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20 Lug, 2015

Ottimo lavoro della DIA

E’ un fatto molto importante quello avvenuto oggi, con l’operazione antimafia che ha condotto all’arresto di venti persone e permesso di scardinare una organizzazione criminale che ha condizionato uno dei settori più sensibili per l’economia del sud pontino, ma in generale di tutto il Lazio, come è il Mof di Fondi.

Quanto venuto alla luce non fa che rafforzare la voce di chi da anni denuncia la presenza di un forte radicamento mafioso nel Lazio, su cui occorre agire con forza e determinazione, attraverso una alleanza di ferro sul territorio tra Istituzioni, associazioni antimafia e forze sociali.

La Regione Lazio sta facendo la sua parte, mettendo a disposizione tutte le sue competenze per dare gambe a questa battaglia e soprattutto restituire fiducia a quella parte sana della società.

In questo quadro la Commissione specifica regionale che si occupi della lotta alle mafie si fa sempre più urgente. L’inchiesta di Mafia Capitale fino alle realtà che interessano il litorale laziale, fanno emergere l’urgenza di tenere alta l’attenzione per non lasciare solo nessun cittadino e nessun territorio. In questo non può che essere il pubblico a giocare un ruolo di primo ordine.

19 Dic, 2014

Mafia Capitale: la fiaccolata a Sacrofano una reazione giusta e coraggiosa

Nonostante il suo titolo, “Mafia Capitale”, l’inchiesta sul Mondo di Mezzo non ha colpito solo Roma ma anche diversi Comuni e paesi alle porte della nostra città, a cominciare da Sacrofano, luogo di residenza del boss Massimo Carminati.

Per questo desidero stringermi intorno a quei cittadini e a quelle cittadine che oggi hanno deciso di dare vita a una fiaccolata per le strade del loro Comune, alle 18.30 in piazza Ugo Serata. Una risposta forte, immediata e non banale per quel territorio: per dire che esistono e hanno voglia di mostrarsi molte persone oneste, per reagire – insieme all’Associazione Libera – alle infiltrazioni mafiose disvelate dalla Procura di Roma.

Ho avuto modo di conoscere un grande e bel pezzo di società civile di Sacrofano durante la campagna elettorale delle ultime amministrative. Ho visto e percepito moltissime energie positive, senso di solidarietà, voglia di partecipare alla costruzione di una comunità più equa e più giusta. È a loro che desidero fare arrivare oggi la mia vicinanza. Solo uniti, e cambiando il nostro modo di fare politica sui territori, potremo dire che – a di là delle responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare – le carte dell’inchiesta “Mafia Capitale” saranno servite ad imporre una riflessione in grado di rigenerare la politica e la società civile.

16 Dic, 2014

Tor Sapienza, “scontri pilotati” per tutelare gli interessi di Buzzi

Disagio veicolato dalla concorrenza? Non lontano da via Morandi e dalla coop “Un sorriso” ci sono i centri gestiti da un amico di Buzzi e Massimo Carminati, Tiziano Zuccolo. Che a maggio 2013, intercettato, parlava con il leader della “29 giugno” di fare a mezzi su un gruppo di immigrati da accogliere (“Eh, bravo, l’accordo è al cinquanta per cento, dividiamo da buoni fratelli, ok?”).
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10 Dic, 2014

“Da anni denuncio il business sui rifugiati”

Sono più di dieci anni anni che padre Giovanni La Manna segnala nelle sedi istituzionali l’anomalia di centri di accoglienza enormi, dormitori che non facevano integrazione, ma spuntavano dal Comune rette eccessive. Per fornire più o meno solo vitto e alloggio: né corsi di lingua, né assistenza legale, ma nemmeno i biglietti dell’autobus o i pannolini. Già presidente dell’Associazione Centro Astalli, ora membro della Commissione asilo politico, padre La Manna da molti anni è un punto di riferimento nell’accoglienza della Capitale. Nato nel 1981, il Centro Astalli oggi gestisce una mensa da 400 pasti, un ambulatorio, quattro centri di accoglienza, una scuola di italiano e molti altri servizi di prima e seconda accoglienza.

Nelle intercettazioni Salvatore Buzzi dice: «C’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno».
Noi definiamo gente senza scrupoli i trafficanti, che sfruttano persone disperate e in fuga. Ma chi ha la fortuna di arrivare sperimenta un’ulteriore forma di sfruttamento, con privazioni che non rispettano la dignità e i diritti. Se l’accoglienza è un parcheggio, è solo per fare soldi sulla loro pelle.

Lei se n’è accorto da anni. Come?
Da noi arrivavano continuamente rifugiati, formalmente accolti da altri
centri, che ci chiedevano beni di prima necessità. Mi sono chiesto: se noi spendiamo soldi per gli occhiali, i biglietti dell’autobus, i pannolini e il latte in polvere, come mai gli altri centri li indirizzano da noi? Mi sono preso la briga di chiamare i responsabili di quelle strutture: mi rispondevano con imbarazzo, ma spesso si trattava di dipendenti che tengono al posto. Un andazzo cominciato tra il 2005 e il 2006. Era evidente che c’era chi cercava di fare soldi con il sociale.

Ricorda i casi più eclatanti?
L’apertura del Centro Enea, dove per un rifugiato il Comune pagava una cifra enorme, oltre 70 euro a persona al giorno. Noi con meno della metà facciamo un’accoglienza dignitosa, capace di farsi carico di tutta la persona. Era l’ultimo anno dell’amministrazione Veltroni (accordo sottoscritto da Campidoglio e Viminale con un finanziamento di un milione e 140mila euro in due anni, ndr). E la convenzione è andata avanti per anni, fino a quando non è esplosa la crisi e qualche funzionario mi ha chiesto quanto costa davvero l’accoglienza. Ma allora con quale criterio avevano pagato finora? Poi dal 2010 dal C.A.R.A. di Castel Nuovo di Porto: da lì hanno cominciato ad arrivare da noi per l’assistenza legale o la scuola di italiano. Insospettiva anche il numero di posti. Per fare un’accoglienza onesta ed efficiente devi trattare numeri piccoli: 40 o 50. Se apri centri da 400 o 500 posti, che staff dovresti avere per spiegare a tutti qual è l’iter dell’asilo e seguire tutte le pratiche? E non c’è solo Roma. Mineo, in Sicilia, c’è ancora: più di 3 mila persone.

Anche perché sui grandi numeri si possono fare economie di scala.
Vede, alla mensa siamo noi a fare la spesa per controllare la qualità. Il Terzo settore non può ragionare come un’azienda. In un mondo in cui si tagliano le risorse umane, dobbiamo dare una testimonianza diversa. Noi abbiamo assunto due cuoche. E poi trattiamo con persone fragili, molte sono vittime di tortura che hanno bisogno di assistenza psicologica e psichiatrica.

Come mai non era emerso nulla?
Se chi deve controllare si limita a a leggere le carte fornite, vedrà un film molto lontano dalla realtà. Bisogna fare ispezioni, parlare con gli ospiti, vedere cosa mangiano. C’è il mediatore culturale? Come va la scuola di italiano? L’assistenza medica? Quella legale?

E le istituzioni preposte?
Al Consiglio territoriale sull’immigrazione o alle convocazioni in Comune o al Ministero io queste cose le dicevo. Non mi meraviglia che non siano state ascoltate.

Come si potranno scongiurare altri latrocini sulla pelle dei poveri?
Governare questo fenomeno significa avere chiaro cosa significa accoglienza e verificare se si svolge come da accordi. Il problema è stato sempre affrontato con logiche emergenziali. L’’emergenza Nord Africa’ insegna. È da farisei dire che sono sbarchi imprevedibili. Così però si possono ‘bypassare’ tutti i passaggi di legge: niente gare, niente appalti, tutte assegnazioni dirette.

E la mancata integrazione favorisce la xenofobia e il razzismo.
Così si alimentano le occupazioni di stabili in condizioni indegne. Le definiscono elegantemente come ‘accoglienza
informale’…

01 Dic, 2014

Cibo criminale la mafia e i nuovi servi della gleba

Don Luigi Ciotti e Stefano Rodotà dialogano su un’industria nascosta con un giro d’affari di 15 miliardi. […] Quel boss invisibile che siede alla nostra tavola. C’è un cibo difficile da digerire, un cibo illegale, è il cibo mafioso. Il cibo che le mafie coltivano, monopolizzano, trasportano, trasformano, vendono le economie avanzate del paese vivono solo grazie al lavoro dei migranti disprezzati.
Michele Smargiassi, La Repubblica

27 Nov, 2014

Contro le mafie presenza costante delle istituzioni e politiche di equità sociale

La Regione Lazio in prima linea nella lotta alle mafie e ad ogni forma di criminalità organizzata con azioni che a 360 gradi toccano tutti i differenti ambiti a rischio infiltrazioni.

“Le attività illecite – dichiara il consigliere regionale Baldassare Favara in occasione della presentazione di Mamma mafia di Danilo Chirico, nell’ambito del meeting regionale contro le mafie – legate alle organizzazioni malavitose sul territorio del Lazio sono molteplici e vanno dalla prostituzione, alle estorsioni, all’usura al riciclaggio di denaro sporco. Siamo la seconda regione per numero di transazioni economiche sospette segnalate dalla banca d’Italia e la quarta per quantità di droga sequestrata dopo la Sicilia, Calabria, Campania. Dati questi che confermano la presenza diffusa delle criminalità organizzate che la Regione Lazio contrasta con il sostegno alle attività delle forze dell’ordine locali e nazionali e con interventi di sensibilizzazione ed educazione che toccano tutti gli ambiti da quelli economici, produttivi, sociali”.

“L’antimafia – aggiunge Marta Bonafoni – deve essere un prerequisito presente in tutte le politiche messe in campo dalle istituzioni, dal welfare, al sociale, alla scuola all’educazione. La crisi economica sempre piu mordente rende piu’ esplicito il tentativo della mafia di sostituirsi allo Stato. Ecco perchè sono necessarie istituzioni sempre più forti e presenti capaci di annientare l’ingiustizia sociale della mafia con politiche di equità e benessere per tutta la comunità.”

26 Ott, 2014

MammaMafia – Il welfare lo pagano le mafie

Giovedì 27 novembre, ore 18.00
Palazzo Incontro
Via dei Prefetti – Roma

daSud partecipa a “Lazio senza mafie” e presenta il libro “MammaMafia – Il welfare lo pagano le mafie – L’economia dei clan tra diritto al lavoro, gestione dei servizi e consenso sociale” (Terrelibere edizioni, 2014)

Un’inchiesta a cura di Danilo Chirico, scritta da Danilo Chirico, Vincenzo Imperitura, Raffaele Lupoli, Giuseppe Nobile, Andrea Ossino, Giovanni Tizian e Carmen Vogani: http://bit.ly/1z9uLCk

Intervengono:
Danilo CHIRICO, giornalista, curatore del libro, Associazione daSud
Giuseppe CASCINI, Direzione Distrettuale Antimafia di Roma
Rita VISINI, Assessore Politiche Sociali Regione Lazio
Baldassarre FAVARA, Presidente Commissione Sicurezza Consiglio Regionale del Lazio
Marta BONAFONI, Commissione Politiche Sociali Consiglio Regionale del Lazio

24 Ott, 2014

“Contromafie”, con Libera impegnati per una Regione non più schiava

Le mafie nella nostra regione presidiano fortemente quasi interi settori produttivi controllando, attraverso l’immissione di cospicui capitali da riciclare pezzi di territorio e gangli vitali.

Una situazione difficile – soprattutto in relazione a settori come l’edilizia, l’agricoltura, il controllo di pezzi di territori di pregio come le spiagge – di cui la Giunta Zingaretti ha avuto da subito contezza.

Per questo il nostro impegno da amministratori e da cittadini è stato quello muoverci seguendo idealmente il solco preziosissimo tracciato da Libera e Don Ciotti, impegnati anche nel Lazio nella lotta contro le mafie in maniera concreta e tangibile.

Da rappresentante delle istituzioni credo che vada assunto da tutti l’impegno non solo morale ma concreto di lavorare ogni giorno in difesa della giustizia e della libertà di tutti, per scardinare nella pubblica amministrazione e nel quotidiano quei meccanismo nefasti come il clientelismo, la raccomandazione o anche solo “l’occhio di riguardo” che sono i territorio di crescita ed espansione della mentalità che sostiene i poteri mafiosi.

19 Ott, 2014

Lazio senza mafie. Primo Meeting Regionale contro le Mafie

26-29 novembre
Roma

Conferenze
Cinema
Letteraria

La Regione Lazio dal 26 al 29 novembre promuove ”Lazio Senza Mafie” primo meeting regionale della legalità. A Roma e nel Lazio le mafie ci sono e fanno molti affari. Solo nell’ultimo anno e mezzo la Procura di Roma ha sequestrato oltre 1500 beni immobili ai clan mafiosi!

Le inchieste della magistratura e delle forze di polizia, alle quali manifestiamo gratitudine e sostegno, delineano uno scenario preoccupante di cui bisogna prenderne atto, affinché nel Lazio si rafforzi la consapevolezza che è arrivato il momento di reagire. Un sistema territoriale infiltrato dalla criminalità organizzata perde in competitività alterando le regole del mercato, in sicurezza lavorativa e sociale, in democrazia e partecipazione, e dunque in benessere e libertà personale e collettiva.

Il contrasto alle mafie è da affrontare certo con l’intervento dei magistrati e delle forze di polizia, ma richiede una mobilitazione collettiva delle Istituzioni e della società civile.

Educazione, cultura, welfare, innovazione dei processi produttivi, buona politica e istituzioni trasparenti, sono da sempre i pilastri del nostro impegno contro la crescita della corruzione, degli abusi, dell’illegalità. Le mafie sono forti in una società diseguale, dove i privilegi hanno preso il posto dei diritti, le persone più fragili vengono lasciate ai margini e gli imprenditori onesti, che sono la stragrande maggioranza, vengono lasciati soli.

La manifestazione “Lazio senza “Mafie” promossa dalla Regione Lazio attraverso il suo Osservatorio sulla Sicurezza e la Legalità, il Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e Sviluppo Lazio vuole avere l’ambizione di contribuire a rafforzare un nuovo impegno nella lotta alla mafia fatto di buon governo della cosa pubblica, buona economia, innovazione e investimento nella cultura, nel welfare e nella partecipazione dei cittadini.