C’è la misura di una inadeguatezza profonda dietro il modo in cui il dibattito pubblico sta affrontando il tema delle cosiddette “baby gang”.
Relegato nelle pagine di cronaca anziché assunta a questione politica per eccellenza, la parola alle madri e agli amici anziché innanzitutto alle istituzioni.
Dietro quelle botte e quei coltelli c’è un bivio che è già da solo un modello di società alternativo: usare la forza o potenziare la scuola?
La strada da seguire la suggeriscono prima di tutto le statistiche: in Campania la dispersione scolastica tocca il 20%.
Serve sì un esercito, ma di maestri e professori.