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07 Nov, 2015

Io ho conosciuto Chiara, per questo quella sentenza mi fa male

Nel marzo scorso ho conosciuto Chiara Monda nella sua stanza d’ospedale.
Tornata a casa ho scritto una cosa, che volevo tenere per me. Senza darle risalto, senza “pubblicità.

La sentenza dell’altro giorno, lo sconto di pena per il suo ex che l’ha massacrata di botte, mi ha indotto a ripensarci. Così ho chiesto il permesso ai suoi parenti, e qui di seguito pubblico la cronaca di quel pomeriggio così intenso.

Perché dopo la sentenza, c’è bisogno di pensare e ancora pensare e pensare ancora.
Il mio dunque vuole essere un contributo. Leggete vi prego fino in fondo.

17 MARZO 2015 – CHIARA

Oggi ho conosciuto Chiara.

Dopo aver tanto letto di lei, dopo averla avuta compagna di viaggio durante l’approvazione della legge contro la violenza sulle donne, oggi sono andata a trovarla nella sua stanza d’ospedale.

Chiara da poco prima dello scorso Natale è ricoverata al Santa Lucia, sull’Ardeatina.
Condivide la sua stanza con una signora, ma le sue compagne di camera in questi tre mesi sono cambiate spesso.

C’è una bella luce in clinica, spazi larghi e nuovi, tanto dolore silenzioso e dignitoso.
Definitivo nel suo essere composto.

Sul lato del letto di Chiara attaccate al muro ci sono tante foto: la Lazio, il suo cane Molly, sua cugina.
E poi Chiara. Chiara sola e Chiara che accarezza Molly.

Lei è su una grossa sedia a rotelle.
La prima cosa che penso quando la vedo e’ che mai l’avrei riconosciuta solo dalle foto apparse sui giornali nei giorni del fatto.

E’ tutta diversa.
Taglio colore e credo anche consistenza dei suoi capelli: prima biondi, lunghi, sembrano morbidi nello scatto che ha fatto il giro delle tv. Ora castani, corti, paiono duri.

Gli occhi che erano luminosi e felici ora sembrano spenti. Occhi di bambola. Senza nessuna voluttà.

Occhi stanchi oggi, perché Chiara ha riposato poco e in palestra l’hanno fatta lavorare molto. Ha fatto su e giù col braccio diverse volte.
Per noi sarebbe una sciocchezza, ma Chiara è completamente ferma da un anno.

Chiara è stata in coma. Chiara e’ morta anzi lui l’ha uccisa due volte, mi dice la zia Antonella. Quando l’ha ridotta così, prima strangolata, poi sbattuta con la testa al muro, poi infierito sul suo capo a colpi di calci dati con pesanti scarpe da lavoro.
E poi quando le ha lasciato una coscienza.

Chiara capisce tutto. In questi giorni si festeggia il fatto che stimolata dai medici alla richiesta prendi la penna blu ha piano piano allungato il braccio e afferrato la penna blu. Stessa scena si è ripetuta con la penna rossa. Invece quando i dottori le hanno detto prendi la penna gialla Chiara li ha guardati come a dire: ma che mi prendete in giro? La penna gialla infatti non c’era.

Piange Chiara. Ma non col suono, o con il movimento del petto e delle spalle.
A Chiara scendono lacrime silenziose e lente. Come quel giorno che ha sentito la voce della nonna al telefono.

Davanti a me il papà, Maurizio, la esorta con successo a stringere il suo peluche (Molly anche lui), che tiene sulle gambe, insieme a una marea di altre cose: un cuscino, un telo per non sentire freddo, i tubi dei vari sondini. Ne ha uno per mangiare, uno per respirare, intuisco gli altri. Le sue dita sono minuscole, molto più piccole di quel corpo gonfio per la sofferenza inerte della sua quasi morte. Sulle unghie smalto celeste.

Sul viso ha delle bollicine rosse. E quello che sembra un leggero graffio che manda in apprensione Maurizio, che sapendo già di non ottenere risposta le chiede: Chiara che hai fatto qui?

E’ vestita con una tuta blu ma c’è anche del viola: tutto è ordinato e coordinato in lei, si vede che qualcuno la cura. Papà Maurizio va la’ tutti i giorni, ha gli occhi larghi e lucidi, anzi larghi e opachi. Gli occhi di chi non dorme da secoli.
Mi racconta la sorella Antonella che a volte si addormenta in stanza da Chiara e siccome alle dieci la clinica chiude deve scavalcare il cancello.

Anche la mamma è accanto a Chiara. Sembra vivere in un mondo tutto suo.

Mentre guardo Chiara che, se potesse e ci riuscisse sbadiglierebbe per quanto è stanca, e chiude gli occhi e li riapre come fanno i bambini sul seggiolino della macchina mentre si viaggia, mi accorgo che sul braccio sinistro, nella parte interna, ha un tatuaggio. La lettera Emme.

Non la Emme di Molly, ne’ di mamma. Non la Emme di Maurizio il papà.
Emme come l’altro Maurizio. Lui.

Che ci ha messo nove ore per iniziare e finire di ammazzarla quel giorno. Quando ha scoperto che si scambiava dei messaggi con un suo amico.

Che poi già più di una volta era stato denunciato dal papà di Chiara perché la maltrattava. Ma Chiara era maggiorenne (ha compiuto vent’anni il 30 dicembre scorso) dicevano che era lei a decidere. E nessuno ha dato peso a quel suo piccolo ritardo che la seguiva dalla nascita.

Dicono i medici che Chiara non ricorda il momento della sua morte. Quelli come lei rimuovono il trauma.
Però Antonella è convinta che quell’atteggiamento con la mano, che spesso è messa tesa e dritta come a parare un colpo, sia perché lei ancora tenta di difendersi.

Quel giorno non ce l’ha fatta. Ha fatto un solo squillo sul telefono del padre prima di morire Chiara. Dice proprio così Antonella, prima di morire Chiara.

Non tornerà più quella di prima, questo si sa. Magari tornerà a parlare, sarebbe un miracolo. Ma non camminerà più. A casa ci saranno da fare i lavori per adeguare gli ambienti alle nuove necessità della famiglia. E poi bisognerà avere due infermieri a darsi il cambio. E chi pagherà tutto questo?

A quello hanno dato 20 anni di carcere, con l’aggravante per la “crudeltà” con cui ha infierito su di lei. Ma risulta nullatenente quindi zero euro di risarcimento.

Il dopo è per Maurizio un incubo peggio dell’oggi, al punto che arriva a desiderare ancora adesso – con pudore e mezze parole – che le cose fossero andate diversamente da così. Che Chiara se ne fosse andata e basta.

Chiedo al papà il permesso di farle una carezza prima di andare. Con il dorso della mia mano destra le sfioro due volte il suo braccio destro. Ha la pelle liscissima. E bianca come il latte.

Ecco da cosa la riconoscerei vedendo la foto, penso.
Quel pallore della pelle era già il suo, non è cambiato.
Quella pelle bianca è Chiara.

Apre gli occhi quando sente il mio tocco.
Mi sembra che mi guardi come a dire chi sei non ti conosco.
Ma è più curiosa che infastidita.
Almeno così voglio pensare.

Piacere Chiara.
Conoscerti è stato forte.

04 Nov, 2015

Massacrò di botte la compagna: un’ingiustizia la riduzione di pena

“Quella di oggi è una brutta pagina, una brutta lezione ai più giovani ai quali dovremmo insegnare il rispetto delle differenze, per Chiara e i suoi cari che subiscono l’ennesima ingiustizia, per tutte le donne che vivono in questo Paese.” Così in una nota Marta Bonafoni, Consigliera Sel alla Regione Lazio e Sara Graziani, Responsabile Politiche di genere Sel Lazio, commentando la sentenza che riguarda Chiara, in coma per le percosse ricevute dal compagno.

Nel rispetto del lavoro dei giudici, stavolta ci uniamo con fermezza allo sdegno e alle proteste di quanti, amici e parenti di Chiara, erano presenti in Aula e hanno manifestato tutto la loro sofferenza, perché in quell’aggressione c’è tutto il portato di violenza, crudeltà e di concezione proprietaria della donna che andava considerato, se davvero si vuole porre la parola fine ad un fenomeno così insopportabile che poggia su un’arretratezza culturale inquietante e che rende le donne di questo Paese cittadine di serie b.”

18 Ott, 2015

Violenza e istituzioni

Lunedì 23 novembre, ore 16.00 
Sala Conferenza della Provincia
Via Saffi, 49 – Viterbo

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Erinna – Donne contro la violenza alle donne, Davide Ghaleb Editore e MoonTheatre mobile presentano “Finchè…”, piéce teatrale con Karin De Ponti e Eleni Maragkaki, con musiche di Alessandro Lamoratta e scenografia del maestro Sergio Rando, liberamente tratta da “Finché morte non ci separi” di Francesco Olivieri, regia di Alessandro Merletti De Palo e Giovanni Caloro.

L’appuntamento è a Viterbo, lunedì 23 novembre, presso la Sala conferenze della Provincia, via Saffi 49, alle ore 16.

[…]“Finché morte non vi separi” c’hanno detto, là sull’altare…“Nell’ora della nostra morte… Amen!” Be’ mi pare che questo matrimonio sia finito…Mi pare… così, a naso, separati ci siam separati […]

La storia di due donne che vengono ammazzate dai loro rispettivi compagni. Una denuncia contro il femminicidio scritta da un uomo che si è messo nei panni delle vittime.

Un’iniziativa in collaborazione con Erinna – Donne contro la violenza alle donne (Viterbo), Museo della Città e del Territorio (SMA), Città dell’Altra Economia (Roma), Circolo ARCI Island (Perugia). Con il Patrocinio di: Pari Opportunità Rai Milano, Assessorato alle Pari Opportunità Regione Umbria, Provincia di Viterbo, Comune di Viterbo.

Alle ore 17, invece, avrà luogo la tavola rotonda “Violenza e Istituzioni”. Conduce Erinna. Invitati rappresentanti della regione Lazio e della Cabina di Regia, Prefetto, Procuratore della Repubblica, Presidente della Provincia, sindaco di Viterbo e sindaci in rappresentanza dei distretti provinciali.

Alla tavola rotonda sono invitati:
– Marta Bonafoni
– Assessore Visini
– Presidente della Cabina di Regia D’Elia
– Vittoria Tola, membro della Cabina di Regia
– presidente dell’associazione nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re. Carrano
– presidente della Provincia di Viterbo Mazzola
– i sindaci dei comuni capofila dei distretti della provincia di Viterbo

Saranno venduti libri a tematica sociale e di impegno civile il cui ricavato andrà a coprire in parte le spese di ospitalità del gruppo artistico e in parte sarà devoluto all’Associazione e Centro antiviolenza Erinna.

15 Ott, 2015

Rosa shocking 2. Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione

Martedì 17 novembre, ore 10.00 – 13.00
Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”
Sala degli atti Parlamentari
Piazza della Minerva, 38 – Roma

Interverranno

Marco Chiesara – Presidente WeWorld Onlus
Giovanna Badalassi – WeWorld Onlus
Nando Pagnoncelli e Chiara Berardi – Ipsos Italia
Giovanna Martelli – Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità
Valeria Fedeli – Vice Presidente Senato
Roberta Agostini – Deputata PD
Linda Laura Sabbadini – Direttore Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali ISTAT

Campagna: La Voce delle Donne

Orazio Carabini – Ferrovie dello Stato

Alex Britti

Martedì 17 novembre alle ore 10.00, sino alle ore 13.00, a Roma pressa la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato, Piazza della Minerva 38, sarà presentato da WeWorld Onlus, ONG che si occupa in Italia e nel Sud del Mondo di garantire i diritti dei bambini e delle donne più vulnerabili, il secondo Rapporto sulla violenza sulle donne e gli stereotipi di genere “Rosa shocking 2 Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione”.

Il Rapporto, che ha ricevuto il Patrocinio della Camera dei Deputati e del Dipartimento perle Pari Opportunità presso Presidenza del Consiglio dei Ministri, contiene una rilettura, condotta insieme a IPSOS, dei risultati del sondaggio d’opinione sulla percezione che gli italiani hanno del fenomeno in chiave generazionale e l’aggiornamento dei dati sugli investimenti della società civile in termini di prevenzione della violenza contro le donne e gli stereotipi.

A una settimana dal 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne WeWorld chiama le Istituzioni ad un’approfondita consapevolezza e reale presa di coscienza su come nel nostro Paese la violenza contro le donne non sia un fenomeno occasionale quanto, piuttosto, una realtà culturalmente strutturata e, al tempo stesso, ad una maggiore conoscenza degli aspetti economici e sociali, che tale fenomeno provoca, facendosi promotore del varo di politiche efficaci e preventive e, nel medio e lungo termine, a conseguire ad una contrazione del peso economico sulla comunità e del costo umano che tale situazione produce.

L’incontro sarà l’occasione per presentare i Centri WeWorld per le Donne, a Napoli e Palermo, che andranno ad ampliare il programma di WeWorld contro la violenza sulle donne.

Il dott. Orazio Carabini, Direttore Centrale Comunicazione Esterna e Media del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, racconterà il sostegno del Gruppo alla campagna di sensibilizzazione e il progetto per l’apertura di punti di ascolto per le donne presso gli Help Center di stazione di Roma e Napoli. Attualmente gli Help Center, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, sono 15 e costituiscono una vera rete di supporto alla lotta al disagio sociale coordinata dall’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni (ONDS, www.onds.it).

Alex Britti, testimonial della Campagna “La voce delle donne” di WeWorld, infine presenterà il suo ultimo singolo “PERCHÈ”, che nasce dall’esigenza di dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza. Una parte dei proventi sarà destinata ai progetti di WeWorld contro la violenza sulle donne.

10 Ott, 2015

Rosa shocking 2. Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione

Martedì 17 novembre, ore 10.00
Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”
Sala degli atti Parlamentari
Piazza della Minerva, 38 – Roma
Interverranno

Marco Chiesara – Presidente WeWorld Onlus
Giovanna Badalassi – WeWorld Onlus
Nando Pagnoncelli e Chiara Berardi – Ipsos Italia
Giovanna Martelli – Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità
Valeria Fedeli – Vice Presidente Senato
Roberta Agostini – Deputata PD
Linda Laura Sabbadini – Direttore Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali ISTAT

Campagna: La Voce delle Donne
Orazio Carabini – Ferrovie dello Stato
Alex Britti

Martedì 17 novembre alle ore 10.00, sino alle ore 13.00, a Roma pressa la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato, Piazza della Minerva 38, sarà presentato da WeWorld Onlus, ONG che si occupa in Italia e nel Sud del Mondo di garantire i diritti dei bambini e delle donne più vulnerabili, il secondo Rapporto sulla violenza sulle donne e gli stereotipi di genere “Rosa shocking 2 Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione”.

Il Rapporto, che ha ricevuto il Patrocinio della Camera dei Deputati e del Dipartimento perle Pari Opportunità presso Presidenza del Consiglio dei Ministri, contiene una rilettura, condotta insieme a IPSOS, dei risultati del sondaggio d’opinione sulla percezione che gli italiani hanno del fenomeno in chiave generazionale e l’aggiornamento dei dati sugli investimenti della società civile in termini di prevenzione della violenza contro le donne e gli stereotipi.

A una settimana dal 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne WeWorld chiama le Istituzioni ad un’approfondita consapevolezza e reale presa di coscienza su come nel nostro Paese la violenza contro le donne non sia un fenomeno occasionale quanto, piuttosto, una realtà culturalmente strutturata e, al tempo stesso, ad una maggiore conoscenza degli aspetti economici e sociali, che tale fenomeno provoca, facendosi promotore del varo di politiche efficaci e preventive e, nel medio e lungo termine, a conseguire ad una contrazione del peso economico sulla comunità e del costo umano che tale situazione produce.

L’incontro sarà l’occasione per presentare i Centri WeWorld per le Donne, a Napoli e Palermo, che andranno ad ampliare il programma di WeWorld contro la violenza sulle donne.

Il dott. Orazio Carabini, Direttore Centrale Comunicazione Esterna e Media del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, racconterà il sostegno del Gruppo alla campagna di sensibilizzazione e il progetto per l’apertura di punti di ascolto per le donne presso gli Help Center di stazione di Roma e Napoli. Attualmente gli Help Center, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, sono 15 e costituiscono una vera rete di supporto alla lotta al disagio sociale coordinata dall’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni (ONDS, www.onds.it).

Alex Britti, testimonial della Campagna “La voce delle donne” di WeWorld, infine presenterà il suo ultimo singolo “PERCHÈ”, che nasce dall’esigenza di dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza. Una parte dei proventi sarà destinata ai progetti di WeWorld contro la violenza sulle donne.

Ufficio stampa WeWorld

Greta Nicolini, Tel 02.36.21.53.45 – 347.52.79.744, greta.nicolini@weworld.it
Giulia Pigliucci, 335 6157253 comunicazione.add@gmail.com

La partecipazione all’evento è prevista solo previa registrazione entro le h 13.00 del 16 novembre 2015 all’indirizzo comunicazione@weworld.it
L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima
Si ricorda che all’interno dei palazzi del Senato della Repubblica è d’obbligo, per gli uomini, indossare la giacca.

08 Ott, 2015

Le parole e i coltelli

Due madri non dormono. Una, la madre di lei, all’alba va dai carabinieri. Mia figlia Giordana, vent’anni, non è tornata a casa stanotte. L’altra, la madre di lui – Luca, 24 – di notte lo ha sentito partire in macchina. La macchina della madre. Le madri.
La paura delle madri: dove vanno, cosa fanno la notte questi figli. La botola che non vedi, sai che c`è ma non la trovi. Dove sono, con chi sono. Dove possono cadere. Dov’è il pericolo.
Concita De Gregorio, La Repubblica