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30 Ott, 2017

Mafie e giornalismo: rafforzare sistema e lotta alla precarietà

Occorre rafforzare il sistema, creare le condizioni affinchè vi sia sicurezza e quindi rimuovere tutti gli elementi di precarietà, anche e soprattutto economico-lavorativa, che indeboliscono l’intero settore ed espongono a maggiore ricattabilità i giornalisti.

I dati di “Allarme Roma. Dossier sulle​ ​minacce​ ​e​ ​gli​ ​attacchi​ ​ai​ ​giornalisti​ ​che​ ​operano​ ​nel​ ​Lazio​ ​e​ ​nella​ ​Capitale” stilato dall’associazione Ossigeno per l’Informazione ci dicono che c’è un aumento molto preoccupante delle intimidazioni, con picchi nella Capitale fino al 30% in più nel 2017.

Un allarme che le istituzioni hanno il dovere di registrare per agire, mettendo in campo in primis nei media un massiccio rafforzamento dei contenuti legati alla legalità e all’antimafia, ma anche e parallelamente una formazione che parta dalle scuole per poter incidere sul piano culturale.

In ultimo è anche molto importante il ruolo delle Istituzioni durante i processi, auspicando che la Regione Lazio si costituisca sempre parte civile a fianco dei giornalisti. Una battaglia come questa si vince solo con un gioco di squadra che non lascia indietro nessuno.

17 Ott, 2017

Bomba nell’auto per fermare Daphne. L’ultimo post “Corrotti ovunque”

Francesco Battistini, Corriere della Sera

Da anni riceveva intimidazioni e minacce. Le ultime, due settimane fa, non le erano valse la scorta. Così ieri Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger, 53 anni, è stata uccisa a Malta con una bomba piazzata sulla sua auto.

A renderla molto popolare, e insieme molto scomoda, era il suo incessante lavoro di inchiesta sulla corruzione nella politica dell’isola, che aveva spinto alle dimissioni alche il premioer Muscat.

03 Mag, 2016

Giornata Mondiale della Libertà di Stampa

Oggi – Giornata Mondiale della Libertà di Stampa – ho passato la prima parte della mattinata con le scuole alla Biblioteca Nazionale per parlare di giornalismo e antimafia, insieme a Ossigeno per l’informazione e Libera.

Perché la conoscenza è alla base di ogni azione contro la criminalità organizzata, e perché le mafie non amano avere cittadini informati.

In commissione antimafia alla Regione Laziolazio ripeto ad ogni occasione che noi siamo nati innanzitutto per gettare ponti e spezzare solitudini.

Sono soli quei cittadini e quelle associazioni che compiendo ogni giorni scelte antimafia non sentono le istituzioni al loro fianco.

Sono soli anche quei giornalisti minacciati, dalle forze criminali e dal precariato, che con la loro vedono minacciata anche la nostra libertà.

Per questo oggi sono stata felice di annunciare a studenti e giornalisti che prossimamente arriverà in aula la Proposta di legge sul pluralismo dell’informazione da noi licenziata in III commissione.

Una legge che afferma l’importanza di avere un’informazione orientata alla legalità e alla giustizia sociale.

Una legge che stanzia risorse per le emittenti in crisi.

Una legge infine che riaffermando l’importanza del rispetto dei contratti anche per i giornalisti si schiera al loro fianco, per un’informazione realmente libera.

04 Nov, 2015

Mafia, al fianco dei giornalisti e della libertà di cronaca

Fare fronte comune, tra Istituzioni e giornalisti, contro le mafie. E schierarsi al fianco della buona informazione, per non lasciare solo chi – svolgendo una funzione democratica fondamentale – vive minacciato, intimidito. In troppi casi addirittura sotto scorta.

Ha ragione il Presidente dell’Osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza Giampiero Cioffredi: i 28 giornalisti del Lazio finiti sotto minaccia della criminalità organizzata soltanto dall’inizio del 2015 sono un dato insopportabile. Perché la libertà di stampa misura la qualità della nostra democrazia.

In Consiglio regionale, durante la discussione della proposta di Legge quadro a sostengo del Pluralismo dell’informazione, abbiamo presentato e approvato gli emendamenti della associazioni antimafia per inserire l’informazione sulla legalità e la lotta alle mafie tra i principi guida di una corretta comunicazione pubblica, abbiamo anche ascoltato e recepito le osservazioni delle forze sindacali, perché il precariato e la fragilità del sistema aumentano la ricattabilità e l’esposizione dei giornalisti all’aggressione della mafia.

Aver fatto oggi, vigilia dell’apertura del processo Mafia Capitale, un’iniziativa come “Diritto di cronaca e lotta alle mafie” significa anche fare appello alla categoria giornalistica e alle testate tutte, affinché l’informazione sul dibattimento possa essere quanto più vicina alla comprensione dei fatti e lontana da ogni eventuale spettacolarizzazione.

30 Ott, 2015

La radio attira i giovani perché è “web e social”

In auto o con lo smartphone, in diretta streaming, dal sito web o in podcast. Volendo anche accendendo la Tv.
Resiliente, capace di entrare in sintonia con le nuove tecnologie, le più diverse fasce di età e i tempi della routine quotidiana, la radio resta – dopo la televisione – il mezzo di comunicazione utilizzato più dagli italiani (84% della popolazione sopra i 14 anni).
Il Sole 24 Ore

09 Dic, 2013

La miseria della gogna e i diritti delle idee

Per avere giudicato molto duramente la gogna della “giornalista nemica” Maria Novella Oppo sul blog di Grillo, anche il nostro Francesco Merlo è finito, per secondo, in quella lista di proscrizione. Chissà se, giudicando a mia volta molto duramente la messa all’indice di Francesco Merlo, la terza nomination toccherà a me, e la quarta a chi proverà a difendermi dal diluvio di atroci insultie e minacce che le bande che infestano il web dedicano ai giornalisti messi all’indice dal leader del Movimento Cinque Stelle.
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21 Ott, 2013

Paese Sera si ferma, giornalisti senza contratto

Il giornale, in situazione precaria già da luglio, ora costringe i redattori a smettere di lavorare. L’azienda ha violato i patti con il sindacato secondo i quali avrebbe dovuto versare gli stipendi arretrati il 15 ottobre e fare i nuovi contratti a partire dal 1 ottobre. I lavoratori chiedono alla società editrice di riprendere la trattativa

Condannato al silenzio. Questo accade a un giornale nato più di due anni fa con l’ambizione di trasformarsi nella ‘Voce di Roma’ e che, invece, strozza la voce dei suoi giornalisti. E’ la storia del Nuovo Paese Sera, quotidiano on line e mensile cartaceo in bilico dallo scorso luglio. Da quando scadono i contratti dei redattori, che da mesi non percepiscono lo stipendio, e che il 15 ottobre avrebbero dovuto ricevere l’ultima tranche dei salari arretrati secondo un accordo sindacale, firmato dalla società editrice e dalla redazione, che prevedeva inoltre un contratto per tutti i giornalisti a partire dal primo di ottobre. Niente di tutto questo però è accaduto. La società che edita il giornale ribadisce che in cassa non c’è liquidità. Tutto è destinato a fermarsi.

Non solo. L’atteggiamento di chiusura della S.r.l. si riscontra in un cambio delle carte in tavola: la terza e ultima parte delle mensilità non corrisposte era dovuta a prescindere. Tutto messo nero su bianco con l’accordo firmato lo scorso agosto, alla presenza dell’Associazione stampa romana. Non la pensa così però l’amministrazione societaria che vincola i pagamenti degli arretrati alla chiusura dell’accordo con dei nuovi soci. Un ruolo giocato dalla società Parsitalia media che ancora non ha sciolto la riserva sul suo ingresso nella Nuovo Paese Sera S.r.l..

Un braccio di ferro che mette i redattori all’angolo. Zero soldi per gli stipendi e abbonamento alle agenzie di stampa saltato per mancato rinnovo. Senza dimenticare che per alcuni giorni la redazione è stata anche a corto della luce elettrica. Un atteggiamento che porterà alla chiusura di una redazione, mettendo i lavoratori per strada, e spegnerà una voce. Condannando al silenzio Paese Sera.

I giornalisti sollecitano la società editrice di Paese Sera a riprendere al più presto la trattativa e auspicano che per il giornale ci sia un futuro concreto.

07 Set, 2013

Il giornalismo che resiste

Ci si chiede ormai quasi ogni mattino cosa resterà del giornalismo dopo che lo tsunami Internet avrà spazzato via tutte le rendite acquisite dei media tradizionali. Poi una sera sul piccolo palco riccionese di un grande premio Ilaria Alpi, appaiono seduti uno accanto all’altra due esemplari di una specie data forse troppo frettolosamente per spacciata, il reporter camerunense Jean-Claude Mbede Fouda e l’aversana Marilena Natale, giovani, coraggiosi, connessi alla Rete ma soprattutto alla vita, testimoni di storie che non tollerano narratori.
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