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La sentenza pubblicata oggi dalla Corte Costituzionale che sancisce la legittimità della nostra legge regionale n. 4/2017 è una notizia che rappresenta una vittoria straordinaria.

Ho seguito fin dall’inizio del mio impegno di Consigliera regionale le battaglie e le vertenze delle lavoratrici e del lavoratori cosiddetti “esternalizzati”, quel popolo di donne e uomini assunti con contratti “atipici”, a tempo determinato, partite iva, collaborazioni e mille altre tipologie. Una lotta che ho portato avanti strenuamente, con coraggio e intelligenza insieme alle rappresentanze sindacali.

Ora, la Corte Costituzionale ha scritto, nero su bianco che se la Regione può assicurare i servizi di assistenza sanitaria tramite forme esternalizzate nell’esercizio della sua competenza residuale in materia di «organizzazione amministrativa» e, al contempo, di quella concorrente in materia di «tutela della salute», può altresì, avvalendosi di questa stessa competenza concorrente, prevedere una misura intesa a riconoscere, nell’ambito del curriculum formativo e professionale, l’esperienza maturata dai soggetti impiegati nel settore sanitario attraverso forme esternalizzate che intendano concorrere per l’assunzione nel Servizio sanitario regionale”.

E’ l’affermazione di un principio sacrosanto e il riconoscimento della bontà delle intenzioni nostre e dell’Assessorato alla Sanità quando abbiamo scritto insieme l’emendamento che era oggetto del ricorso e di cui oggi viene sancita la correttezza.

Ora la legge è pienamente operativa e sta a noi applicarla al più presto in tutti gli ambiti possibili nel lavoro quotidiano che già da tempo portiamo avanti per le assunzione del personale in ambito sanitario, provvedendo da subito ad un piano straordinario di assunzioni e di reinternalizzazione dei servizi, ponendo fine alla pratica delle esternalizzazioni che da tanti, troppi anni viene impiegata nelle strutture del nostro servizio sanitario e i cui lavoratori meritano, finalmente, una stabilizzazione definitiva.

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