29 Dic, 2022
Elezioni Lazio, corsa a 3: tutte le mosse segrete di D’Amato, Rocca e Bianchi
Affari Italiani – di Fabio Carosi
Elezioni Lazio, partita in sordina la campagna elettorale, entra nel vivo dal primo gennaio. Si vota il 12 e 13 febbraio in una corsa a 3 con l’esito che appare scontato. Ma se è ancora valido l’adagio romano che “chi entra in conclave da Papa, esce cardinale”, è bene che Francesco Rocca non sottovaluti Alessio D’amato e Donatella Bianchi.
Dunque, sarà una corsa a 3, segnata da due elementi: l’impossibilità di comizi in piazza e degli incontri di massa e gli effetti della Manovra finanziaria. […]
Il profilo dei candidati
ALESSIO D’AMATO. Il primo a scendere in campo, grazie anche all’endorsement di Carlo Calenda e soprattutto allo strappo dei Cinquestelle che gli ha di fatto permesso di evitare le primarie. L’attuale assessore alla sanità della regione Lazio è sostenuto da Pd, Terzo Polo, +Europa, Demos, Psi, Europa Verde, Possibile, Radicali, Articolo 1, Sinistra Civica Ecologista, POP, Repubblicani, Socialdemocratici e Volt. Tredici gruppi che si riuniranno in otto liste, sei politiche e due civiche, e con le quali D’Amato spera nella rimonta, visti i sondaggi che danno il Pd al 16 per cento secondo l’Istituto Noto e sotto il 15 per cento per Swg. Secondo Scenari Politici, anche sommando al Pd il Terzo Polo, i consensi nel Lazio si fermerebbero ancora al 25 per cento. Nel programma elettorale di D’Amato, trasporto pubblico gratuito per gli under 25, reddito di formazione per i ‘neet’, l’apertura di 100 comunità energetiche in 100 comuni differenti, la creazione di un assessorato per i diritti civili e la cosiddetta cittadella della Salute, ossia il trasferimento del Bambino Gesù al Forlanini per creare un quadrilatero con Spallanzani e San Camillo. E, naturalmente, il termovalorizzatore. D’Amato si è già dichiarato favorevole alla costruzione dell’impianto di rifiuti pianificato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che ha spaccato l’alleanza con i grillini. Anche in questo caso, come per la caduta del governo Draghi, galeotto fu infatti il termovalorizzatore considerato dai Cinquestelle come “irricevibile”. Uno strappo che potenzialmente favorisce il centrodestra. Per D’amato c’è il “rischio” che la civica in mano si dice a Marta Bonafoni, possa addirittura superare quella del presidente. […]
La favola della Roma di Spugna, nel “buona la prima” del professionismo che associa l’annata delle conquiste romane all’indiscutibile dominio bianconero per i posti che contano, risultato immediato e man mano più tangibile del cambio di passo del movimento, si scontra col dato materiale d’uno sport dominato storicamente dal “maschile” nella sua rappresentazione e narrazione dominante, e ancora debilitato nel poter ammettere spazi di realtà alla propria controparte. Spazi tanto metaforici quanto concreti. Così, il Tre Fontane, stadio casalingo del team al femminile della Capitale che ha conquistato l’accesso al più illustre palcoscenico europeo, non può entrare in Champions: non c’è l’impianto d’illuminazione adeguato per disputare le gare in fascia serale, come previsto dal regolamento. “All’origine di tutto, un contenzioso con mille intrighi e poche risposte, che vede discutere ormai da tempo la società Eur SPA, proprietaria dell’area, il Comune di Roma, proprietario del campo, e il gestore del Tre Fontane”, sostiene Marta Bonafoni su Repubblica “Della diatriba sappiamo di uno scambio di lettere; poi lo scalpore, poi appunto più niente”. […]