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Il divieto da parte della questura del presidio organizzato da associazioni, comitati e cittadini della zona sud est di Roma per la mancata realizzazione delle opere previste per la compensazione della Tav, rappresenta di fatto una lesione del diritto all’espressione democratica, di fronte ai tanti cittadini, associazioni e comitati che si battono per la cura e la difesa del territorio.
Sono passati ormai dieci anni dall’inaugurazione della ferrovia ad alta velocità che collega Roma a Napoli ma delle previste opere annesse per realizzare parchi, strade, illuminazione e per la valorizzazione dei reperti archeologici, neanche l’ombra.
Di fronte a intere zone in stato di abbandono e degrado proprio nel tratto dell’alta velocità, non possiamo che stigmatizzare ancora una volta la latitanza del Comune di Roma, che di fatto ha le competenze per rilanciare quel progetto di mitigazione ambientale per il quale i cittadini e i residenti hanno deciso di scendere in piazza.
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