Top

29 Mar, 2017

Aborto, l’Onu mette in mora l’Italia: “Troppi medici obiettori, dia i servizi”

In questi giorni in Regione Lazio abbiamo compiuto un altro passo nella direzione della salute della donna e della sua libertà di scelta.

La Direzione socio-sanitaria ha infatti istituito un tavolo tecnico per elaborare le linee guida sulla contraccezione e sull’aborto farmacologico. L’obiettivo è proprio quello di assicurare la garanzia delle prestazioni e la loro appropriatezza, soprattutto verso le minori e le fasce più fragili della popolazione, ma anche di garantire presso i consultori familiari la disponibilità e la gratuità del test di gravidanza, la prescrizione dei contraccettivi e di elaborare un progetto per l’attivazione di una fase sperimentale, della durata di 18 mesi, per eseguire la Ivg farmacologica in regime ambulatoriale presso alcuni consultori collegati con le strutture ospedaliere.

Un passo verso i diritti di cui sentivamo un gran bisogno. Vi segnalo a questo proposito l’articolo del Messaggero in cui anche l’Onu bacchetta l’Italia per i troppi obiettori.

14 Mag, 2016

Aborto, troppi obiettori. E a Roma il San Camillo assume solo chi applica la 194

Paola Rosa Adragna, La Repubblica

Due nuovi ginecologi non obiettori varcheranno la soglia dell’ospedale San Camillo di Roma. La Regione Lazio ha indetto un concorso specifico per assumere due medici dirigenti di Ostetricia e Ginecologia che applichino la legge 194 sul diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e il primo ha già preso servizio. Per la prima volta in Italia un ospedale mette a bando due posizioni “blindate”, per tutelare il servizio e garantire alle donne il rispetto del proprio diritto di scelta.

Il caso
“Nel Lazio – spiega il presidente della Regione Nicola Zingaretti – è stata compiuta una vera e propria rivoluzione. Tenendo conto del numero sempre in aumento degli obiettori di coscienza, ma soprattutto per contrastare la piaga dell’aborto clandestino, abbiamo operato in questi anni per garantire alle donne il diritto di interrompere la gravidanza senza nessun pericolo per la loro salute”. Malgrado la legge sia entrata in vigore nel 1978 e sia stata confermata da due referendum popolari, tuttora esistono problematiche nella sua applicazione.

I dati
Secondo l’ultimo rapporto del ministero della Salute 7 medici su 10 sono obiettori e l’interruzione volontaria di gravidanza è praticata nel 60% delle strutture. Ma associazioni come Laiga (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194/78) o Vita di Donna denunciano una realtà diversa. La stessa che ha portato il Consiglio d’Europa ad accusare l’Italia di discriminare medici e operatori che non hanno optato per l’obiezione di coscienza.

Per esempio nelle 16 strutture laziali che forniscono il servizio IVG – solo 5 delle quali eseguono anche aborti terapeutici – i medici non obiettori compiono in media 4 interruzioni a settimana a testa, contro una media nazionale dell’1,6. Senza contare che le donne che scelgono di abortire si imbattono in liste d’attesa che vanno dagli 8 ai 20 giorni se l’interruzione è di tipo chirurgico.

La pillola Ru486
L’aborto farmacologico ancora fatica a prendere piede, nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità lo indichi come metodo da preferire entro le 9 settimane di gravidanza. A parte il San Camillo, che da gennaio di quest’anno ha effettuato 216 IVG tramite la pillola Ru486, la media nelle altre 8 strutture è di circa 35. “E pensare che in Francia – spiega la dottoressa Giovanna Scassellati, responsabile del Day Hospital-Day Surgery 194 del San Camillo – è un metodo molto diffuso. Il farmaco viene somministrato dal medico di base, sotto la supervisione dell’ospedale”. E i vantaggi sono tanti: per la donna, che non deve sottoporsi a un intervento, e per i medici, che vedono diminuire il flusso di pazienti.

L’assunzione di due nuovi medici non obiettori si inserisce in un quadro di miglioramento delle condizioni di lavoro della categoria, ma soprattutto in un percorso di tutela sempre maggiore della donna e del suo diritto di scelta, sancito dalla 194. “Interrompere una gravidanza è un evento difficile per qualsiasi donna – conclude Zingaretti – e le istituzioni hanno il dovere di garantire la giusta assistenza”.

03 Nov, 2015

Il crollo degli aborti. Per la prima volta sotto i 100.000

Una soglia simbolica abbattuta: in Italia si fanno meno di 100mila aborti l’anno. La continua discesa del numero delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), iniziata all’inizio degli anni Ottanta poco dopo l’approvazione della legge 194 del 1978, non accenna a fermarsi ed è collegata anche al calo delle nascite, che procede più o meno allo stesso ritmo.
Michele Bocci, La Repubblica

08 Set, 2015

Mi unisco all’appello di Susanna Camusso per la tutela della 194

“Mi unisco all’appello della Segretaria Generale della Cgil, Susanna Camusso, per un incontro urgente della Conferenza Stato – Regioni per affrontare in modo definitivo e risolutivo l’annosa questione legata al diritto all’aborto e a quella dei medici obiettori di coscienza”. Così in una nota Marta Bonafoni, Consigliera Sel alla Regione Lazio, commentando la notizia legata al reclamo collettivo presentato dal sindacato al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa e che sarà oggetto di prossima pronuncia

“Vale la pena ricordare a riguardo che l’Italia è già stata condannata dall’Europa proprio in relazione alle modalità di applicazione dell’art. 9 della l. 194 e che solo nel Lazio il numero di medici obiettori supera il 90%, rendendo di fatto molto complicato l’esercizio del diritto all’interruzione di gravidanza. Come Regione abbiamo da subito messo in campo atti concreti per agire sul tema sia su un piano culturale che su quello operativo.

Va visto anche in questo modo infatti il tour dei consultori che dallo scorso anno sto facendo al fine di conoscere, approfondire ed intervenire nelle realtà territoriali più di frontiera, come è di particolare importanza il decreto del Presidente Zingaretti, del maggio scorso, con cui si prova a far ordine e chiarezza sul ruolo dei medici nei consultori. Accanto a questo vi è anche la Delibera di Giunta Regionale, che consente la somministrazione della pillola Ru 486 in day hospital.

Tutti provvedimenti volti alla tutela dei diritti, dell’autodeterminazione e della salute della donna. Questioni che l’Italia, dove è in vigore una legge avanzata come la 194, non può continuare ad ignorare, restando di fatto colpevolmente fanalino di coda in Europa.”

26 Ago, 2015

Manifesto per il diritto alle scelte in campo riproduttivo

 

Lunedì 28 settembre, ore 9.30
Auletta dei Gruppi Parlamentari
Via Campo Marzio 78 – Roma

9,30-9,45 Introduzione (A. Pompili)
I sessione – Chairman Emilio Arisi

9,45-10,00 Donne e medicina, la storia di un rapporto difficile (V. Gazzaniga)

10,00-10,15 Donne “irrazionali”, “incapaci di decidere” (A. Homberg)

10,15-10,30 Donne “fragili”, che devono essere guidate nelle scelte (C. Flamigni)

10,30-10,45 Il diritto alle scelte riproduttive (M. Virgilio)

10,45-11,00 Il ruolo dei consultori (P.Adorno)

11,00-11,15 La contraccezione gratuita (P. Puzzi)

11,15-11,30 La sterilizzazione volontaria in Italia (M. Puiatti)

11,30-13,00 Tavola rotonda: proposte in tema di consultori e contraccezione. Interventi di
Cittadinanza attiva, Consultori laici (invitati), Libere Tutte, Unite in Rete, Usciamo dal silenzio, Vitadidonna

13,00-14,00 INTERVALLO PRANZO

II sessione – Chairwoman Valeria Dubini

14,00-14,15 IVG in Italia: un atto medico al di fuori della buona pratica clinica (M.Parachini)

14,15-14,30 Una proposta di legge sull’obiezione di coscienza (M.Nicchi)

14,30-14,45 Scegliere i luoghi e le modalità del parto (S.Donati)

14,45-15,00 I percorsi nascita (C. Melega)

15,00.15,15 La PMA (F.Gallo)

15,15-15,30 Il “Piano della Fertilità” (M.Paola Costantini)

15,30-18,00 Tavola rotonda: proposte in tema di aborto, gravidanza e parto, PMA. Interventi di: AIDAGG (invitati), Amica Cicogna, Associazione Luca Coscioni, Cittadinanza attiva, Comitato difesa 194/Libere tutte, Freedom for Birth Rome Action Group, LAIGA, Libere di Scegliere, Strada per un sogno, via Libera 194, Hera (invitati), Usciamo dal Silenzio

In occasione delle due prossime giornate: il 26 settembre, giornata mondiale per la contraccezione (http://www.escrh.eu/WCD  – world contraception day) e il 28 settembre, giornata mondiale per la depenalizzazione dell’aborto, contro le morti per aborto clandestino (http://www.ipas.org/en/Get-Involved/September-28-Campaign- to-Decriminalize-Abortion.aspx), AMICA (Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto) incontra le associazioni e le personalità della scienza e della cultura impegnate nel campo della salute riproduttiva il 28 settembre, a Roma, nell’auletta dei Gruppi parlamentari, per costruire insieme il “Manifesto per il diritto di scelta in campo riproduttivo”.

Decidere se e quando avere un figlio è un diritto della persona, che riguarda direttamente i nostri corpi, la nostra salute, la nostra vita, il nostro futuro, l’idea di famiglie che ognuna di noi ha. Il compito dei governi, e della politica in generale, dovrebbe essere quello di garantire la libertà di tali scelte, anziché limitarla, in nome di ciò che è “giusto” piuttosto che di ciò che è sicuro per la salute.

Con il nostro manifesto chiediamo che siano garantiti diritti di scelta in tema di contraccezione, aborto, gravidanza, parto, fecondazione medicalmente assistita.

 

 

08 Nov, 2014

I medici non obiettori: “Abortire è sempre più difficile”

In Italia le interruzioni di gravidanza sono sempre più difficili, con molte donne costrette ad emigrare in un’altra regione o addirittura fuori dal paese per ottenere quello che la legge 194 in teoria garantisce. Lo affermano i medici della Laiga, (Libera associazione italiana dei ginecologi per l’applicazione della legge 194), riuniti in congresso oggi e domani a Napoli, che annunciano anche la nascita di una rete di avvocati che avranno il compito di sostenere pazienti e camici bianchi.

In alcune Regioni obiettori al 90%. I ginecologi obiettori di coscienza sono in numerosi in molte Regioni, un problema che a volte rende complicato interrompere una gravidanza non desiderata. “In alcune zone come Lazio, Campania, provincia di Bolzano i medici obiettori sono oltre il 90%, e questo spesso costringe le donne ad andare in un’altra regione – spiega la presidente Silvana Agatone – per le interruzioni nei primi tre mesi solo il 64% degli ospedali italiani è disponibile, mentre la legge prevederebbe che fossero il 100%. Per quelle superati i 90 giorni, che si fanno in presenza di gravi patologie del feto o rischi per la mamma, le strutture disponibili sono molte meno, e cominciano i pellegrinaggi che portano addirittura all’estero”.

Secondo Agatone le statistiche del ministero della Salute, che parlano di pochi aborti a settimana per i medici non obiettori, sono falsate. “Ci sono centri che fanno 70 interruzioni a settimana, e altri che mettono a disposizione al massimo due posti letto – spiega – nelle seconde è ovvio che risulta che i medici hanno fatto pochi aborti, ma quello che non si vede è che probabilmente le donne sono state costrette ad andare da un’altra parte’.

La rete di legali che sostiene le donne. Per questo Laiga ha inaugurato una rete nazionale di avvocati aiuterà le donne che hanno avuto difficoltà nell’accesso all’interruzione di gravidanza. “Attualmente i medici non obiettori applicano con preoccupazione la legge 194 – spiega la presidente Silvana Agatone – non solo perché le strutture non forniscono i mezzi ed il personale necessario, ma anche perché si opera tra mille difficoltà anche burocratiche e organizzative. A tutela delle scelte degli operatori, sarà presentata una rete di avvocati presenti su tutto il territorio nazionale, pronti a seguire l’iter di eventuali denunce nei confronti dei ginecologi e del personale non obiettore e a salvaguardia delle donne cui non siano riconosciuti i propri diritti riproduttivi”.

Formazione dei camici bianchi. A questa rete, spiega Agatone, se ne affiancherà un’altra di tutte le associazioni coinvolte nella tutela della salute riproduttiva della donna. “Questo servirà a concretizzare alcune richieste che riteniamo urgenti – sottolinea ancora Agatone – dalla formazione dei giovani, che nelle scuole di specializzazione non viene fatta, all’introduzione nei turnover dei medici non obiettori, all’aumento della prevenzione attraverso la contraccezione d’emergenza all’uso in tutta Italia della Ru486”.

La soluzione nel Lazio. Nel Lazio l’obiezione di coscienza ha raggiunto livelli mai visti tra ginecologi, anestesisti e infermieri. Ora le nuove linee guida sul funzionamento dei consultori familiari potrebbero cambiare la situazione. Con un decreto, il presidente Nicola Zingaretti ridefinisce, ha ristretto il diritto a non applicare la legge sull’aborto.

Obbligo di prescrivere la pillola del giorno dopo. Il decreto, infatti, se da una parte impone a chi lavora nei servizi territoriali l’obbligo di prescrivere tutte le forme di contraccezione, e senza potersi appellare ad alcuno scudo “morale” nemmeno per la pillola del giorno dopo, dall’altra ricorda ai medici i loro doveri verso la legge 194. Nessun medico può rifiutare ad una donna la prescrizione di un contraccettivo, pillola del giorno dopo e spirali.

Valeria Pini, La Repubblica

27 Mar, 2014

Non obiettori, la verità vi prego sulla 194

Non abbiamo bisogno, nell’impegno quotidiano, che, dal ministro a qualche assessore a qualche sindacalista “di sinistra”, ci si organizzi la lista operatoria o la mobilità (quale riconoscimento migliore alla nostra “ostinazione” nella applicazione di una legge dello stato?) come soluzione alla incapacità di inquadrare la 194 nell’ambito della più ampia governabilità del Sistema sanitario e della Sanità del paese.
Leggi l’articolo