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La morte di Francesco alla Sapienza ci ha lasciati tutti attoniti, ma ancor di più ci hanno indignato le strumentalizzazioni seguite alla sua scomparsa.

Lo scorso fine settimana a La Sapienza non si stava tenendo un rave ma un’iniziativa, gratuita e senza il pagamento di alcun biglietto, con i cancelli aperti, nell’ambito della manifestazione “Porto Aperto”, organizzata da studenti e studentesse. Una rassegna culturale, artistica e di approfondimento per vivere l’esperienza universitaria anche al di fuori dell’attività accademica. Francesco è stato soccorso subito dall’ambulanza che stazionava peraltro dentro l’ateneo, come succede normalmente in questi casi.

Colpire lui – così come ha fatto il Ministro Salvini in maniera feroce e oscena -, le studentesse e gli studenti dell’Università serve solo a chi vuole criminalizzare spazi autogestiti, dove si produce arte, intrattenimento, cultura e solidarietà. Un’attività della quale peraltro Francesco era parte attiva, essendo da anni un attivista dei movimenti universitari.

In questo momento mi stringo al dolore della famiglia a cui va il mio pensiero, con pudore e il massimo rispetto.

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