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Resistenza è… Contro le chiusure del nuovo governo a trazione leghista occorrono parole nuove e gesti costanti

Rubrica n.26 in diretta su #RadioPopolare (4 giugno)

E così dice Matteo #Salvini il ministro degli Interni che è finita la pacchia per gli immigrati in Italia.

E lo dice proprio nelle ore in cui nella Piana di Gioia Tauro un bracciante sindacalista, Soumayla #Sacko, viene ammazzato da un uomo bianco mentre è intento a procurarsi un tetto per la baracca in cui far dormire i suoi compagni.

Il messaggio di Salvini è per i migranti che arrivano in Italia, per la polizia che deve occuparsene, per la pancia della maggioranza ormai rumorosissima del Paese. Ma quando dice che la pacchia è finita esattamente a quale inizio allude ora? Di sicuro la “Resistenza” stenta: nel 1989 quando venne ucciso Jerry Masslo l’allora governo Andreotti varò la prima legge italiana che riconosceva lo status di rifugiato. Sono passati quasi trent’anni, e facciamo passi indietro da gigante.

Sabato prossimo sfilerà il #Romapride. Sarà inevitabilmente un evento nazionale, dal momento che il neoministro della famiglia e della disabilità (sic) Fontana ha appena finito di dire che “le famiglie arcobaleno non esistono”. La resistenza in questo caso ci sarà e prenderà ancora una volta la forma dei nostri corpi. D’altra parte lo dice lo stesso titolo del Pride 2018: Brigata Arcobaleno.

Infine, il Papa l’altro giorno è stato a #Ostia. Una prima volta per un pontefice. Ha detto parole grandissime: vanno divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, occorre abbattere i muri dell’indifferenza e dell’omertà, occorre aprire le vie della giustizia del decoro e della legalità. Tra poche ore si aprirà il processo contro gli Spada, Bergoglio ha parlato a poche centinaia di metri dal “loro” quartiere.

Qui puoi riascoltare il podcast.

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