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01 Dic, 2013

Workshop “La Sanità nuoce alla Salute?”

Mercoledì 11 dicembre, ore 9.00-13.00
Aula A Direzione Sanitaria Piastra II Piano
S. Camillo Forlanini

Workshop
La Sanità nuoce alla Salute?
Per una migliore appropriatezza diagnostico-terapeutica e per restituire dignità alla
Salute

Nel 2002 Ray Moynihan e Richard Smith pubblicarono un editoriale sul British Medical Journal rimasto famoso. Si intitolava “Too much medicine? Almost certainly”.
Dopo più di dieci anni il problema di un eccesso di sanità che danneggia la salute è ancora più evidente, con conseguenze negative sia per le persone sane, sia per quelle malate: le prime, sottoponendosi ad indagini diagnostiche e a trattamenti non necessari, oltre a subirne gli effetti nocivi per la salute, sottraggono preziose risorse alle seconde.
L’esempio più emblematico è rappresentato dall’incremento esponenziale di malati, determinato dal cambiamento dei criteri diagnostici che è stato ottenuto, semplicemente, abbassando l’asticella che divide le persone “sane” da quelle “malate”. Ciò è accaduto per l’ipertensione, il diabete, l’osteoporosi, l’ipercolesterolemia, l’obesità ed i deficit cognitivi.
Le crisi, tuttavia, possono essere trasformate in occasioni di rilancio e la difficile contingenza economica che stiamo attraversando dovrebbe spingerci a riflettere con maggiore profondità su questa dinamica perversa che produce eccessi diagnostici e terapeutici costosi e pericolosi per la salute.
Da un approfondimento di questo genere si può  iniziare a immaginare e introdurre strategie di politica sanitaria che evitino un approccio basato sui “tagli” e che si orienti sulla “ridistribuzione”: Spostare le risorse da pratiche inutili o pericolose (che si stima ammontino almeno al 20% dell’attuale spesa)  a interventi di provato rapporto costo-efficacia potrebbe produrre un rilevante miglioramento degli effetti sulla salute e sulla percezione del sistema sanitario da parte dei cittadini, a cominciare dall’annoso problema delle liste d’attesa.
Approfittando della presentazione del libro di Ottavio Davini, “Il prezzo della salute” (Editore Nutrimenti, Roma), vorremmo coinvolgere professionisti, operatori sanitari, decisori, media e cittadini in una prima riflessione che possa dare il via a un percorso più strutturato e approfondito su un tema ormai ineludibile.

15 Nov, 2013

Sono vicina ai lavoratori della mensa del Policlinico in presidio

Da quarantatre giorni i centoquattro dipendenti impiegati al servizio ristorazione del Policlinico presidiano in forma permanente il loro posto di lavoro – le  cucine dell’Ospedale più antico d’Italia. Una mobilitazione dettata dalla forte preoccupazione per il loro futuro occupazionale messo in forse da una gara vinta dalla loro società INNOVA al massimo ribasso. Ho incontrato i lavoratori in presidio l’altra sera durante “la cena di lotta” all’interno della mensa del Policlinico.

Abbiamo cenato insieme. Un gesto per esprimere loro la mia vicinanza e per confrontarmi accogliendo le loro preoccupazioni sul futuro lavorativo. I lavoratori della Innova stanno presidiando la mensa perché vedono messa a rischio la qualità del servizio che dovranno svolgere all’interno del nosocomio.

Con attenzione e professionalità questi lavoratori continuano ad operare in ambienti affollati e caotici per garantire i 3000 pasti giornalieri, ma si chiedono molto preoccupati quale sarà il loro futuro. In un sistema già fortemente toccato da carenze organizzative, da strutture segnate dal tempo e dislocazione frammentaria degli plessi, infatti, la Innova che fin ora ha gestito per il Policlinico solo il trasporto del vitto con un monte ore di 1700 settimanali, si è aggiudicata la gara per l’intero servizio comprensivo anche della preparazione dei pasti, con un monte ore di poco più elevato, pari a 1800 settimanali.

Una gara vinta probabilmente sfruttando il massimo ribasso nei costi, che però come denunciano gli addetti alla mensa rende impossibile garantire gli stessi livelli qualitativi del servizio nonché i livelli occupazionali.

La mia presenza e condivisione della cena con loro è stata finalizzata a far chiarezza su quelle che, alla luce della nuova gara d’appalto, saranno le reali modalità e tempistiche di funzionamento del servizio mensa. Ritengo infatti sia necessario intervenire immediatamente per garantire un adeguato monte ore necessario alla fornitura di un servizio fondamentale come la distribuzione dei pasti, destinati prevalentemente a persone malate, fragili e spesso ricoverate in strutture dislocate in un area molto ampia. In questo senso si è mossa già la Regione Lazio nelle scorse settimane, con un incontro che ha visto riuniti intorno al tavolo con i lavoratori della mensa sia la cabina di regia sulla sanità che l’assessorato al lavoro. Credo che quel tavolo possa e debba essere aggiornato: gli impiegati delle cucine del Policlinico non vanno lasciati soli.

Rilanciando anche le richieste dei lavoratori mi faccio portatrice di una richiesta urgente al Direttore Generale del Policlinico affinchè chiarisca quale le modalità di svolgimento della gara d’appalto per i servizi mensa. Per questo appoggio e rilancio l’iniziativa del consigliere regionale di Sel Gino De Paolis che ha chiesto di dedicare alla vicenda un’audizione in commissione sanità, durante la quale ascoltare la posizione dei lavoratori e chiedere ai vertici dell’azienda quali modalità intendano utilizzare per garantire i livelli essenziali dei servizi agli utenti della sanità  pubblica e la salvaguardia dei livelli occupazionali.

24 Ott, 2013

Abortisce all’ospedale ma 10 giorni dopo espelle il feto

Aveva deciso di interrompere la gravidanza dopo aver saputo che la bimba che portava in grembo era affetta da sindrome di Down. Così una donna di 38 anni si è sottoposta a un intervento chirurgico all’ospedale San Camillo per abortire. Era il 16 agosto. A dieci giorni dall’operazione però trascorsi tra stati febbrili e forti dolori addominali – la donna ha avuto un’emorragia mentre faceva la doccia e si è trovata tra i piedi il feto di sei centimetri “nella sua integrità”.
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02 Lug, 2013

Vicenda CEM: le istituzioni sono più vicine alle persone

Un altro ‘piccolo’ ma concreto gesto di avvicinamento delle istituzioni regionali ai bisogni reali delle persone e alla difesa concreta del diritto alla salute.

Non posso che essere soddisfatta per la positiva risoluzione della vicenda del CEM – Centro di educazione motoria – di via Ramazzini sotto minaccia di chiusura a causa di un rimpallo di responsabilita’ e passaggi burocratici che hanno messo a rischio il prosieguo dell’attivita’ assistenziale della struttura.

Agli oltre 100 pazienti disabili in gran parte adulti, di cui 45 in regime assistenziale residenziale, grazie al protocollo d’intesa firmato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dal presidente provinciale della Croce rossa italiana, Flavio Ronzi, e dal commissario straordinario della Asl RmD, Alessandro Cipolla sara’ garantita l’assistenza scongiurando ogni rischio di chiusura o trasferimento in altre sedi.

L’accordo raggiunto oggi superando i tanti inutili cavilli burocratici e’ importante perche’ riporta serenita’ e tranquillita’ alle famiglie degli assistiti e a quelle dei lavoratori impegnati nell’assistenza dei disabili. La risoluzione della questione CEM rappresenta un altro passo verso quel modello di difesa del diritto alla salute incardinato su un principio di giustizia che vogliamo assicurare a tutti i cittadini e le cittadine del Lazio.