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L’audizione di oggi in Commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, richiesta per far luce sulle molteplici questioni che caratterizzano il Parco archeologico di Centocelle, ha palesato l’inadempienza di Roma Capitale su tutti i fronti, oltreché uno scarso senso di collaborazione tra Istituzioni. Presenti la Città metropolitana di Roma Capitale, la Polizia Locale del Municipio Roma V ed il Dipartimento di Sicurezza e Protezione civile del Comune, assenti gli assessorati capitolini competenti e le strutture amministrative – come il Dipartimento di Tutela ambientale – che in merito al Parco ricoprono un ruolo centrale e la cui partecipazione sarebbe stata di fondamentale importanza, tenuto conto delle varie procedure bloccate da anni presso i loro uffici.

Dagli accessi al Parco alla realizzazione del II stralcio dei lavori, dalla bonifica fino alla fruizione in sicurezza dell’area, il dato che i presenti ci hanno riportato è sempre lo stesso: quando le pratiche arrivano negli uffici di Roma Capitale lì si fermano e, laddove le attività potrebbero proseguire, a determinare uno stallo sono i continui avvicendamenti ai vertici della Giunta e degli Uffici comunali. 

I comitati ed i singoli che vivono il territorio, oggi presenti in audizione, hanno rimarcato la necessità di intervenire al più presto affinché possa essere messa la parola fine a questo scempio che da anni – tra roghi, fumi tossici e proclami disattesi – condanna la qualità della vita di centinaia di migliaia di abitanti del quadrante est della Città; per questa ragione, al termine delle relazioni, ho chiesto alla presidenza della VIII Commissione consiliare di scrivere al Campidoglio – in base a quanto emerso – per ottenere delucidazioni nel merito delle faccende. 

Esprimo particolare preoccupazione per il progredire dei lavori di realizzazione del Parco (II stralcio), vista la dichiarazione scritta di un funzionario dell’Ufficio Manutenzione edilizia, Manufatti aree verdi  di Roma Capitale secondo cui – come riportato tra gli atti della Commissione – “dall’analisi degli atti è risultato che effettivamente la conferenza dei servizi prevista per il progetto esecutivo non fu mai svolta”.

Tra le note positive: la notizia dell’incontro tecnico tra Regione e Comune della settimana prossima per ciò che riguarda gli autodemolitori – su cui anche la Corte costituzionale nei mesi scorsi si è espressa dando ragione alla linea dell’assessore regionale Massimiliano Valeriani – e gli impegni assunti dalla Polizia locale per ciò che concerne gli accessi pedonali e la Protezione civile in merito alla predisposizione di un piano di emergenza ad hoc per il Parco.

E’ evidente, alla luce di tutto ciò, che è necessario oggi capire dove la macchina amministrativa Capitolina non ha funzionato ed intervenire lì affinché tutti gli enti interessati – ferme restando le competenze di ognuno – possano ottenere le risposte attese senza le quali, come già emerso, a rimetterci sono i romani e le romane che vedono sempre più come un miraggio la fruizione del Parco.

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