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Questa mattina sono stata a Castel di Guido per portare la mia solidarietà al presidio degli agricoltori di “Roma Agricola” costretti fuori dalla tenuta dal divieto a manifestare imposto dalla Questura a quanto pare su suggerimento del Comune di Roma. Un boicottaggio, quello di Roma Capitale, confermato anche oggi quando una quindicina di loro si è vista sbarrate anche le porte del museo locale, mentre la responsabile delle visite si sarebbe sentita addirittura minacciare con una brusca telefonata degli uffici capitolini volta a vietarle di accompagnare il gruppo.

Un atteggiamento grave, miope e incomprensibile quello della giunta Raggi, che dovrebbe avere a cuore il destino di quei 2000 ettari agricoli della città che potrebbero diventare un pezzo del rilancio di Roma in termini di sviluppo economico e di creazione di nuovi posti di lavoro dentro un’azienda interamente pubblica, anziché essere lasciati alla cattiva gestione e all’incuria.

Spiace una volta di più allora che il Campidoglio abbia deciso di impugnare la delibera della Regione Lazio per il rilancio di Castel di Guido, primo vero atto di una amministrazione pubblica dopo anni di immobilismo. Da parte nostra siamo pronti a portare avanti un dialogo vero e costruttivo coi comitati e con Roma Agricola, auspicando di trovare lo stesso spirito di collaborazione nel Comune, indispensabile alla buona riuscita del rilancio dell’azienda.

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