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Suo padre si chiamava Mario, il figlio Ovidio. L’altro era Angelo (detto Angelino), Alessio a un certo punto della sua carriera ha mollato tutto e si è dedicato al lavoro in azienda.

Ieri ho dedicato la mia intera giornata alla provincia di Viterbo. C’era un sole straordinario, colori imperdibili: il cielo, la terra, il tufo, gli animali, la tavola imbandita. Ho conosciuto alcune aziende agricole del distretto biologico della via Amerina: realtà laboriose, fatte di passione e tradizioni familiari, accanto alla cura e all’investimento sulle nuove tecnologie.
Posti bellissimi, dove ora anche i nipoti di
Mario e Angelino hanno deciso di mettere a frutto studio e tradizioni familiari: sono i giovani agricoltori della nostra Regione. Ragazzi e ragazze di venti, trent’anni. Straordinari.

In Regione nelle prossime settimane mi impegnerò per portare all’approvazione finale la legge sui #biodistretti, di cui sono firmataria.
È un testo che dice una cosa semplice: investire su queste reti di agricoltura di qualità significa rafforzare loro, e con esse un modello di sviluppo che punti a una valorizzazione vera dell’identità e della bellezza dei nostri territori. Col cibo di qualità, il turismo sostenibile, le filiere pulite.

Per me questo è essere utili alla comunità che si rappresenta. Riconoscere a Ovidio e Alessio l’importanza che meritano, mentre si alzano alle 5 del mattino e non si fermano mai.

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