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15 Set, 2015

Riapertura scuola tra luci e ombre, preoccupata per la scolarizzazione dei rom

Riaprono le scuole nel Lazio e il primo pensiero va agli studenti, a cui rivolgo i miei più sentiti auguri di buon lavoro. Si tratta infatti di guardare sempre a questo appuntamento come tappa del percorso formativo su cui occorre investire per il futuro dei ragazzi, ma più in generale del Paese. Quello della scuola e della formazione è forse il settore più sensibile e delicato per qualsiasi scelta di intervento: qui la politica traccia i binari su cui il Paese viaggerà.

Per questa ragione agli auguri segue una certa preoccupazione per come si è ripartiti e per come la recentissima riforma de “La Buona Scuola” impatterà sul sistema scolastico. Le parole del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, in questo senso, lo confermano: “Ad oggi nella nostra Regione registriamo l’assenza di almeno 1700 professori e una serie di disagi che spingono a considerare la situazione più preoccupante di quella che ci aspettavamo”, ha detto infatti Gildo De Angelis.

A preoccupare poi è anche un altro elemento: quello legato alla scolarizzazione dei ragazzini rom. L’assenza dell’accordo tra il Comune di Roma Capitale e gli operatori sociali per riattivare questo servizio è assai grave se si pensa all’impatto sull’inclusione dei rom in questa città. Questa mattina ai campi si sono presentati pullman provvisti di autisti ma sprovvisti di operatori, con il risultato doppio di aver fatto un viaggio a vuoto e aver lasciato senza il primo giorno di scuola bambini e bambine che hanno diritto all’istruzione tanto quanto gli altri.

E’ quindi indispensabile e urgente che in queste ore si metta in campo ogni sforzo per arrivare a una soluzione definitiva. Addolora pensare che per l’inizio della scuola siano ripartiti tutti i servizi, quelli di pulitura degli edifici, della manutenzione del verde, il servizio mensa. Tutti, tranne il servizio che garantisce il diritto allo studio dei piccoli rom, considerato centrale dall’Unione europea e dalla Strategia nazionale d’inclusione.

01 Mag, 2014

Mozione #bringbackourgirls

Azioni di solidarietà per la liberazione delle 223 studentesse rapite in Nigeria

Premesso che

– nella notte tra il 14 e il 15 aprile, un commando di uomini armati ha attaccato la scuola secondaria di Chibok nello stato del Borno, nord-est della Nigeria, catturando 223 ragazze che avrebbero dovuto sostenere un esame che dà accesso a un diploma comune in molti paesi dell’Africa anglofona, il Waec. Solo poche di loro sono riuscite a fuggire;
– il rapimento è stato rivendicato dagli estremisti islamici di Boko Haram;
– Boko Haram, nome la cui traduzione dalla lingua haoussa è ormai tristemente famosa (l’istruzione occidentale è peccato), ha spesso preso di mira le scuole nel corso di una insurrezione che conta ormai migliaia di morti dal 2009;
– in un precedente attacco portato nel Borno, gli assalitori di Boko Haram avevano circondato un’altra scuola femminile, obbligando le liceali a uscire e ordinando loro di far immediatamente ritorno nei loro villaggi;
– sconcertante, come l’intera vicenda, è l’annuncio dell’intenzione di Boko Haram di vendere per pochi dollari le studentesse come schiave;
– da diversi giorni la notizia del rapimento sta facendo il giro del mondo sollevando generale indignazione e appelli per la ricerca e la loro liberazione;
– a fronte della disorganizzazione dei soccorsi ufficiali, le famiglie delle ragazze rapite, si sono attivate autonomamente, lanciando via web e tramite i social network la campagna “#bringbackourgirls” che ha sensibilizzato i media;
– diverse personalità internazionali come Hillary Clinton, Michelle Obama, Malala Yousafzai nonché lo stesso Papa Francesco si stanno spendendo in appelli e azioni per la liberazione delle ragazze.

Considerato che

– la Regione Lazio (art. 6 dello Statuto) riconosce i diritti e i valori fondamentali dell’individuo e delle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; promuove i valori della democrazia, della partecipazione e del pluralismo, ripudiando ogni forma di discriminazione e di intolleranza; fa propri i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani; riconosce il primato della persona e della vita, tutela i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalle convenzioni internazionali; Rimuove ogni ostacolo che impedisce la piena parità delle donne e degli uomini nei vari settori di attività attraverso l’attivazione di azioni positive;
– la Regione Lazio (art. 7 dello Statuto) promuove lo sviluppo dell’istruzione in ogni sua forma e grado, della formazione professionale e della cultura, garantendo il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa;
– la Regione Lazio sta, attraverso la sua azione di governo e legislativa, incentivando le politiche in favore delle libertà femminili, della salute della donna, all’istruzione dei minori.

Considerato inoltre che

– l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay, ha scritto al Presidente della Nigeria condannando il sequestro delle ragazze e ricordando come la schiavitù e la schiavitù sessuale siano vietate dal diritto internazionale e puniti come crimini contro l’umanità;
– anche l’Unione Europea si è attivata per chiedere l’“immediato rilascio” delle studentesse.

Tanto premesso e considerato il Consiglio Regionale

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale

– a chiedere al Governo di mettere in pratica, nelle opportune sedi internazionali, tutte le azioni necessarie per ottenere nel più breve tempo possibile la liberazione delle ragazze rapite;
– ad esprimere la propria solidarietà e adesione alla campagna di sensibilizzazione “#bringbackourgirls” attraverso gli strumenti di comunicazione istituzionali della Regione;
– ad attivarsi, presso l’Ufficio Regionale Scolastico, affinché gli istituti scolastici della Regione aderiscano alla campagna di sensibilizzazione “#bringbackourgirls” e promuovano iniziative in tal senso.

 

28 Apr, 2014

Liceo Giulio Cesare: intollerabile qualsiasi forma di censura omofoba e attacco al sapere

Tutta la mia solidarietà e il mio sostegno agli studenti e ai docenti del Liceo Giulio Cesare, vittime di una manifestazione omofoba e intollerante in pieno stile fascista

La scuola è stata infatti teatro di un’ “oscena” manifestazione di Lotta Studentesca che con lo striscione “Maschi Selvatici! Non checche isteriche”, ha protestato contro la decisione di alcuni insegnanti di suggerire tra le letture per il Ginnasio anche il romanzo “Sei come sei” di Melania Mazzucco.

Una dimostrazione d’intolleranza peggiorata dall’iniziativa di alcuni genitori che hanno denunciato i docenti per “corruzione di minori” per aver letto alcuni brani del libro in classe.

Credo sia inaccettabile permettere forme di contestazioni come queste che mettono in discussione due principi cardine della nostra democrazia: la libertà d’insegnamento e soprattutto la libertà di educazione fondata sul rifiuto dell’omofobia e la difesa delle differenze.

Su questi principi si sviluppa anche il lavoro avviato dalla Giunta Zingaretti nelle scuole, che ha inserito in modo strutturale la lotta all’omofobia e alla transfobia in tutti gli interventi di carattere formativo ed informativo che coinvolgono gli studenti della nostra Regione.

Un impegno che coinvolge studenti, docenti, educatori e famiglie che fa del rifiuto di ogni forma di discriminazione e dell’educazione alle differenze un vero punto di forza.

15 Apr, 2014

#1oradamore, l’educazione sentimentale è fondamentale per rendere liberi ragazze e ragazzi

Aderisco e sostengo attivamente la campagna #1oradamore lanciata dalla deputata Celeste Costantino e m’impegno affinché diventi al più presto legge.

Sono infatti fortemente convinta che l’educazione sentimentale delle giovani generazioni rappresenti un passaggio unico e obbligato per il superamento dell’intolleranza e della violenza declinata nelle forme del sessismo, del bullismo e della sopraffazione di genere.

Come Regione Lazio, anche accogliendo le motivazioni di questa campagna, abbiamo previsto l’introduzione dell’educazione sentimentale nei nostri interventi previsti nelle scuole.

Siamo infatti convinti che, a cominciare dalla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, ogni progetto vada accompagnato da un’azione di sensibilizzazione su i più giovani che li guidi per superare e azzerare i pregiudizi e i luoghi comuni che passano attraverso il linguaggio e gli stereotipi come quelli che stigmatizzano “un ragazzo che piange” o “una ragazza che si comporta come un maschiaccio”.

17 Feb, 2014

La legge contro la violenza sulle donne ad un passo dal voto finale

Con l’approvazione definitiva della proposta di Legge 33 oggi passata in V Commissione, si chiude un primo importante e delicato ciclo di lavoro del Consiglio regionale contro la violenza sulle donne.

Un impegno della Giunta Zingaretti, che ha visto la Commissione Cultura  lavorare in modo serrato per elaborare un testo complesso e condiviso che tenesse dentro tutte le richieste e i suggerimenti delle realtà ed istanze già presenti sul territorio.  Il testo licenziato – per il quale garantirò il massimo impegno affinché arrivi in tempi serrati in Consiglio regionale – mira infatti a potenziare la rete dei servizi territoriale.

Dai centri antiviolenza, alle case rifugio a sostegno delle vittime di violenza, introducendo anche nuove forme di intervento come le case di semiautonomia e i percorsi di reinserimento sociale e lavorativo. Questa legge mi rende orgogliosa perché è una legge innovativa e moderna, che si pone l’obiettivo di contrastare della violenza sulle donne attraverso una serie d’interventi di natura diversa da quelli culturale ed educativi.

Le scuole della nostra Regione saranno perciò parte attiva e snodi insostituibili per le campagne di educazione di genere e di contrasto della violenza degli uomini contro le donne. La legge 33 sarà finanziata con un milione di euro per tre anni: un finanziamento che è quattro volte quello di 250.000 euro previsto dal passato bilancio.

E queste risorse non si esauriranno ma andranno a costituire un fondo ad hoc che si aggiungerà ad altri stanziamenti già esistenti in materia.