei fatti compatibile, tanto con la logica clinica, quanto con la verità “umanamente accertabile e umanamente accettabile” del caso Cucchi.

Intervengono:
Intervengono: Luigi Manconi (Presidente Commissione Diritti Umani del Senato), Patrizio Gonnella (Presidente Antigone e CILD-Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili ), Alberto Barbieri e Massimiliano Aragona (Medici per i Diritti Umani).

Saranno presenti Ilaria Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo

21 Lug, 2015

Il conto dei suicidi addolora, serve il Garante dei Detenuti

“I due suicidi avvenuti a Regina Coeli nelle ultime ore riaccendono i riflettori sul fenomeno dai numeri sempre troppo elevati. Si tratta di una questione estremamente dolorosa, nota a tutte le Istituzioni e a tutte le autorità competenti, che riguarda la vita delle persone costrette alla reclusione, ma anche quella degli operatori delle strutture penitenziarie. Destano infatti forte preoccupazione i numeri relativi agli agenti in servizio, e alla sicurezza che ne consegue, sempre inferiori a quelli necessari.

In questo quadro occorre fare tutto il possibile. Da parte nostra si fa quindi sempre più urgente la nomina del nuovo garante dei detenuti del Lazio, strumento utile a tenere sempre una luce accesa su quello che succede nelle strutture di reclusione sparse sul territorio regionale.”

A dichiararlo sono Gino De Paolis e Marta Bonafoni, Capogruppo e Consigliera Sel alla Regione Lazio.