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Con l’approvazione della legge sulla promozione dell’apprendimento, formazione e acquisizione di specifiche competenze nelle discipline STEM la Regione Lazio assesta un altro fondamentale colpo nel soffitto di cristallo che impedisce alle bambine, alle ragazze e alle donne anche del nostro territorio di avere pari opportunità rispetto ai loro omologhi maschi.

Le donne italiane sono più istruite, più laureate e in generale hanno rendimenti scolastici migliori dei loro colleghi, in tutto tranne che nelle discipline scientifiche. Addirittura il punteggio in questo caso vede le bambine e le ragazze collezionare -16 punti rispetto ai bambini e ai ragazzi. E questo mentre il futuro occupazionale del nostro Paese vede proprio nelle discipline legate alla ricerca scientifica, alla transizione digitale ed ecologica, al trattamento dei dati le potenzialità maggiori.

Bene quindi la legge a prima firma della consigliera del PD Michela Di Biase, che anche io ho sottoscritto e che schiera la Regione Lazio in questa battaglia, promuovendo tra l’altro borse di studio, tirocini formativi, formazione per i docenti, campagne di sensibilizzazione e divulgazione. Con la consapevolezza che la minor presenza delle donne nei percorsi STEM non difende certo da limiti biologici e cognitivi, ma da ostacoli socio-culturali.

Ancora una volta stiamo battendoci contro le disuguaglianze.

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