Top

08 Dic, 2017

Con la cultura nel Lazio riapriamo spazi, costruiamo comunità e inclusione

Ieri per tutto il giorno ho masticato cultura (verbo scelto non a caso e dedicato a tutti quelli che “con la cultura non si mangia”).

La mattina alla #Nuvola ad ascoltare Marino Sinibaldi intervistare Lidia Ravera e Nicola Zingaretti: “le politiche culturali come tessuto di una comunità da ricostruire e riconnettere”.

La sera all’ex Gil, da ieri per tutti #WeGil, un posto troppo bello per poterlo mettere giù a parole: un edificio dell’architetto Moretti che era chiuso dall’anno in cui io sono nata… e che quindi per me era un buco nero fisso (davanti al Nuovo Sacher), mentre ora sarà aperto tutti i giorni dalla mattina alla sera con mostre, sale eventi, una sala lettura, una scuola di cucina, la scuola di cinema… tutto pubblico!!!

In mezzo, sempre alla Nuvola, il dibattito con ActionAid sul progetto #Aftercontro le mutilazioni genitali femminili: perché cultura significa anche empowerment e inclusione.

Insomma comunità, spazi, incontro tra diversi. Questo è per me fare più bello e giusto il Lazio.

19 Nov, 2017

A Subiaco un progetto che parla di futuro e inclusione

Lo scorso weekend ho incrociato una storia che vale la pena di essere raccontata.

Sono andata a Subiaco, una terra bellissima della nostra Regione.
Subiaco come tutte le aree interne del nostro Paese ha un problema: la tendenza a spopolarsi è sempre in agguato, si spopolano i centri abitati come le campagne. Subiaco in particolare ha ettari e ettari di uliveti (è terra d’olio) che se non curati rischiano di andare al macero.

Subiaco si confronta anche con un altro tema, anche questo nazionale. Anzi, mondiale. L’immigrazione, e la sua altra faccia: l’accoglienza. In particolare in paese c’è una comunità per minori stranieri non accompagnati.

A Subiaco quindi ci sono due potenziali emergenze, che un gruppo di giovani riuniti nell’associazione “Bambini più diritti” guidata da Matteo Mennini ha saputo trasformare in una grande opportunità.

Il meccanismo a guardarlo da vicino è semplice: in pratica i ragazzi del centro d’accoglienza svolgono dei tirocini nelle campagne di proprietà dei residenti di Subiaco. Aiutano il signor Pasqualino (viso e mani segnati dalla campagna) a raccogliere le olive. Così la sua campagna si rigenera, i ragazzi si formano e quando diventano maggiorenni hanno una competenza in più da mettere in gioco (uno di loro è già stato assunto dalla stessa associazione). In più i prodotti che escono dalla trasformazione delle olive in parte vengono usati per alimentare il progetto, in parte contribuiscono al sostentamento della famiglia di Pasqualino.

La chiamano agricoltura sociale, è una genialata pazzesca.
Che giustamente il giovane e bravissimo sindaco di Subiaco Francesco Pelliccia vuole portare ad esempio di un’accoglienza possibile: contro il razzismo strisciante un progetto che fa bene al territorio oltre che ai ragazzi stranieri vale più di mille parole.

L’ho fatta più lunga del solito ma mi pareva ne valesse la pena.

A Subiaco ho incontrato bellezza, territorio, borghi, tradizione, differenze, identità, economie, intelligenza, sapori, mestieri. Un nuovo modello di sviluppo che tiene insieme tutto: il futuro della terra in cui viviamo insieme al presente della nostra civiltà.

12 Apr, 2017

Parco ZeroSei in finale per Aviva!

Care amiche e cari amici, è con grande emozione che vi comunichiamo che il Parco ZeroSei, con 18815 voti, è ufficialmente rientrato nelle fasi finali del concorso Aviva!

Siamo arrivati terzi su cinque progetti selezionati!

Prossima ed ultima tappa: 10 maggio, per la valutazione finale della giuria e per l’affidamento dei fondi!

Noi ce la metteremo tutta… Un grande ringraziamento ad ogni singola persona che ha votato e sostenuto il progetto

#insiemeperilterritorio #dirittoalgioco #ilparcoditutti

https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/schedaprogetto/16-465

parco-zero-sei-finale

17 Nov, 2014

L’aggressione fascista all’Asd Ardita San Paolo colpisce un modello di sport inclusivo

L’aggressione a colpi di spranghe, subita ieri dai tifosi della squadra “Asd Ardita ” sugli spalti del campo di calcio di Magliano Romano mentre si disputava una partita di un torneo giovanile, rappresenta un episodio gravissimo e purtroppo non isolato.

Il pestaggio, avvenuto un ventina di minuti dopo l’inizio della partita, e’ stato compiuto da un una quarantina di persone che con bastoni e spranghe si sono introdotti tra gli spalti colpendo e picchiando i sostenitori della squadra fino a mandarne sei in ospedale con traumi e fratture.

L’attacco di chiara ispirazione fascista ha voluto colpire una realtà sportiva come la società sportiva l’Ardita che, a Roma e nei territori, promuove un modello di sport e di calcio differente, inclusivo di tutte le diverse realtà sociali e fortemente connotato per impegno sociale e solidarietà. Ed e’ questo il modello di sport che i violenti hanno tentato ” inutilmente” di colpire e demolire a Magliano Sabino.

Auspico da parte delle autorita’ giudiziarie un intervento immediato che porti all’ individuazione dei responsabili dell’aggressione, mentre estendo il mio sostegno attivo a tutte quelle realtà sportive territoriali che a fronte di difficoltà economiche e gestionali scelgono, come i calciatori della Asd Ardita di fare della pratica dello sport un momento un esempio di cittadinanza ed impegno concreti per combattere il razzismo e non solo su i campi da gioco.

10 Mar, 2014

Su Rom e Sinti nessun deriva “sicurezza”, lavoriamo su inclusione e partecipazione

Sull’integrazione dei Rom e dei Sinti, la Regione Lazio si appresta ad avviare un Tavolo d’inclusione che coinvolge tutte le associazioni e le realtà che lavorano sul territorio, quindi anche i comitati di quartiere e i Prefetti di tutte le Prefetture del Lazio.

Il consigliere Santori forse legge gli atti della Giunta Zingaretti con la lente sbagliata – quella dell’intolleranza – quando annuncia che dal Tavolo sono escluse le forze di polizia e i cittadini dei comitati.

Lo scopo principale è invece uscire dalla logica dell’emergenza e lavorare sull’inclusione e la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Un mission di non semplice realizzazione, soprattutto nei territori più disagiati, ma che deve comunque operare per la convivenza e l’integrazione, rifiutando una volta per sempre le parole d’ordine del passato, fatte di segregazione, cacciata e rifiuto, le uniche politiche attive usate nei confronti di Rom e Sinti.

Con l’istituzione del Tavolo, la Regione Lazio non fa altro che dare seguito alla Strategia nazionale richiesta dal Governo.

L’Italia tra l’altro, è stata già sanzionata dall’Europa per non aver messo in atto politiche basate sull’inclusione e aver utilizzato gran parte dei fondi europei ad esse destinate, per la costruzione di “campi rom” mai divenuti strumento di inclusione, ma al contrario serbatoi di conflitti interni ed esterni.