Top

07 Feb, 2014

Avenali-Bonafoni: acqua, la legge regionale rispetti i principi referendari

Il consiglio comunale aperto che si è tenuto stamattina a Ciampino, al quale abbiamo partecipato insieme ai colleghi consiglieri regionali Simone Lupi ed Eugenio Patanè,  è stata una iniziativa molto importante per dare voce e forza ai principi che i Comitati per l’acqua pubblica promuovono, sostenuti da amministratori locali.

Il principio fondamentale che abbiamo voluto ribadire come Consigliere del gruppo Per il Lazio è che sull’acqua non si può lucrare; si tratta di un bene di interesse generale, come sancito dalla normativa europea, e molti esempi virtuosi di città europee come Parigi e Berlino, dimostrano come non sia necessaria una gestione privata per garantire l’economicità, l’efficacia e l’efficienza della gestione del sistema idrico.

Il Consiglio Regionale ha già implementato diverse azioni per velocizzare e valorizzare il percorso di approvazione della proposta di legge n. 31 “Iniziativa referendaria propositiva concernente: Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” supportata da 40 Comuni che rappresentano 40mila cittadini della nostra Regione, un testo ricco di importanti principi che
deve rappresentare la base della nuova legge regionale sul sistema idrico integrat.

È stata fatta un’audizione con i promotori in Commissione Ambiente, è stato realizzato un seminario il 12 novembre scorso, alla presenza di esperti nazionali ed internazionali, per avviare  proprio il percorso della nuova legge sull’acqua nel Lazio.
Infine, durante il Consiglio regionale che ha discusso il bilancio, è stato approvato un Ordine del Giorno di cui siamo firmatarie, sottoscritto da altri 20 consiglieri regionali, che impegna la Giunta ad una moratoria contro l’obbligo di cessione da parte dei Comuni dei propri servizi idrici ai gestori degli ATO fino all’approvazione della nuova legge regionale, ed all’istituzione di un “Fondo regionale per la ripubblicizzazione”, con lo scopo di favorire la gestione del servizio idrico integrato tramite soggetti di diritto pubblico, dando così seguito ad uno dei principi sanciti nella proposta di legge.

La delibera di giunta n. 40, contenente le Linee guida per la nuova legge regionale, ha certamente dei punti da correggere, ma va anche apprezzata la volontà dell’Assessore Fabio Refrigeri di rivederla e condividerla per migliorarla insieme a cittadini, comitati ed enti locali.

I cittadini devono continuare a giocare un ruolo chiave nel processo di approvazione della legge: non solo tramite le audizioni e gli incontri, ma condividendo e progettando, rivedendo e migliorando la proposta finale di legge che deve partire dal testo base presentato dai comitati e amministrazioni locali, ed in seguito all’approvazione della legge, assumendo un ruolo di controllo e garanzia insieme ai Comuni stessi.

Certamente, la nuova legge regionale sul servizio idrico dovrà contenere degli elementi imprescindibili, come la determinazione delle tariffe che non dovrà essere l’unica via per trovare i soldi per gli investimenti, da realizzare invece con fondi europei e nazionali, per evitare che i cittadini paghino le conseguenze della “mala gestione” di questi anni – ma anche la possibilità di scelta su come gestire il servizio idrico per i Comuni, e quindi sicuramente la revisione dell’ATO unico previsto nelle linee guida.

Tuttavia è necessario anche che la Regione non diventi un ente gestore, ma riacquisisca il suo ruolo di programmazione, pianificazione e indirizzo anche in questa materia. Un altro tema fondamentale sarà rispettare le tempistiche, e quindi tornereremo con forza a chiedere che la Commissione Ambiente si riunisca al più presto per iniziare i lavori ed arrivare ad
approvare la nuova Legge entro il 25 marzo prossimo.

La Regione Lazio ha un’opportunità unica per distinguersi come prima regione italiana che legifera su questo tema per una gestione pubblica nel rispetto dei principi del referendum del 2011: non dobbiamo perdere questa occasione, possiamo intraprendere un percorso di innovazione e modernità, nel rispetto del principio fondamentale che l’acqua è un bene comune, un servizio di interesse generale su cui non si può speculare economicamente, applicando concretamente la partecipazione che deve essere l’elemento distintivo di questo governo regionale.

07 Feb, 2014

Dall’Onu alla Regione Lazio amplifichiamo con la nostra mozione l’appello contro le discriminazioni sui gay

I consiglieri Bonafoni (Gruppo per il Lazio) e Quadrana (lista Civica Zingaretti)  depositano una mozione sull'”Istituzione del registro delle unioni civili”

Nel giorno dell’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi, con la durissima presa di posizione dell’Onu nei confronti delle politiche di Putin contro gli omosessuali, abbiamo depositato in Consiglio regionale una mozione in favore dei diritti del mondo lgbt. Il riconoscimento delle unioni civili è un passaggio significativo per garantire sul nostro territorio l’affermazione dei diritti di tutti le coppie, formate da individui di sesso uguale o diverso.

Un tassello che intende tenere alto e vivo un dibattito che riteniamo fondamentale e che ha al centro l’estensione dei servizi e delle prestazioni a tutte le famiglie, come disegnato dalla riforma del welfare regionale in discussione in Consiglio. Nonchè la lotta all’omofobia a partire dalle scuole.

Il fenomeno delle unioni civili tra l’altro è in espansione. Aumentano le coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo matrimoniale, ed è doveroso per le  istituzioni fare delle modifiche legislative che tengano conto dei cambiamenti della società.

In Italia invece le unioni di fatto non sono disciplinate da nessuna normativa specifica, un ritardo che intendiamo denunciare con la presentazione della nostra mozione. L’affermarsi di nuove culture e modalità di relazioni ha determinato nell’ultimo decennio in Italia e non solo, un progressivo e sostanziale cambiamento dei rapporti interpersonali, delle forme di convivenza, del modo di intendere il “nucleo famigliare”.

Nella Regione Lazio già alcuni comuni come Tarquinia, Ariccia,  Ciampino, Pomezia, Cassino, Bassano Romano, Canepina hanno approvato l’istituzione di registri delle unioni, così come hanno fatto alcuni  Municipi del Comune di Roma. Impegnare la Giunta regionale e il Presidente della Regione Lazio per l’approvazione di una legge statale che istituisca in ogni Comune della Regione il Registro delle unioni civili non è un atto di sovvertimento dell’ordine precostituito, ma la concretizzazione di uno sguardo laico e libero sulla società  che ci circonda e in cui siamo immersi per mettere a punto strumenti anche giuridici che garantiscano a tutti i pari diritti.

Sempre in attesa di una legge nazionale da troppo tempo evocata.

06 Feb, 2014

Inaugurato lo sportello antiviolenza all’ospedale Grassi di Ostia

Un utile contributo per il contrasto alla violenza di genere, uno sportello di aiuto e orientamento anche per fornire indicazioni e numeri sull’entità del fenomeno in un territorio già duramente attraversato dalla violenza contro le donne, come conferma il drammatico caso della ragazza di Casal Bernocchi, ridotta in coma dal suo ex compagno.

Lo sportello antiviolenza dell’Ospedale Grassi di Ostia, inaugurato oggi ufficialmente, sarà gestito dall’associazione Differenza donna, le cui operatrici saranno presenti all’interno del Grassi tre volte alla settimana. Per il contrasto della violenza di genere è necessaria un’azione coordinata e multipla che tocchi tutti i differenti ambiti. Da quello legale, giudiziario, culturale, sociale, sanitario e legislativo.

Per questo in Consiglio regionale lavorando in modo serrato e continuo siamo riusciti, anche attraverso l’impegno concreto di tutti i consiglieri della V commissione, a licenziare il testo base della legge 33 per il contrasto della violenza sulle donne. Credo però che, anche in considerazione della vastità e frammentazione del territorio del decimo municipio, sia indubbia e assolutamente da sostenere la necessità di avviare esperienze come questo sportello in tutte le strutture socio-sanitarie pubbliche, come presidi territoriali e insostituibili punti di riferimento per l’emersione del fenomeno della violenza domestica.

06 Feb, 2014

Ponte Galeria, parlano i reclusi del Cie: “Neanche il papa ci ascolta”

Ponte Galeria è una località suburbana a nord ovest della Capitale, stretta tra il raccordo e la Roma-Fiumicino. Qui sorge l’omonimo Cie. Una gabbia a cielo aperto, circondata da una rete, un fossato, un muro di cinta e ancora sbarre di metallo per impedire agli “ospiti” di fuggire. Già dall’esterno è difficile avere dubbi sulla natura detentiva della struttura, entrandoci non si può che confutarlo.
Leggi l’articolo

05 Feb, 2014

Al CIE di Ponte Galeria rassegnazione e attesa per le risposte del Governo

Con le bocche scucite, ma ancora con la disperazione negli occhi. Questa mattina sono tornata nel Cie di Ponte Galeria per accertarmi delle condizioni dei migranti trattenuti nel centro, ormai a tre giorni dalla sospensione della protesta che aveva visto nuovamente 13 ragazzi cucirsi la bocca, rifiutare i pasti e saltare le visite mediche contro la loro condizione detentiva.

La loro protesta si è effettivamente interrotta ma le loro condizioni non sono affatto migliorate e la loro denuncia non è affatto venuta meno. Sono stati loro stessi a confermarcelo: “Ci siamo scuciti la bocca perché sfiniti, stanchi, alcuni di noi anche malati. Ma abbiamo sospeso la protesta anche per via della nostra rassegnazione, perché nulla sta cambiando dentro il Cie”. “Chiediamo la grazia – ha sintetizzato uno di loro – ci aspettiamo l’intervento di Napolitano, un segnale da Papa Francesco”.

Anche al Cie tra l’altro l’alluvione ha lasciato il segno: sempre secondo i racconti dei ragazzi nei giorni scorsi l’acqua scendeva dal soffitto delle stanze e nei bagni c’era solo acqua fredda. Per il resto questa mattina al Cie la vita quotidiana degli 80 trattenuti (63 uomini e 17 donne) scorreva come da routine, tra convalide, colloqui, visite mediche. Una routine fatta però da sbarre e porte chiuse dietro le quali stazionano anche per mesi cittadini stranieri che spesso non hanno compiuto alcun reato.

Per questo sono uscita dalla visita di questa mattina ancor più persuasa dalla necessità di superare la legge Bossi-Fini e di chiudere i Cie, istituzioni detentive irriformabili. Rinnovo infine l’auspicio che la mozione già depositata in Consiglio Regionale e firmata da tutti i capigruppo di maggioranza arrivi al più presto all’attenzione e al voto dell’aula della Pisana anche in vista del corteo no Cie del 15 febbraio prossimo, manifestazione alla quale parteciperò anche io.

05 Feb, 2014

Giusto o sbagliato non può essere reato

Aderisco alla piattaforma nazionale antiproibizionista che porterà a manifestare a Roma il prossimo 8 febbraio tutte le realtà antiproibizioniste per chiedere l’abolizione della legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Un’adesione totale che vuole amplificare anche nella Regione Lazio lo slogan del comitato promotore contro questa legge sbagliata, ingiusta e iniqua.

Una legge, la Fini – Giovanardi, che ha contribuito in modo sostanziale al peggioramento della convivenza civile, criminalizzando intere fasce di giovani e ingrossando in modo abnorme il numero di detenuti per reati lievi.

Sono infatti 26.000 su un totale di 65.000 i detenuti reclusi per violazione della Fini-Giovanardi, una normativa che ha peggiorato indiscutibilmente la vivibilità delle istituti di pena non segnando in nessun modo passaggi decisivi nella lotta alle mafie che gestiscono il traffico e lo spaccio di stupefacenti.

La mobilitazione di sabato sarà anche un modo per fare pressione civile in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla incostituzionalità della legge 49/06 previsto per il prossimo 11 febbraio.

05 Feb, 2014

Strasburgo vota la tabella di marcia contro l’omofobia

Ritiene che la scuola sia un ambiente fondamentale per la promozione dei messaggi di rispetto e “invita gli Stati membri ad agire per dare impulso a una conoscenza obiettiva delle problematiche relative all’orientamento sessuale, all’identità e all’espressione di genere… esprime preoccupazione per il fatto che i giovani Lgbti e coloro che sono considerati tali corrano un rischio maggiore di essere vittime di bullismo”.
Leggi l’articolo