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Stamattina ho partecipato all’evento conclusivo del progetto FAMI ‘Dalle Esperienze al Modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione’ promosso da Refugees Welcome Italia in collaborazione con i Comuni di Roma, Palermo, Bari, Ravenna e Macerata e l’Università di Roma Tor Vergata.

Un modello innovativo di successo, in termini di numeri e qualità dei risultati presentati, con 113 convivenze attivate dal 2019, il 90% delle persone rifugiate che hanno raggiunto la piena autonomia a tre anni dall’inizio del progetto, 140 persone formate tra operatori e operatrici, attiviste e attivisti, e 754 famiglie iscritte nei territori di progetto. Non si tratta solo di un esperimento riuscito, ma di un nuovo modo di immaginare e praticare politiche di accoglienza che portino finalmente al superamento della logica emergenziale sul fenomeno migratorio e alla piena affermazione di un’interazione tra queste persone e la società civile che vada oltre il concetto di integrazione.

Solo puntando al protagonismo delle persone migranti e sulla loro autonomia sociale, economica e lavorativa, si potrà costruire un nuovo welfare territoriale, che dovrà passare da un coraggioso rinnovamento delle politiche migratorie, basate non più sulla conta degli sbarchi e dei barconi da respingere, ma su una piena accoglienza di comunità e sulla convivenza pacifica tra culture.

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