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26 Dic, 2014

Giorno della Memoria 2015: “Alle vittime di Parigi, contro ogni odio”

GIORNO_DELLA_MEMORIA_2015_WEB_4A 70 anni esatti dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, in occasione del decimo anniversario dell’istituzione del Giorno della Memoria da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, il Consiglio regionale del Lazio commemora le vittime dell’odio. Dalla violenza nazifascista che ha generato il dramma, sempre vivo nella testimonianza dei sopravvissuti, dei campi di concentramento, all’irrompere in Occidente, e in Europa in particolare, degli attentati terroristici che, come il 7 gennaio a Parigi, segnano in modo indelebile il tempo in cui viviamo.
Alla presenza di importanti personalità del mondo politico, sociale e religioso, tra cui l’Ambasciatrice di Francia presso la Repubblica Italiana, Catherine Colonna, l’assessore alle Politiche Educative della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, Gady Tachè, sopravvissuto all’attentato al Tempio Maggiore del 9 ottobre 1982, il presidente dell’Anpi Roma, Ernesto Nassi, il presidente e il vicepresidente dell’Aned Roma, Maurizio Ascoli ed Eugenio Lafrate, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, sarà scoperta nel Parco della Pace una stele che riporta incisa la frase “Alle vittime di Parigi, contro ogni odio” tradotta in francese, ebraico e musulmano.

Lunedì 26 gennaio ore 14.00 Consiglio regionale del Lazio – Parco della Pace

23 Dic, 2014

Ponte Galeria, “La Guantanamo italiana”, la situazione al Cie dopo il cambio gestione

Le sorti del personale della società Auxilium, che ha perso la gara d’appalto indetta dalla prefettura per il prossimo triennio. Al loro posto il Centro di identificazione ed espulsione viene oggi gestito da un raggruppamento di imprese guidato dalla francese GEPSA, società leader nella logistica di penitenziari e centri di detenzione. Un passaggio che pone diversi interrogativi e incide in maniera preoccupante sulle condizioni dei migranti e sulle prospettive degli ex-dipendenti.

ROMA – Il clamore delle inchieste sulla “Terra di mezzo” l’ha fatto passare in secondo piano, eppure quanto sta avvenendo al CIE di Ponte Galeria contribuisce a gettare una luce inquietante sulla gestione dei centri per migranti. Siamo alla mezzanotte di domenica 14 dicembre, quando decine di persone abbandonano il Centro di Identificazione e Espulsione, aperto nel 1999 all’estrema periferia romana. Non sono evidentemente i quasi 100 migranti trattenuti, bensì il personale della società Auxilium, che ha perso la gara d’appalto indetta dalla prefettura per il prossimo triennio. Al loro posto il CIE viene oggi gestito da un raggruppamento di imprese guidato dalla francese GEPSA, società leader nella logistica di penitenziari e centri di detenzione. Un passaggio che pone diversi interrogativi e incide in maniera preoccupante sulle condizioni dei migranti e sulle prospettive degli ex-dipendenti.

La telefonata. “Auxilium era mille volte meglio, chi gestisce oggi la struttura ha sottovalutato la situazione”. A dirlo non è stato uno dei dipendenti della società esclusa, ma Ibrahim (nome fittizio), che a Ponte Galeria è recluso da poche settimane. Raggiunto al telefono, ha raccontato nei dettagli gli effetti del cambio di gestione sulle condizioni dei migranti reclusi. “Nella sezione maschile siamo quasi 80, con dieci bagni alla turca che per i primi quattro giorni di gestione non sono stati mai puliti. Potete immaginare l’odore. Solo il 19 dicembre hanno portato la carta igienica, mentre fino ad ora non è stato ripristinato il servizio di barberia e non possiamo quindi rasarci da cinque giorni”.

La storia di Ibrahim. Accento romano marcato, Ibrahim è arrivato in Italia 24 anni fa, da ragazzino. Come molti reclusi, è stato portato nel CIE direttamente dal carcere, ma mai si aspettava di trovare un tale degrado. “All’interno del centro – ci ha spiegato con ansia – ci sono persone con gravi problemi di salute, che necessitano di cure specialistiche che non sono garantite”. Lui stesso dice di avere problemi di cuore e al sistema nervoso, di essere stato operato in passato e di dover assumere medicinali salvavita e sottoporsi a controlli costanti. Qui interviene un altro disservizio, ovvero la mancanza degli autisti, che Auxilium prevedeva anche per facilitare le visite ospedaliere: “adesso c’è solo un’ambulanza, che si mette in moto solo se uno cade per terra svenuto”. “In questo modo – prosegue – i giudici confermano la convalida di trattenimento oltre i 30 giorni anche per chi non sta bene, dicendo che non ci sono accertamenti medici che lo dimostrino”.

E i giornalisti restano fuori. Quella di Ibrahim è una fra le tante storie di persone che si trovano nei CIE pur vivendo in Italia da anni o avendo presentato richiesta di asilo. A toccare con mano la situazione sono state Barbara Spinelli, europarlamentare italiana e Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio che ha appena presentato un’interrogazione per chiedere chiarezza sul numero e sulla gestione dei centri per migranti presenti in regione. Venerdì 19 hanno visitato la struttura di Roma, incontrando i rappresentanti della nuova gestione e diversi ospiti e, all’ingresso del centro, una delegazione dei 67 dipendenti di Auxilium oggi senza lavoro. Ad accompagnarle dovevano essere alcuni giornalisti e avvocati membri della campagna LasciateCIEntrare, che per la prima volta da quando la campagna è stata istituita sono stati bloccati all’ingresso senza nessun provvedimento formale, salvo una comunicazione della prefettura che “sconsigliava” la visita, viste “le normali situazioni di disagio e criticità fisiologicamente legate alle fasi di cambio gestione”. Il racconto dell’onorevole Spinelli e di Bonafoni, accanto alla testimonianza diretta di Ibrahim e di altri migranti contattati, ai video e alle foto inviateci, sono però sufficienti a definire i contorni di una vicenda che ha ben poco di normale, tanto che Gabriella Guido, coordinatrice di LasciateCIEntrare, ha parlato di “una Guantanamo italiana, che aggiunge ulteriore disumanità a luoghi già di per sé disumani”. Per capirne meglio i contorni bisogna viaggiare dalle periferie parigine alle coste siciliane.

Chi sono i nuovi gestori. E’ alle porte di Parigi che ha sede infatti GEPSA, acronimo che sta per Gestione Penitenziari E Servizi Ausiliari, titolare dell’appalto per Ponte Galeria. La società è una branca del gruppo Cofely, holding dell’energia che ha 2200 dipendenti solo in Italia e lavora per numerose amministrazioni pubbliche. Cofely è a sua volta controllata da GDF-Suez, fra i colossi mondiali dell’energia, al secondo posto per fatturato nel 2013 con oltre 80 miliardi di euro. Nell’agrigentino ha sede invece Acuarinto, associazione culturale che dal 1996 gestisce centri per richiedenti asilo, vittime di tratta e minori non accompagnati, su finanziamento diretto del governo o tramite il sistema SPRAR. La cooperativa romana Synergasia, specializzata in interpretariato e mediazione linguistica, ci riporta infine nella capitale.

Spesa dimezzata, servizi dimezzati. Sono questi tre soggetti, con l’apporto di Cofely, ad aver vinto la gara di appalto per la gestione del CIE di Ponte Galeria, bandita dalla prefettura di Roma dopo la naturale scadenza dell’appalto della Auxilium. Una vittoria che segue a quelle già ottenute nel 2014 per i CIE di Torino e di Milano – quest’ultimo convertito in centro per richiedenti asilo – e per quello di Gradisca di Isonzo, in Friuli, che dovrebbe essere riaperto a breve. Appalti da milioni di euro, più di 2 e mezzo solo a Roma, aggiudicati sfruttando il criterio dell’asta al ribasso: oggi per Ponte Galeria si spendono circa 28 euro a persona al giorno, a fronte dei 41 euro del precedente appalto. Inevitabile che ciò si rifletta sugli ospiti. Diego Avanzato, direttore del CIE e membro di Acuarinto, ci ha spiegato come questo dato vada rapportato alla capienza massima del CIE, passata da 364 a 250 posti. A ben vedere, però, questo peggiora ulteriormente la questione: se alcune spese – come quelle per i dirigenti e per la struttura, che è la stessa – rimangono fisse, la quota riservata ai servizi sarà infatti ancora più bassa. Non a caso il pocket money destinato agli ospiti è sceso da 3,50 a 2,50 euro al giorno, e – ha raccontato Ibrahim – “non abbiamo visto né mediatori culturali né psicologi”.

Il sistema delle aste al ribasso. E’ il sistema che ha permesso a GEPSA e ai suoi soci di diventare il principale gestore dei CIE italiani – 5 oggi in funzione – e di entrare con forza anche nei centri per richiedenti asilo, dai CARA ai CDA, eliminando competitors come Croce Rossa e, per Ponte Galeria, Auxilium. Un mercato fruttuoso e difeso a suon di ricorsi incrociati al TAR: GEPSA e Eriches 29 Giugno – la cooperativa di Salvatore Buzzi, oggi arrestato per Mafia Capitale – si erano contese la gestione del CARA romano di Castelnuovo di Porto, oggi andato a Auxilium, mentre in Friuli GEPSA era stata costretta a ritirarsi dalla redditizia gestione di CIE e CARA dopo il ricorso al TAR della rivale Connecting People. A pagarne le spese sono gli ex-lavoratori, formalmente ancora dipendenti di Auxilium, che attendono il promesso riassorbimento nella nuova struttura, e soprattutto i migranti reclusi, che in poche ore hanno visto peggiorare condizioni di vita già molto difficili.

22 Dic, 2014

Terzo Libro Bianco sul razzismo in Italia

Lunedì 26 gennaio, ore 17.00
Auditorium Santa Croce
Via Statilia, 15 – Roma

Interviene una delle Autrici
Serena Chiodo

Sono invitati
Movimento immigrati e rifugiati di Caserta, Madiba Mandela Project, Social Pride, Barca dei Diritti, Arci Roma, Asinitas, Medici senza camice. Associazioni, movimenti e cittadin@

Modera
Marta Bonafoni

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Nel terzo libro bianco, Lunaria ripercorre le Cronache di ordinario razzismo che attraversano la vita pubblica e sociale nel nostro paese, allungando lo sguardo verso l’Europa, di cui ultime elezioni hanno svelato le pulsioni nazionaliste, xenofobe e populiste.

Attraverso questo lavoro di monitoraggio, analisi e approfondimento si denuncia l’evoluzione delle molteplici forme di razzismo nel nostro Paese, dalle discriminazione istituzionali alle stigmatizzazioni mediatiche, dalle violenze fisiche alla retorica politica. Proseguendo il lavoro avviato nel 2007, il testo racconta le discriminazioni e le violenze razziste quotidiane che attraversano icomportamenti sociali, i discorsi della politica, gli interventi delle istituzioni e i messaggi dei media, grazie all’analisi di duemilacinquecentosessantasei casi di discriminazioni e violenze razziste documentati in un database on-line tra l’1 settembre 2011 e il 31 luglio 2014.

Gli autori si confronteranno con storie di razzismo raccontate dai cittadini e dalle cittadine che si sono resi protagonisti delle battaglie per i diritti contro le discriminazioni in questa città e nel resto del sud Italia, a partire dal percorso del Social Pride fino ad arrivare alla barca dei diritti e al progetto Mandela. Parleremo di Castelvolturno, di Rosarno e del lavoro nero, della accoglienza e delle mafie che ne fanno un business, e ancora di come la speculazione politica crea diritti di serie A e di serie B.

 

22 Dic, 2014

“Le Regioni sono troppe, un piano per accorparle”

Il suo obiettivo è una netta sforbiciata al numero delle Regioni. Quelle di oggi, dice, riflettono una suddivisione anacronistica del territorio italiano. Per arrivarci però Nicola Zingaretti propone una tappa intermedia: senza bisogno di nuove leggi, le Regioni inizino subito a mettere in comune per grandi aree del Paese alcuni dei mestieri che fanno ciascuna per sé.
Leggi l’articolo

20 Dic, 2014

Giustizia per Chiara

20 anni di reclusione per maltrattamenti e tentato omicidio con l’aggravante della continuazione. Il fidanzato di Chiara Monda, la ragazza massacrata di botte a Casal Bernocchi, ha ricevuto oggi una condanna che rende giustizia a Chiara e che mi auguro possa contribuire a non far spegnere i riflettori sul dramma sociale della violenza di genere.

Un tipo di violenza che va punita con pene certe e severe, ma che ancor di più va affrontata spingendo l’acceleratore sulla prevenzione: il fidanzato di Chiara la controllava in maniera ossessiva, prima ancora che metterle le mani addosso violava sistematicamente la sua libertà e autonomia, fino a botte finali, che l’hanno ridotta in fin di vita, scattate perché lui aveva scoperto che lei si scriveva in chat con un altro ragazzo.

La violenza di genere è violenza infame, che si nasconde dietro un presunto amore, che è desiderio di controllo e sopraffazione, assenza totale di rispetto delle differenze. La politica e la società tutta devono farsi carico di questo dato ‘strutturale’ del nostro vivere civile. La Regione Lazio ha investito ingenti risorse proprio in questa direzione, e la legge 4/2014, approvata da alcuni mesi dal Consiglio Regionale, rappresenta una risposta innovativa e globale.

Resta il fatto che una giusta sentenza non riesce ad alleviare il dolore. Un dolore acuto per una giovane donna che è ancora in uno stato di salute molto precario e che rischia di non potersi mai più riprendere la propria vita.

19 Dic, 2014

Cie Ponte Galeria: situazione delicata, sull’accoglienza è arrivato il momento della chiarezza

Al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria siamo in un momento delicato, c’è un passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione all’interno del Cie e gli ospiti lamentano alcuni cambiamenti contingenti che a noi che siamo “fuori” potrebbero sembrare minuzie e diventano invece dirimenti questioni di dignità e di diritti dentro al Centro: da giorni gli uomini non si fanno la barba e non hanno il sapone e lo spazzolino da denti, non riescono ad avere vestiti puliti e in diversi sono vestiti con il “kit” estivo, ciabatte e pantaloncini al freddo di questi giorni, le donne ci è stato detto lamentano l’assenza di fornitura di assorbenti igienici.
Inoltre gli stranieri del Cie hanno un problema con il pocket money – per le sigarette, le telefonate – che è passato da 3,5 euro a 2,5 euro al giorno, una sottrazione di un euro al giorno che in quel contesto è molto significativa.

Oggi nel Centro sono ospitati 76 uomini e 22 donne. Il cambio di gestione dalla cooperativa Auxilium alla società Gepsa è avvenuto cinque giorni fa: i disagi e la tensione latente che abbiamo riscontrato oggi sono dunque sicuramente dovuti al recente avvicendamento, ma anche a una gara vinta “al ribasso” dalla nuova gestione. Il personale è passato dalle 67 unità di prima alle circa 35 di adesso, con turni di copresenza diurni di 7 persone, che scendono a 3 la notte. E tutto non per inadempienze della Gepsa, ma rispettando il capitolato della gara bandita dalla Prefettura di Roma.

Proprio il tema della qualità e della trasparenza delle gare per gli appalti delle strutture per migranti e rifugiati è saltato all’attenzione della cronaca con l’inchiesta Mafia Capitale: un elemento in più per farci dire oggi che su queste materie va ripensata completamente la politica nazionale.

Anche per questo due giorni fa ho presentato un’interrogazione in Regione per chiedere al Presidente Zingaretti di inoltrare al governo e al Viminale la nostra domanda di chiarezza e informazione: nella nostra regione esiste il Cie di Ponte Galeria ed esiste il Cara di Castelnuovo di Porto, sono sorte inoltre durante Mare Nostrum e in particolare durante gli ultimi mesi strutture che ospitano temporaneamente migranti in transito di cui non conosciamo nulla: ubicazione, capienza, gestione. Credo sia un diritto-dovere degli amministratori regionali invece avere contezza di ciò che accade nei propri territori, per la vigilanza e per garantire i diritti sia agli stranieri trattenuti che alla popolazione residente.

19 Dic, 2014

Mafia Capitale: la fiaccolata a Sacrofano una reazione giusta e coraggiosa

Nonostante il suo titolo, “Mafia Capitale”, l’inchiesta sul Mondo di Mezzo non ha colpito solo Roma ma anche diversi Comuni e paesi alle porte della nostra città, a cominciare da Sacrofano, luogo di residenza del boss Massimo Carminati.

Per questo desidero stringermi intorno a quei cittadini e a quelle cittadine che oggi hanno deciso di dare vita a una fiaccolata per le strade del loro Comune, alle 18.30 in piazza Ugo Serata. Una risposta forte, immediata e non banale per quel territorio: per dire che esistono e hanno voglia di mostrarsi molte persone oneste, per reagire – insieme all’Associazione Libera – alle infiltrazioni mafiose disvelate dalla Procura di Roma.

Ho avuto modo di conoscere un grande e bel pezzo di società civile di Sacrofano durante la campagna elettorale delle ultime amministrative. Ho visto e percepito moltissime energie positive, senso di solidarietà, voglia di partecipare alla costruzione di una comunità più equa e più giusta. È a loro che desidero fare arrivare oggi la mia vicinanza. Solo uniti, e cambiando il nostro modo di fare politica sui territori, potremo dire che – a di là delle responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare – le carte dell’inchiesta “Mafia Capitale” saranno servite ad imporre una riflessione in grado di rigenerare la politica e la società civile.

17 Dic, 2014

Migranti: interrogazione urgente per verificare gli appalti dei centri accoglienza

Ho presentato oggi un’interrogazione urgente a risposta immediata al Presidente Nicola Zingaretti perché ritengo non più procrastinabile una verifica presso il Ministero degli Interno delle procedure di assegnazione degli appalti relativi  alla gestione dei Centri di accoglienza per migranti nella nostra regione.

Sul nostro territorio sono infatti presenti sia Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (C.A.R.A.),  Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) e Centri di Accoglienza per migranti e richiedenti asilo di carattere ordinario e straordinario, dislocati in maniera difforme.

Fatta salva la richiesta formulata a più riprese della necessità del superamento di strutture come il Cie di Ponte Galeria – vero luogo di sospensione dei diritti civili e umani – va sottolineato che  queste strutture hanno rappresentano la risposta “scomposta” da parte delle istituzioni competenti  incapaci di attuare un organico piano di accoglienza dei migranti

Le cronache di questi ultimi giorni hanno riportato notizie – anche preoccupanti –  riguardanti  la possibilità di realizzazione di nuove strutture a carattere straordinario nei Comuni di Pomezia (località Santa Palomba) e Nettuno,  evidenziando dubbi sulla fornitura di acqua potabile garantita attraverso   autocisterne,  la sufficienza di abiti e cibo forniti nei Centri di Pomezia e rispetto l’inagibilità del centro di Nettuno dove mancherebbero il gas e l’allaccio all’energia elettrica. Appare impossibile non collegare queste criticità con quanto emerso dall’inchiesta “Mafia Capitale” che ha ben descritto le modalità di gestione dei Centri e l’opaco giro di affari e di appalti ad essa collegati.

Ad oggi – e questo è già una grave mancanza nel processo democratico –  non è dato sapere nè al consiglio regionale, nè agli amministratori locali l’ubicazione di queste strutture, le modalità utilizzate dal Ministero dell’Interno per la localizzazione, la scelta degli stabili, degli enti gestori e le convenzioni con essi definite anche in relazione alla qualità dei servizi offerti.

Per questo ho ritenuto urgente, anche in occasione della Giornata internazionale dei migranti ricordata il 18 dicembre, interrogare il Presidente della Giunta sulle iniziative che intende avviare nei confronti del Ministero dell’interno per conoscere procedure di assegnazione degli appalti per la gestione dei Centri e la  mappature con esatta ubicazione di tutte le strutture. Elementi mancanti ma necessari per espletare il ruolo di controllo e verifica e garantire percorsi democratici a tutti i cittadini.

E a completamento di questo percorso “di democrazia” venerdì 19 dicembre farò visita al Cie di Ponte Galeria. Una iniziativa istituzionale  per verificare le condizioni di vita dei migranti li trattenuti, i cui particolari saranno oggetto di una conferenza stampa che si terra al termine di fronte al Centro alle ore 14.