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04 Feb, 2014

Scuola, genere, linguaggio, città

Giovedì 13 febbraio, ore 11.00
Comune di Formia

Tavola rotonda – Scuola, genere, linguaggio, città

Presentazione istituzionale
Monica Cirinnà (Senato della Repubblica)
Marta Bonafoni (Consigliera Regione Lazio)
Sandro Bartolomeo (Sindaco di Formia)
Patrizia Menanno (Delegata alle P.O.)

Presentazione didattica
Gigliola Corduas (FNISM). Didattica e identità di genere.
Maria Pia Ercolini (Toponomastica femminile). Che genere di città?
Stefano Ciccone (Univ. di Tor Vergata – Ass. Maschile plurale). La presenza maschile nell’educazione al genere
Irene Giacobbe. (AFFI. Linguaggi e genere. Titolo provvisorio)
Gabriella De Angelis (Dirigente scolastica FNISM)
Referente Liceo Vitruvio Formia (da definire)

22 Gen, 2014

#2d2roma #wister

Sabato 8 febbraio, ore 9.00
Città dell’Altra Economia
Largo Dino Frisullo – Roma

Learning Meeting su Social Media a Roma

Immagini dal learning meeting di Padula

L’8 febbraio presso la Città dell’Altra Economia a Roma Wister e Stati Generali dell’Innovazione organizzano il secondo Learning Meeting Wister dopo quello di Padula. L’evento, che si svolge nell’intera giornata di sabato dalle ore 9 alle ore 17, è incentrato su tecnologie digitali e social network ed è rivolto a donne e uomini che intendono approfondire queste tematiche.

Dopo una panoramica sui social media e sui loro diversi aspetti (compreso quello giuridico), , le nove relatrici Wister approfondiranno diverse tematiche: quelle legate al turismo, alla Pubblica Amministrazione, alla formazione attraverso la Rete. Saranno poi mostrate le modalità di presentare e presentarsi attraverso la Rete e come sfruttare al meglio i social media per trovare lavoro.

Per seguire l’evento su Twitter è possibile consultare l’hashtag #d2droma #wister. L’evento è gratuito ed è possibile partecipare previa registrazione e consegnando all’ingresso il biglietto stampato.

Questo il programma in dettaglio della giornata:

9.00 Registrazione partecipanti
10.00 Saluti Istituzionali
10.45 Apertura lavori: La condivisione dei saperi e il modello WISTER D2D

Presentazione WISTER, Flavia Marzano
Che cosa è il learning meeting: esperimento di Padula, Tiziana Medici
La collana WoW: presentazione eBook WISTER, Nicoletta Staccioli

11.15 Le occasioni online di formazione e crescita: il modello Web Learning, Rosa De Vivo
11.40 Social media, social network e work life balance, Emma Pietrafesa
12.00 Aspetti giuridici della Pubblica Amministrazione 2.0, Fernanda Faini
12.20 Social Network e Politica: il racconto di un’esperienza, Anna Paola Concia
12.40 Come utilizzare i social per  la promozione: il Turismo, Maria Cristina Terenzio
13.00 Dibattito

13.30 Pausa pranzo: light lunch libero

14.30 Come trovare lavoro nell’era 2.0: l’importanza della rete, Flavia Marzano
15.00 La comunicazione istituzionale 2.0: la PA e i Social Media, Angela Creta
15.30 Presentarsi e presentare al tempo dei Social Media, Sonia Montegiove
16.00 Le Wister nel cloud: formazione D2D con strumenti social e cloud, Alessandra Donnini
16.30 Dibattito
17.00 Chiusura lavori e presentazione prossime attività, Flavia Marzano

29 Dic, 2013

Tavolo delle donne del Lazio

Giovedì 16 gennaio, ore 15.30
Casa Internazionale delle donne
Via della Lungara, 19

L’ iniziativa si colloca all’interno di LAZIO IDEE il percorso di ascolto del territorio avviato dal Vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio per una scrittura partecipata del nuovo programma FSE 2014-2020.

Saranno presenti:
– Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente della Regione Lazio
– Lucia Valente e Concettina Ciminiello, assessore della Regione Lazio
– Paola Bottaro, autorità di gestione FSE

Per approfondimenti: www.lazioidee.it

22 Dic, 2013

Anteprima “Triangle”

Mercoledì 9 gennaio, ore 16.00
Via dell’Arco di Parma, 15

Il documentario “TRIANGLE” racconta la condizione operaia femminile, i diritti del lavoro, come aspetto fondamentale di rispetto della dignità della persona umana.

Operaie tessili nel 1911. Operaie tessili nel 2011. L’incendio della Triangle Waist Company a New York, il crollo di una palazzina che ospitava un maglificio fantasma a Barletta: storie che vanno ben oltre le zone geografiche in cui sono avvenute, diventando racconto emblematico di una condizione senza confini anche temporali.

Il filo che lega le donne operaie protagoniste del documentario, da ieri ad oggi, è la necessità  di non tacere, di dare la propria voce a quella di altre mille voci silenziose, per non dimenticare, per continuare costantemente dappertutto a  vigilare.

Nel documentario sono stati utilizzati materiali d’archivio reperiti presso Cornell University  che è titolare del Memorial che ha rintracciato e custodisce tutti i materiali d’archivio esistenti: audio e video, fotografie, testimonianze scritte, ritagli stampa, ivi compresa la ricostruzione dei nomi e le storie delle immigrate italiane che lavoravano nella fabbrica tessile, e che vi trovarono la morte. Sono stati consultati i inoltre il Critical Past (Usa), NARA (USA), Istituto Luce (IT), Cineteca del Friuli (IT), Fondazione dell’Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico (IT), RAI TECHE (IT), Foto Calvaruso (IT), Foto Rudy (IT). Il film  è riconosciuto d’interesse culturale dal MIBAC.

TRIANGLE è una produzione Factory Film e DocLab con la coproduzione di RAI Cinema e di Istituto Luce Cinecittà, con il sostegno del MIBAC Direzione Generale del Cinema, con il sostegno di Apulia Film Commission, con il contributo di INAIL e di UDI, con la collaborazione della Fondazione dell’Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico.

Regia di Costanza Quatriglio
Soggetto di Nella Condorelli e Costanza Quatriglio
Montaggio di Letizia Caudullo
Fotografia di Vincenzo Condorelli (AIC)
Musiche di Teo Theardo
Produttori esecutivi Marco Visalberghi e Nella Condorelli

02 Dic, 2013

Parla con lei

Mercoledì 18 dicembre, ore 16.30
Sala Consiliare Municipio VIII
Via Benedetto Croce, 50 – Roma

Presentazione pubblica dello sportello
Lavoro, formazione, mediazione, seminari, incontri al femminile

Parla con lei

18 Ott, 2013

Una storia di non ordinaria onestà

Ci sono anche storie buone, storie di persone perbene, storie dove non si viene sfruttati o licenziati o sottoposti a mobbing. Storie di editoria.  Storie come quelle di A, che sta per amica (cara). Lei me l’ha raccontata, io le ho chiesto di scriverla per condividerla. Tutta vostra.

Ero al sesto mese di gravidanza quando fui chiamata per un colloquio dal mio attuale datore di lavoro, un piccolo editore di cui non farò il nome. Le mie amiche mi avevano consigliato di camuffare la pancia (“potresti semplicemente essere una ragazza in sovrappeso”, mi avevano detto), perché altrimenti mi avrebbero chiuso la porta in faccia prima ancora di farmi accomodare.

Mi presentai a quel colloquio con una maglia fucsia, stile Barbapapà. Il colloquio durò il giusto necessario, e si concluse con un “Siamo interessati. Le faremo sapere”.

Passavano le settimane, continuavano i colloqui da altre parti, ma quel “Le faremo sapere” sembrava non avere un seguito. Alla fine, una email: “Sto cercando di organizzare un incontro con il mio socio e con l’editor, così da vederci tutti insieme”.
Passarono altre settimane, e alla fine l’incontro fu fissato. Ricordo ancora quel pomeriggio. Mi ero ritrovata davanti a due giovani editori e a una navigata editor. Mi avevano riempita di domande, com’era giusto che fosse. Avevano già un ufficio stampa, ma volevano investire sulla promozione aggiungendone un altro. Dopo un’oretta circa, ci eravamo salutati. Uno dei due mi aveva dato appuntamento la settimana successiva per “definire il tutto”.

Era stato allora che, spaesata, gli avevo indicato il mio pancione. Lui aveva sorriso e mi aveva chiesto quando andassi in maternità. Gli avevo detto che da fine maggio a fine ottobre mi sarei dedicata al bambino che stava per nascere ma che comunque avrei potuto iniziare a prendere confidenza con le nuove pubblicazioni. “Perfetto – mi aveva detto – facciamo partire il contratto da novembre”. Io, ai tempi, lavoravo per un editore da cui stavo scappando a gambe levate, per cui avrei potuto fare le cose con comodo. E così fu.

La settimana successiva, come da accordi, uno dei due editori prese un foglio di carta intestata della casa editrice – che ancora conservo – su cui scrisse che mi incaricava di seguire il loro ufficio stampa a partire dal mese di novembre di quell’anno, per un minimo di due anni.

Il 4 novembre di due anni fa, i suddetti giovani editori stipularono con me un contratto a tempo determinato come ufficio stampa part time. Il livello e la retribuzione che mi venivano riconosciuti mi stupirono: non mi stavano sottopagando e non mi stavano sfruttando. Mi riconoscevano esattamente quanto un ufficio stampa con esperienza dovrebbe – in teoria – vedersi riconosciuto in busta paga. Pensai che era troppo bello per essere vero. Mi sbagliavo: era tutto verissimo.

Oggi, due anni dopo l’inizio della mia collaborazione con quella piccola casa editrice, mi ritrovo incinta di una gravidanza a rischio. Sono stata costretta a un mese di riposo forzato a letto e a un ricovero ospedaliero. Ah, dimenticavo: il tutto quando sono in scadenza del secondo contratto a tempo determinato. Sono sincera: non ho dubitato nemmeno un attimo che non mi avrebbero rinnovata, ma ho pensato che magari, viste le mie condizioni, avrebbero preso tempo facendo slittare il rinnovo, così da poter stipulare un nuovo determinato. Siamo così abituati a questi trucchetti, che sembra anormale il contrario.

Invece, qualche giorno fa, gli editori dissero che “la mozzarellina era in scadenza e che non avrebbero più apposto alcuna data sopra la confezione” (indossavo una maglia bianca e in casa editrice dissero che sembravo un’ovolina di bufala). “Certo – disse uno di loro – che pizza, ci tocca sopportarti a vita così!”. Tradotto, contratto a tempo indeterminato. Il mio primo contratto a tempo indeterminato dopo anni di contratti a progetto, collaborazioni occasionali e accordi alla volemose bene.
E no, non stiamo parlando di un medio editore. Stiamo parlando di una piccola casa editrice indipendente con una ventina di titoli l’anno. Lì dentro sono tutti assunti, tutte donne, eccezion fatta per i due editori e un collega.

Quando mi capita di chiacchierare con altre colleghe uffici stampa mi dicono che è impossibile che non ci sia la fregatura sotto. No, la fregatura non c’è. È soltanto una storia di non ordinaria onestà.

Loredana Lipperini

16 Lug, 2013

Serve un nuovo piano per l’occupazione femminile

I dati forniti oggi da Cgil sono spaventosi: rendono chiaro il quadro su come questa Regione sia in sofferenza. La crisi economica nell’ambito dell’occupazione femminile, soprattutto se giovani, ha enormemente accentuato le differenze di genere. In sei anni il tasso nel Lazio è aumentato del 4%. Inoltre, diminuiscono i posti di lavoro qualificato mentre aumenta quello povero, precario, discontinuo. Per rilanciare il Lazio occorre affiancare al piano di sviluppo un nuovo piano di occupazione femminile.

Dobbiamo agire sul sistema della formazione, che sia alta e accessibile, della certificazione delle qualifiche e sul facile accesso all’Università. E’ necessario individuare percorsi per combattere la precarietà e offrire nuove opportunità. Impegnarci per estendere le tutele, rendere la maternità un diritto universale esigibile per tutte. Inventarci un nuovo Welfare che faccia della cura delle persone un nuovo volano di sviluppo.

E’ necessario lavorare perché il part time sia una scelta non una costrizione. Perché le opportunità tra uomini e donne davvero possano essere ‘pari’ e le lavoratrici siano finalmente protagoniste del mondo del lavoro, non sentendosi mai più oscurate da figure maschili. Tutto questo  attraverso dei piani di occupazione mirati, da modellare insieme alle organizzazioni sindacali e alle parti sociali tutte. Sono convinta che la Giunta di Zingaretti saprà lavorare in questa direzione.