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08 Gen, 2015

Anche mio figlio è ‪#‎CharlieHebdo‬

Sarà per quelle matite e quelle vignette, così vicine ai codici che lui stesso utilizza, ai giornalini che sfoglia, ma per la prima volta ieri mi sono ritrovata a parlare seriamente con mio figlio di che cos’è il terrorismo. E di che cosa vuol dire libertà. Rocco ha 11 anni. Quando vennero giù le Torri Gemelle non era ancora nato, gli attentati che sono seguiti, in Europa, negli Stati Uniti, in Medio Oriente, in Africa, li aveva probabilmente fino a oggi vissuti come un’ubriacatura d’immagini consumate davanti alla tv, troppo simili a tanti film visti insieme magari al cinema, davvero molto simili ai giochi che con gli amici si scambiano sui telefonini.

Ieri no. Ieri è stato diverso. Quei colpi sparati dentro la redazione di un giornale, durante una riunione come tante simili che negli anni io stessa gli ho raccontato: l’importanza di quei momenti, per la comprensione e l’analisi della notizia, che poi va raccontata al pubblico, la responsabilità che ha chi fa questo mestiere… La morte arrivata contro quelle vignette che tante volte ci era capitato di leggere e tradurre insieme, sull’ultima pagina di Internazionale, quelle matite spezzate…

Ieri mio figlio Rocco ha fatto una specie di salto indietro nel suo percorso di formazione.
Insieme, abbiamo ricominciato dai “perché” di un bambino, ormai quasi adolescente, di fronte alla morte.

Perché lì mamma? Perché loro? Perché quelle vignette davano fastidio? Che c’entra la satira con la morte? Arriveranno anche da noi? Perché a Parigi hanno messo la polizia fuori dalle scuole?

Abbiamo letto insieme, allora, io e lui fino a tardi, le notizie che arrivavano dai siti e dai social network dalla Francia. Ho cercato di capire con lui la dinamica dell’assalto, la scelta di uccidere proprio dentro quel giornale e quei giornalisti. Abbiamo rivisto quelle vignette, che già ci avevano fatto sorridere e pensare. Soprattutto pensare. Si è fatto tradurre cosa volesse dire quella frase pronunciata dagli attentatori mentre uccidevano “Allah Akbar”, che c’entra Dio, mamma? mi ha chiesto.

Già. Che c’entra.

Il video del poliziotto finito a freddo mentre era a terra in strada no, certo che non gliel’ho fatto vedere.
Ma gli ho fatto notare che anche lui era musulmano, e quindi vedi che la religione non c’entra niente.

Così sempre insieme, a letto, abbiamo letto le prime parole scritte dalla nostra amica scrittrice Igiaba Scego. “Not in my name”, dice Igiaba. Anche lei è musulmana, lo vedi Rocco? La religione non c’entra niente. E oggi il suo cuore piange più del nostro.
E chissà quanti musulmani, cristiani, ebrei, atei e quant’altro ci sono in queste piazze francesi così belle e piene e umide di lacrime ma pronte nella risposta che scorriamo insieme nella tante gallery che si trovano in rete. E le vuoi vedere tutte, e ti arrabbi perché sono troppo veloce nel farti leggere le didascalie.

E una volta di più stride di fronte a noi il faccione cinico di Marine Le Pen, e dei tanti che ora ne approfitteranno, aggiungendo altro odio all’odio, con l’intenzione di inghiottire tutto e tutti.
Anche i tuoi compagni di classe certo. Che hanno nomi arabi, ma sono cittadini romani identici a te.

Oggi andrò a prenderlo a scuola, Rocco. Glie l’ho promesso. E gli ho proposto di andare insieme alla fiaccolata sotto l’ambasciata di Francia. Non so se alla fine vorrà venirci, non ama le manifestazioni. Dice che per avere 11 anni glie ne ho già fatte fare troppe… E’ polemico come tutti i ragazzini della sua età.

Di certo però da ieri siamo anche noi mobilitati (fino a ieri ero io mobilitata, e lui di conseguenza).
Per la libertà, per un futuro giusto.

Di certo da ieri anche Rocco è Charlie Hebdo.

08 Gen, 2015

I lumi spenti dell’Occidente

Alla base dei fatti di Parigi c’è una profonda frattura culturale: da un lato il massimo valore islamico, la religione, dall’altro il massimo valore illuminista: la libertà d’espressione. Se l’11 settembre ha colpito al cuore il capitalismo, radendo al suolo le torri gemelle, l’attentato francese assume un significato simbolico ancora maggiore: colpisce nel paese “più illuminista” d’Europa, uno dei maggiori valori illuministici, la libertà, intesa come possibilità di mettere in discussione tutto e tutti, anche il dogma religioso.
Leggi l’articolo

07 Gen, 2015

Emergenza abitativa: evitare gli sfratti, garanzia di diritto di cittadinanza

L’emergenza casa determinata dal mancato rinnovo della proroga degli sfratti decisa dal governo, rischia di divenire per la città di Roma e per i grandi centri della nostra Regione una vera e propria bomba sociale.

In particolare nella Capitale, dove negli ultimi dieci anni ci sono state più di diecimila sentenze di sfratto per finita locazione.

Decine di migliaia di uomini e donne e minori che rischiano di finire per strada, senza una casa, nonostante la percentuale altissima fra di loro di persone che per reddito e condizioni sociali potrebbero accedere alla proroga dello sfratto.

Sono convinta che la questione abitativa vada affrontata non in modo “ragionieristico” ovvero citando solo l’ammontare delle risorse economiche messe in campo per questo settore, ma vada dipanata tenendo insieme i molti elementi che la definiscono a cominciare dal gran numero di famiglie con pericolo di sfratto che cercano di restare nelle case in cui vivono semplicemente – e aggiungo amaramente – perché le loro condizioni economiche non gli permettono di accedere in nessun modo al mercato immobiliare degli affitti.

Va tenuto conto inoltre che moltissime delle sentenze di sfratto sono il frutto di una morosità forzosa, altro disastroso risultato di una crisi economica e lavorativa che soprattutto nella Capitale lascia ogni giorno segni indelebili.

Ecco perché credo vada sostenuta la battaglia degli assessori competenti di tre grandi città – a cominciare da quella del Comune di Roma, Francesca Danese – che chiedono a gran voce al governo centrale provvedimenti concreti per scongiurare l’aggravarsi di un vero dramma sociale.

07 Gen, 2015

Consiglio Regionale

Mercoledì 11 febbraio, ore 11.00
Consiglio Regionale del Lazio

Il vicepresidente Massimiliano Valeriani ha aggiornato la seduta n. 39 del Consiglio regionale del Lazio a mercoledì 11 febbraio 2015 alle ore 11, secondo l’ordine del giorno già stabilito.

I lavori riprenderanno con il question time, ai sensi dell’articolo 104 del regolamento. Quindi la prosecuzione dell’esame dei punti dell’ordine del giorno successivi alla proposta di legge n. 172, Testo unico sull’artigianato (approvata il 4 febbraio), come da ordine del giorno completo e successiva integrazione in allegato pdf.

ALLEGATI:

Ordine del giorno della seduta n. 39
Integrazione ordine del giorno della seduta n. 39

07 Gen, 2015

Angelo azzurro

Martedì 10 febbraio, ore 11.30
Sala del carroccio – Campidoglio

È prevista la partecipazione di:

Rita Visini, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio
Marta Bonafoni, Consigliera Regione Lazio
Tiziana Biolghini, Dirigente Area Politiche Sociali della Regione Lazio
Anna Rita Marocchi, Vice Presidente del Municipio Roma VIII
Angelo Tanese, Direttore Generale ASL RME
Andrea Maccarrone, Presidente del Circolo “Mario Mieli”

Sono inoltre previste le relazioni:

“Problematiche psicologiche delle persone lgbt anziane”
a cura di Giuseppe Anastasi, psicologo

“Il contesto sociale e culturale per le persone omosessuali dagli anni cinquanta ad oggi”
a cura di Andrea Pini, storico e autore del libro “Quando eravamo froci”

Testimonial dell’iniziativa:
Leopoldo Mastelloni e Leo Gullotta

“Angelo Azzurro” è il primo progetto a Roma e nel Lazio a occuparsi del rapporto fra terza età e mondo LGBT, rinnovando la già proficua collaborazione fra il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, il Municipio VIII di Roma Capitale, la Asl Roma E e altri servizi territoriali.

Il progetto mira al miglioramento della qualità della vita della persona LGBT anziana tentando per la prima volta di combattere la carenza di reti sociali, la solitudine e la mancanza di autosufficienza largamente diffusi fra gli anziani LGBT che amplificano i normali problemi legati alla terza età. Attività, laboratori e uno sportello d’ascolto e orientamento dedicato favoriranno la conoscenza e l’interazione fra coetanei ma anche gli scambi generazionali con i più giovani. Particolare attenzione sarà dedicata a sensibilizzare e promuovere la qualificazione dei servizi territoriali per rispondere ai bisogni delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans in terza età.

angelo_azzurro

05 Gen, 2015

Dolore per la scomparsa di Elena Bentivegna

Mi addolora la scomparsa di Elena Bentivegna, figlia degli eroi partigiani Rosario Bentivegna e Carla Capponi. Elena era una donna tenace e di grande passione, impegnata da sempre a tenere saldi e vivi i valori della Resistenza che per lei coincisero anche con le figure del papà e della mamma.

Per tutta la sua vita, infatti, ha lottato perchè la Memoria degli uomini e delle donne che liberarono l’Italia dal nazifascismo non fosse mai dimenticata. Come si è battuta fino all’ultimo per cercare di dare ai suoi genitori la sepoltura che avevano desiderato in vita.

Una battaglia che pur fiaccandola l’ha vista protagonista fino all’ultimo. La mia vicinanza e il mio abbraccio all’Anpi di Roma e del Lazio.‬

03 Gen, 2015

Protagoniste del proprio corpo e del proprio futuro: la lotta alle MGF

Venerdì 6 febbraio, ore 9.00 
Auditorium del Ministero della Salute
Lungotevere Ripa 1, Roma
“Si può chiedere ad una madre di non fare del male a sua figlia, ma come chiederle di condannarla all’emarginazione sociale?”
Sylla Habibatou Diallo

Secondo l’ultimo Rapporto dell’OMS del 2014, sarebbero tra 140 e 150 milioni, le bambine e le donne sottoposte a mutilazioni genitali femminili (MGF), in gran parte concentrate in 29 paesi. Nei prossimi dieci anni, altre 30 milioni sono rischio di essere infibulate. Pur se in gran parte diffuso in aree dei continenti africano e asiatico, il fenomeno presenta dimensioni significative anche in Europa e in Italia. Secondo il Parlamento Europeo il numero di donne provenienti da Paesi a forte tradizione escissoria, già sottoposte a una forma di MGF si aggira intorno alle 500.000 unità, mentre sarebbero 180.000 le bambine a rischio di subire la pratica ogni anno. Per quanto riguarda l’Italia, le statistiche più recenti parlano di circa 39.000 donne sottoposte a una qualche forma di mutilazione nei loro Paesi di origine.

Sebbene ancora ampiamente drammatici, i dati segnano negli ultimi anni una significativa decrescita, soprattutto nei paesi dove si è investito su istruzione e formazione. Al di là di leggi o di direttive transnazionali – come l’approvazione unanime della Risoluzione ONU che prevede la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (dicembre 2012) – è soprattutto grazie a scolarizzazione, campagne culturali e di sensibilizzazione, che si possono ottenere risultati significativi. Tutti gli attori, governi, ONG e comunità sono chiamati a promuovere un cambiamento sociale positivo attraverso programmi e politiche mirate all’eliminazione delle mutilazioni come a tutte le altre forme di violenza contro le bambine, direttamente o indirettamente legate a norme sociali.

È con questo intento che la Fondazione IME (Istituto Mediterraneo di Ematologia), impegnata da anni nella cooperazione sanitaria internazionale, in occasione della giornata mondiale contro le MGF, promuove un Seminario Internazionale che vedrà la partecipazione dei maggiori esperti del settore e le testimonianze di operatrici nel contrasto alle MGF. Hanno già confermato la loro partecipazione, oltre ad Aldo Morrone, Omar Abdulcadir, Antonio Cristaudo, Nicola Felici, Lavinia Incocciati, Alessandra Sannella, Pietro Vulpiani. È previsto l’intervento del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Modera Giulia Apollonio del TG2.

03 Gen, 2015

Una rivoluzione ci salverà

Mercoledì 4 febbraio, ore 17.30
Auditorium Santa Croce
c/o Cantiere di rigenerazione urbana Spin Time Labs
Via Statilia, 15 – Roma (metro Manzoni)

Il prossimo 4 febbraio l’attivista, blogger e scrittrice canadese Naomi Klein, autrice dei best seller No Logo e Shock Economy, sarà a Roma per presentare il suo nuovo e attesissimo libro “Una rivoluzione ci salverà – perché il capitalismo non è sostenibile” edito da Rizzoli.

IL LIBRO
Durante l’iniziativa l’autrice parlerà della prospettiva contenuta nel testo: la necessaria e rinnovata ribellione al sistema economico da parte dei movimenti ecologisti che mettono al centro del modello non l’accumulazione di profitto ma la giustizia ambientale e sociale. Un new deal, quello disegnato dalla Klein, che muova i suoi passi dalle comunità in lotta contro gli impatti ambientali, socio-sanitari ed economici di un sistema assolutamente insostenibile: quello capitalista.

Sullo sfondo, come minaccia ineludibile e altrettanto ineludibile sprone al cambiamento, il “caldo e tempestoso futuro” a cui il genere umano si è auto condannato con i crescenti livelli di emissioni di gas serra: un processo di riscaldamento globale destinato ad avere conseguenze catastrofiche su milioni di persone in tutto il mondo. Secondo la Klein “la crescita ad ogni costo sta uccidendo il pianeta. La rivoluzione non è piu una questione ideologica. È una questione di sopravvivenza”. In questo scenario, solo “una fede incrollabile nell’uguaglianza dei diritti di ogni persona […] separeranno la civiltà dalla barbarie.”

I TEMI DEL LIBRO NELL’AGENDA POLITICA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
In un momento in cui anche in Italia le lotte ambientali contro l’implementazione degli ultimi provvedimenti governativi, primo tra tutti il decreto Sblocca Italia, ormai convertito in legge a colpi di fiducia, stanno vivendo un nuovo momento di vitalità e articolazione sociale, l’iniziativa fornisce una preziosa occasione di riflessione in vista del vertice sul clima (la 21° Conferenza delle Parti ONU) in programma a Parigi alla fine del 2015. Sull’appuntamento parigino sarà infatti rivolta l’attenzione, a 6 anni dal vertice di Copenaghen, di media, comunità internazionale, governi, movimenti e grossi attori economici, attorno alla necessità, ribadita dalla scienza, di varare in tempi stretti e certi una strategia globale vincolante per il taglio delle emissioni clima-alteranti.

Tagliare le emissione di gas serra vuol dire ripensare le fondamenta stesse del modello produttivo e di consumo, attraverso processi di conversione ecologica reale che investano il modo di produrre e consumare risorse, energia, merci, etc. “Rimuoviamo il problema clima perché abbiamo paura – incalza l’autrice – e perché se accettassimo la piena realtà di questa crisi saremmo costretti a cambiare tutto”.

L’INIZIATIVA
A moderare l’iniziativa sarà Marica Di Pierri, presidente del CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali aperto a Roma dal 2007 e portavoce dell’Associazione A Sud che da oltre 10 anni lavora nell’accompagnamento e nel sostegno delle comunità locali attive per la giustizia ambientale tanto in Italia quanto nei sud del mondo.

All’iniziativa saranno presenti attivisti delle principali reti sociali attive nella difesa del territorio, del diritto alla salute e della giustizia sociale: dal movimento di lotta per il diritto all’abitare Action allacampagna italiana Stop-TTIP, trattato di libero commercio attualmente in via di negoziazione tra Ue e Usa, dalla campagna Stop Biocidio, al lavoro nella terra dei fuochi contro il modello di gestione del ciclo dei rifiuti, al coordinamento nazionale No Triv in prima linea contro le politiche energetiche nazionali basate sull’ampliamento della frontiera estrattiva.

INFORMAZIONI
La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino a esaurimento posti.
Non sarà possibile prenotare.
Uno spazio sarà riservato, alla fine della presentazione, agli interventi dal pubblico.