Siamo davvero soddisfatti della novità pubblicata sul Bur della Regione Lazio in questi giorni. Il 26 gennaio infatti l’assessorato alla Sanità ha recepito le linee guida del ministro Speranza sull’RU486: quelle che – assumendo la sicurezza scientifica dell’aborto farmacologico comprovata a livello internazionale – rendono possibile anche nel nostro Paese la possibilità per le donne di scegliere se effettuare l’IVG tramite RU486 in regime di Day Hospital o in ambulatorio (compresi i consultori) , prevedendo l’assunzione del secondo farmaco anche a casa.
Tenendo insieme, come ribadisce anche la determina – frutto di un lungo e approfondito lavoro svolto da una commissione tecnica composta da mediche e professioniste – il piano della qualità della prestazione sanitaria con quello dei diritti delle donne.
Separando una procedura medica dal giudizio morale che ancora oggi l’accompagna.
Ora le aziende ospedaliere e territoriali devono avviare le procedure per attuare le disposizioni, individuando gli ambulatori e i consultori in rete con una struttura ospedaliera e in grado di effettuare l’aborto farmacologico. E dovranno anche mettere in campo un percorso di formazione alla RU486 su tutti gli operatori coinvolti, “anche i medici ginecologi obiettori” – specifica la determina – perché se ci sono complicazioni tutti hanno il dovere di intervenire per soccorrere la donna.
Oggi raccogliamo i primi frutti di una battaglia che è stata un percorso corale di donne, professioniste, politiche, attiviste, raccolta con convinzione dall’assessore Alessio D’Amato. Nei giorni in cui dalle Marche arriva l’ennesimo becero attacco della destra contro la 194, e i provita non cessano di riversare nelle nostre città i loro manifesti, dal Lazio parte un segnale inequivocabile al Paese che dice noi da che parte stiamo.
Dalla parte delle donne