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02 Ago, 2018

Presidio per ricordare lo sterminio dei Rom

Chi è sopravvissuto racconta che lo sterminio dei rom e dei sinti nel campo di Auschwitz-Birkenau fu innanzitutto una questione di “suoni”.

Prima, quello dei rom era il settore più invidiato (dice proprio così chi c’era): perché le famiglie potevano restare insieme, le mamme coi figli, si sentivano grida di giochi, canti e persino il rumore dei passi del ballo.
Poi, all’improvviso, quella mattina del 2 agosto 1944, fu solo un enorme e assoluto silenzio. Dalle baracche dei rom non si alzava più un sussurro ma solo il densissimo fumo nero dei forni.

Oggi dalle 14.00 a Montecitorio ci sarà un presidio, per ricordare quello sterminio.
Io ho aderito.

Perché rom e sinti manifestano contro ogni razzismo. Perché lo fanno nella città in cui agli sgomberi non seguono soluzioni e dove un uomo ha sparato dal balcone colpendo la piccola Cerasela mentre era in braccio alla mamma. Perché rom e sinti protestano a due passi dal palazzo di un governo il cui ministro degli interni è tornato a chiamarli “parassiti”.
Ora come allora.