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Nonostante l’incertezza, nonostante il quadro tutt’altro che definito (o forse a ben vedere proprio in ragione di quello) che segna l’avvicinamento alle prossime elezioni amministrative a Roma, c’è una bella fibrillazione in città, fra i comitati cittadini e i movimenti che guardano con ansia e interesse al le prossime scadenze elettorali. Basta guardare sotto e oltre i titoli dei giornali, le dichiarazioni e gli schieramenti per accorgersene, basta anche solo partecipare a una qualche mailing-list per essere travolti da una mole notevole di messaggi che dicono tutti – dal proprio punto di osservazione – la medesima cosa: vediamoci, parliamone, e proviamo a contare davvero qualcosa ora che si apre la campagna elettorale. L’assunto per tutti è uno: far sì che quella partecipazione tanto sbandierata dal centro-sinistra nell’era pre-Alemanno, e restata lettera morta fino alla disfatta elettorale che ha consegnato la città alla destra, stavolta brilli di luce vera, e proficua, già nella fase della costruzione dei programmi e del consenso. Certo, per qualcuno questo ragionamento dovrebbe portare senza dubbio alla creazione di una lista, magari anche di un candidato espressione stessa del variegato mondo dei comitati cittadini, altri invece pensano sia più giusto e realistico concentrarsi su un’azione efficace di pressing (o lobbying, per dirla all’americana), per una presa di parola che riesca a pesare sul tavolo dei candidati sindaci… differenze non da poco, ma poco rilevanti ai fini del nostro ragionamento. Quella che ci interessa ora è un’ altra angolatura della questione, il “fermento” che vive e sopravvive in città nonostante il combinato disposto tra la crisi e il cattivo governo degli ultimi anni. Roma è una città “viva”, si legge ad esempio nell’appello per La Roma che vogliamo firmato tra gli altri da Berdini, Scandurra, Asor Rosa, Ferrarotti, una città ricca di “fermenti” che prendono di volta in volta la forma dei gruppi d’acquisto solidali, degli orti urbani, dei comitati per la riduzione dei rifiuti o in difesa dell’Agro Romano, dei ciclisti urbani. Una galassia composita, a tratti dispersiva o peggio persa nelle proprie beghe e divisioni, ma certamente portatrice di saperi e competenze costruiti in anni di resistenza dal basso, e disinteresse della politica. Sarebbe bello e utile riuscire a far diventare tutto questo “maggioranza” senza consegnarlo nella mani di Grillo.

(articolo pubblicato sul numero di novembre 2012 del Paese Sera)

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