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22 Feb, 2017

Legge 194, bene Zingaretti su obiezione di coscienza

Con l’assunzione di due medici non obiettori all’ospedale San Camillo – Forlanini, la Regione Lazio vuole dare una risposta concreta per affrontare il grande tema dell’attuazione vera della 194. Una priorità a cui la Regione Lazio sta lavorando da tempo, sperimentando anche forme innovative per la corretta applicazione di una legge tra le più avanzate dello Stato, che ancora oggi rischia di essere disattesa.

Proprio per questo si è resa necessaria una sperimentazione, che per primi in Italia abbiamo messo in campo, attraverso un concorso per medici non obiettori finalizzato unicamente al servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Il bando per le assunzioni è concluso e nelle prossime settimane due medici entreranno nell’équipe della 194 dell’ospedale San Camillo-Forlanini, tra i più importanti della Capitale e da sempre punto di riferimento per le donne che scelgono l’Ivg.

Il concorso per i non obiettori si inserisce in un quadro più ampio di interventi che, a partire dal rilancio dei consultori, vogliono costruire nel Lazio un modello socio sanitario virtuoso e all’avanguardia, in grado di garantire la libertà di scelta e la salute della donna, rafforzando i servizi territoriali, la prevenzione e quindi anche applicando in modo corretto la legge 194 limitando l’abuso dell’obiezione di coscienza.

22 Feb, 2017

VI Commissione

Giovedì 23 marzo 2017, ore 11.00
Sala Etruschi

Audizione in merito alla proposta di legge 365/2017 “Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”.
Invitati: Unindustria, Ordini professionali Ingegneri, Architetti, Geometri e Geometri laureati, Geologi, Agronomi e Forestali, Coldiretti, Confagricoltura Lazio, Faita Federcamping Lazio, Coordinamento parchi e Cia.


Giovedì 23 marzo 2017, ore 15.00

Sala Etruschi

Audizione in merito alla proposta di legge 365/2017 “Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”.
Invitati: Legambiente Lazio, WWF Lazio, ASS. Italia nostra onlus, Forum nazionale Salviamo il paesaggio difendiamo i territori, Ass. Carte in regola, Ass. Vas Roma, Inu, Anci, Ass. culturale Progetto Celio.

22 Feb, 2017

Aborto, il Lazio assume ginecologi non obiettori: “Rischio licenziamento se dovessero rifiutarsi”

Maria Novella De Luca, La Repubblica

Assunti perché non obiettori. Con un concorso riservato unicamente a ginecologi dedicati alla legge 194. Per contrastare l’enorme ricorso all’obiezione di coscienza che in molte regioni d’Italia rende sempre più difficile accedere all’aborto. Alla fine Roma ce l’ha fatta. Vincendo resistenze e ricorsi al Tar. E nelle prossime settimane due dirigenti-medici entreranno nell’équipe di interruzione volontaria di gravidanza dell’ospedale San Camillo-Forlanini, uno dei più grandi della Capitale, ma soprattutto punto di approdo (spesso ultimo) per migliaia di donne che arrivano da tutta la Regione.

Un concorso fortemente voluto dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, per garantire appunto il rispetto della legge 194, ma diventato oggi, anche, un modello già rilanciato in Parlamento. Per due elementi di novità contenuti nel bando lanciato la primavera scorsa ed oggi concluso. Il concorso è stato finalizzato, ed è la prima volta, unicamente al servizio di interruzione volontaria di gravidanza, e quindi i vincitori, si legge all’articolo 12 del bando “verranno assegnati al settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194”. La seconda novità è che i due medici selezionati difficilmente potranno fare obiezione di coscienza.

Si sa infatti che sempre più spesso medici assunti come non obiettori, proprio per evitare la desertificazione dei reparti della 194, si sono appellati quasi subito all’articolo 9 della legge per abbandonare il servizio.

In questo caso invece, come spiega Fabrizio d’Alba, direttore generale del San Camillo-Forlanini, “se chi ha vinto il concorso farà obiezione nei primi sei mesi dopo l’assunzione, potrebbe rischiare il licenziamento, perché sarebbe inadempiente rispetto al compito specifico per cui è stato chiamato”. E dopo, invece, passato il periodo di prova, il rifiuto di fare interruzioni volontarie di gravidanza potrebbe portare “alla mobilità o addirittura alla messa in esubero”.

Un punto delicato. Il concorso indetto nella primavera scorsa dall’ospedale San Camillo, era dichiaratamente rivolto ai ginecologi non obiettori. E per questo duramente attaccato dai movimenti del Family Day. “Invece è stata una grande novità – aggiunge Fabrizio d’Alba – che finalmente riequilibra l’applicazione della legge 194, oggi depotenziata dal ricorso all’obiezione. Ed è dunque evidente che chi ha deciso di partecipare ad un concorso con questa finalità dovrà rispettare quanto scritto nel bando”. Del resto già oggi il reparto di Ivg del San Camillo effettua circa 2400 aborti l’anno, di cui 1600 chirurgici e 800 farmacologici. Ma i numeri potrebbero crescere visto che in tutto il Lazio ormai i ginecologi obiettori sono oltre l’80%.

LA SCHEDA: MEDICI OBIETTORI, I NUMERI IN ITALIA

Soddisfatto Nicola Zingaretti: “Nel Lazio stiamo ricostruendo un modello sociosanitario all’avanguardia. Siamo impegnati a rafforzare i servizi di ascolto e prevenzione sul territorio e, nello stesso tempo, a garantire la libertà di scelta e la salute della donna, della coppia e del bambino, applicando in modo corretto la legge 194 e limitando l’abuso dell’obiezione di coscienza”. Bisogna ricordare infatti che sempre nell’ottica di difesa della legge 194, la Regione aveva imposto ai medici dei consultori, anche obiettori, l’obbligo di rilasciare le certificazioni necessarie alle donne per poter poi andare ad abortire in ospedale.

E proprio il modello virtuoso del concorso “no-obiettori” indetto dal San Camillo è approdato in Parlamento con una mozione della senatrice Pd Laura Puppato, che ne ha chiesto l’applicazione in tutte le regioni italiane.

Bisogna pero chiedersi: funzionerà? Ed è questa davvero la strada per evitare la morte dei reparti di interruzione volontaria di gravidanza? E davvero un concorso finalizzato alla legge 194 rende impossibile l’obiezione?
Alessandra Kustermann, ginecologa famosa e non obiettrice, dice che di fronte ad una fuga così massificata (7 ginecologi obiettori su 10 in Italia), il modello-Lazio è “sicuramente valido”.

“Non può bastare però. Bisogna agire sulla cultura di chi sceglie questa professione. Dove tutto fa parte della salute della donna: un parto, un’ecografia, una diagnosi fetale e anche, purtroppo, l’aborto. Io credo che le donne abortiscano per legittima difesa, per mille e una ragione, tutte da rispettare. E allora se da una parte è disumano obbligare chi fa gli aborti a fare soltanto quello, è ingiusto che ci sia chi se ne lava le mani.. Ognuno di noi deve poter far nascere un bambino, ma se ce n’è bisogno anche interrompere una gravidanza. Questo per me vuol dire essere una ginecologa”.