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04 Apr, 2017

La magia della festa di Comune-info

La magia di una festa ha i suoi ingredienti. Un buon pretesto, ad esempio il compleanno di un’avventura editoriale, Comune, fragile, ribelle e ricca di speranza. Il sole e un prato, quello della fattoria sociale di Capodarco nella Tenuta della Mistica, a Roma. Cibo e vino buoni. Giochi, laboratori, qualche conversazione per imparare a guardare in modo diverso la città, canti e danze.

Tanta voglia di stare insieme, di mettere in comune pensieri e abbracci, ma anche risonanze con molti e molte ben oltre il Raccordo anulare (lo sa bene Massimo che per non perdersi la festa e dare una mano allo stand dell’accoglienza ha preso un treno da Napoli) e le Alpi. C’era tutta quella magia sabato Primo aprile a Resistere creando. Grazie

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Nota a margine
Con quasi mezzo milione di pagine scaricate, quello di gennaio-marzo 2017 è stato il trimestre con il maggior numero di pagine scaricate nella breve ma intensa storia di Comune. Una ragione in più per festeggiareLa magia di una

24 Feb, 2017

Resistere creando. Festa di Comune

Sabato 1 aprile
Tenuta della Mistica

Da cinque anni ogni mattina ci ostiniamo a occupare uno spazio web per raccontare e accompagnare la creazione di mondi nuovi. Il compleanno di Comune merita una bella festa: ci vediamo sabato 1 aprile nella Tenuta della Mistica, l’azienda di agricoltura biologica di Capodarco, a Roma (sulla Prenestina), nota per la sua fattoria sociale.

Nella mattinata, tra le altre cose, presenteremo l’avvio di una ricerca, “Resistere è creare”, dedicata a Roma, mentre per i più piccoli tre splendidi laboratori. Naturalmente mangeremo insieme a pranzo e ci prenderemo tutto il tempo che ci vuole per stare bene nel pomeriggio, in questo prezioso pezzo di campagna dentro Roma. Insomma, una taverna comunale speciale: non potete mancare.

PROGRAMMA DELLA FESTA

ore 10,30 Accoglienza
ore 11 Laboratori per bambini
Dipingiamo con la Natura (Anna Bruno)
Tutto all’aria. Costruiamo aquiloni e paracaduti (Delia Modonesi)
ore 11 Tanti auguri Comune!
ore 11,15 Presentazione della ricerca Resistere è creare dedicata a Roma
ore 12,45 Aperitivo musicale (Alberto Lombardi)
ore 13,15 Pranzo bio e a km zero (Capodarco)
ore 15 Laboratori per bambini
Pesce d’aprile. Giochiamo con la carta marmorizzata (Delia Modonesi)
ore 15,30 Passeggiata nella Fattoria sociale (Capodarco)
ore 16 Danze (Daniela Degan)

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IMPORTANTE: PRENOTAZIONI

Naturalmente partecipare alla festa – per la quale proponiamo un costo di 15 euro per gli adulti e 10 euro per i bambini (laboratori inclusi!) – è un modo per sostenere la fragile avventura di comunicazione indipendente di Comune, ma anche la splendida esperienza della fattoria sociale di Capodarco, dove lavorano ogni giorno diversi ragazzi con disabilità (il 50 per cento del ricavato è destinato a Comune).

È evidente: non si tratta di una Taverna comunale come le altre, per questo:
1) vi chiediamo di allargare l’invito ad amici e familiari;
2) vi preghiamo di prenotare quanto prima e comunque entro giovedì 30 marzo scrivendo a info@comune-info.net (indicando nome e numero di prenotazioni). Grazie.

23 Ott, 2015

Quando si sveglia il cuore della mia città

Ormai lo faccio da qualche anno. Tutte le mattine di buon’ora corro per le strade del mio quartiere: la rassegna stampa in cuffia, gli occhi e le gambe ben piantati sulla mia città. Sono momenti a cui non riesco più a rinunciare, li ho resi uno dei pilastri del mio impegno di amministratrice locale. Mi pare di vederla meglio Roma all’alba, di capirla di più. Corro nelle ore in cui la notte lascia il passo al giorno. Quando il caos e il puzzo del traffico ancora tacciono, e riesco a sentire il profumo del caffè che arriva da dietro alla tapparella appena aperta al primo piano, o la musica che suona da una radio nascosta dietro a quel davanzale in cui tutte le mattine sono stese a rigenerarsi le lenzuola e i cuscini della notte.

All’alba si vede la città che riparte, con la sua forza, le sue fatiche, le sue contraddizioni. Protagonisti fissi della scena sono naturalmente i cani con i loro padroni, accanto alle signore anziane che scendono di casa accompagnate dalle badanti straniere, e si fermano sui muretti dell’isola pedonale a leggere i giornali insieme. Così in quella piazza tutti i giorni vedo avanzare silenziosa e quasi inconsapevole quella convivenza tra diversi che invece sembra così impossibile da raggiungere tra le urla televisive. Qua e là spuntano mezzi addormentati i ragazzini delle medie, concentrati nel loro tragitto casa-scuola che poi è anche la strada che, attraverso i loro passi nella città, li conduce verso l’adolescenza.

Il mattino è anche l’ora dei mestieri. Quelli che si prendono cura di Roma. Stamani, per dire, c’erano due camion con l’escavatrice fermi sotto casa. Si vede che aprono qualche cantiere qui intorno. Sempre, ci sono i camion della nettezza urbana, che oltre a svuotare i cassonetti segnalano l’ultimo frigorifero abbandonato sul marciapiede da qualche civilissimo residente.

Gli spazzini in effetti ultimamente sembrano aumentati. Spazzano, e falciano l’erba che altrimenti in alcune fasi della tormentata amministrazione della città trasforma la mia corsa in una specie di trekking di montagna. Come in un teatro, fa da sfondo al mio andare in giro per il quartiere un muro lungo e grande che recinta una scuola. È un muro magico, che si rinnova più o meno ogni settimana: perché è il muro che i writers della zona hanno eletto a loro tela. Così ogni tanto il passo rallenta per ammirare l’ultima creazione che – quasi scientificamente – è accompagnata dall’incazzatura che mi fa vedere le bottigliette spray buttate nell’aiuola. Lasciate la’. Come se al bello, a Roma, non potesse che accompagnarsi sempre anche il brutto, il cosiddetto degrado.

Ma c’è un fotogramma che io ho eletto a mia scena preferita mentre corro e la città si risveglia. È per me quello il tasto che misura la temperatura del rapporto tra lo Stato, l’amministrazione pubblica, e la vita dei suoi cittadini. Ogni mattina poco prima delle 7.30 incontro in piazza il pullmino di Roma Capitale che accompagna a scuola i ragazzi disabili. Gli corro di fianco, senza intralciare, ma osservo tutti i giorni quella scena che sempre mi commuove e mi dà pensiero.

Lei scende accompagnata dalla mamma, dal papà o da entrambi.

A volte è serena e sorride. Più spesso quando si apre il portone comincia ad urlare, non vuole andare. Se c’è la mamma la porta delicata per un braccio, e per fare quei pochi metri deve sfoderare tutta la sua forza perché lei è già adolescente e piena di energie. Se c’è il papà fa sempre lo stesso gesto: posa a terra la sua ventiquattr’ore di cuoio e la convince a salire, ancora una volta, su quel pullmino. Accolta dal buongiorno degli operatori sociali e dell’autista.

Da anni negli occhi di quei genitori nel momento del saluto io vedo sempre la stessa cosa: l’ansia di separarsi, forse anche il senso di colpa. E il sollievo di poter tirare il fiato almeno per qualche ora, vedendo affidata la propria figlia in buone mani. Che in fondo sono le mani della città, le nostre.

Ecco, io non so cosa succederà nei prossimi giorni e mesi a Roma.

Credo però una cosa: che per ripartire questa città ha bisogno innanzitutto (non solo ma innanzitutto) di ricominciare da qui. Dalla cura.

Che è cura degli spazi, delle persone, delle relazioni.

Da quella stanza in cui tutti i giorni suona la sveglia, la luce del comodino si accende, e la giornata comincia. E come andrà, se sarà una giornata bella, semplice, serena, felice, dipende anche dalle scelte della politica.