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27 Dic, 2017

La Costituzione compie 70 anni. Scegliamo sempre da che parte stare.

Oggi la nostra bellissima #Costituzione compie 70 anni.

L’originale è stropicciata, un po’ come questa della foto. A differenza di quella però non è malandata per il troppo uso, ma per il troppo poco.

Oggi che è il suo compleanno ricordiamoci che la Costituzione va rispettata, attuata, incarnata. Ogni giorno, prima di ogni scelta.

Diceva Teresa Mattei, venticinquenne madre costituente: “La cosa più importante della nostra vita è scegliere da che parte stare”.

Ecco, la Costituzione è per me la bussola lungo il cammino.

04 Dic, 2017

Di un Brignoli avremmo bisogno!

Rubrica n.12 su #RadioPopolare

4 dicembre 2017: è passato un anno da quel referendum costituzionale in cui una valanga ha travolto la riforma di #Renzi. Quest’ultimo ha preferito attaccarsi al 40% dei sì anziché analizzare profondamente le ragioni di quel 60% di no, e ieri a Roma si è vista una delle conseguenze della sua spocchia.

Davanti ai 5000 dell’Atlantico, Grasso è stato acclamato leader della nuova cosa (o lista) a #sinistra. Per questo progetto porto massimo rispetto, però due limiti in controluce vorrei sottolinearli. Perché serve a tutti e non per puntare il dito. Quelle foto “solo maschi” (Liberi e Uguali, nome proprio maschile plurale – copyright Daniela Preziosi) e l’industrialismo che scivola tra gli interventi, tradiscono ancora una volta la mancata connessione con il futuro della democrazia e con quello del Pianeta.

Sull’articolo 3 della #Costituzione tutti convintamente d’accordo. Non a caso credo è stato il filo comune di tutti gli interventi ieri anche all’assemblea dei sindaci di #ItaliainComune.

Il 9 dicembre poi si manifesta a Como, contro il #fascismo. “E’ stata una leggerezza” dice il carabiniere della bandiera del Reich appesa in caserma a Firenze. Leggero sembra ormai il nostro approccio alla materia… come scrive Paolo Di Paolo oggi: il fascismo consapevole poggia su un sempre più diffuso fascismo inconsapevole e senza nome.

Infine, io voto #Brignoli!
Il portiere che da piccolo voleva diventare Pantani e che ieri ha consegnato al Benevento il suo primo punto in campionato segnando un goal di testa all’ultimo minuto di recupero.
L’ho capito dagli occhi di Rocco che brillavano mentre mi faceva vedere e rivedere l’azione che ieri quel ragazzo ha fatto sognare un sacco di persone con quel guizzo.

Ecco, di un Brignoli avremmo bisogno.
O una.

Ps la mia rubrica su www.radiopopolare.it torna come sempre lunedì prossimo alle 7.50 circa.

Qui potete riascoltare il podcast http://www.radiopopolare.it/podcast/il-demone-del-tardi-copertina-di-lun-0412/

18 Mag, 2016

Il referendum e la guerra dei due mondi

Stefano Folli, La Repubblica

Mancano cinque mesi al referendum costituzionale e i toni della campagna elettorale sono già molto acuti. Al punto che vien da domandarsi cosa accadrà in settembre, quando saremo quasi a ridosso del voto.
Di solito gli argomenti più forti e polemici si conservano per il gran finale propagandistico. Stavolta vengono già sparati nell’aria come missili letali.

10 Mag, 2016

Onida: “Il combinato con l’Italicum aumenta i poteri del premier”

Francesco Maesano, La Stampa

C’è anche la sua firma in calce all’appello dei 56 costituzionalisti che ad aprile hanno scritto contro la riforma che definiscono una “potenziale fonte di nuove disfunzioni nel sistema istituzionale”. Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale, è tra coloro che Renzi ha chiamato in causa durante la direzione PD di ieri definendoli “archeologi travestiti da costituzionalisti”.

05 Mag, 2016

Zagrebelsky: “La ‘riforma’ è un abito nuovo per coprire vecchie vergogne”

Silvia Truzzi, Il Fatto Quotidiano

“Oggi si fa politica per ottenere l’immunità. Massoneria affaristica, lobby e finanza: il malaffare crea un ordinamento che convive con quello legale. Ma è illusorio credere invece che si possa sconfiggere tutto questo solo con il processo penale, per batterlo serve invece più democrazia. A differenza di Napolitano, penso che nuovo Senato e Italicum siano un progetto per separare la politica dai cittadini e darla a chi sta in alto”.

17 Apr, 2014

Una questione democratica

Martedì 29 aprile, ore 16.30
Teatro Eliseo – Roma

Martedì 29 aprile a Roma, al Teatro Eliseo, con inizio alle ore 16,30, manifestazione pubblica dell’ANPI sul progetto di riforma costituzionale ed elettorale all’esame del Parlamento.

Aprirà ELENA DE ROSA, giovane iscritta all’ANPI, sul tema: “i giovani e le riforme”. Interverranno, in ordine: CARLO SMURAGLIA, PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ANPI E I COSTITUZIONALISTI, LORENZA CARLASSARE, STEFANO RODOTA’, GIANNI FERRARA.

L’iniziativa vuole lanciare l’allarme contro un progetto che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l’ANPI considera intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali.

anpi_29aprile

 

 

Pubblichiamo qui di seguito il documento-manifesto del 29 aprile approvato dal Comitato nazionale dell’Anpi.

 

Il Comitato nazionale dell’ANPI rileva che:

– l’indirizzo che si sta assumendo nella politica governativa in tema di riforme e di politica istituzionale non appare corrispondente a quella che dovrebbe essere la normalità democratica;

– si sta privilegiando il tema della governabilità (pur rilevante) rispetto a quello della rappresentanza (che è di fondamentale e imprescindibile importanza);

– si continua nel cammino – anomalo – già intrapreso da tempo, per cui è il Governo che assume l’iniziativa in tema di riforme costituzionali e pretende di dettare indirizzi e tempi al Parlamento;

– un rinnovamento della politica e delle istituzioni è essenziale per il nostro Paese, come già rilevato nel documento dell’ANPI del 12 marzo 2014;

– sono certamente necessari aggiustamenti anche del sistema parlamentare, così come definito dalla Costituzione, rispettando peraltro non solo la linea fondamentale perseguita dal legislatore costituente, ma anche le esigenze di centralità del Parlamento, della rappresentanza dei cittadini, del controllo sull’attività dell’Esecutivo, delle aziende e degli enti pubblici, in ogni loro forma e manifestazione;

– in questo contesto, è giusto superare innanzitutto il cosiddetto bicameralismo “perfetto”, fondato su un identico lavoro delle due Camere e quindi, alla lunga, foriero anche di lungaggini e difficoltà del procedimento legislativo; ma occorre farlo mantenendo appieno la sovranità popolare, così come espressa fin dall’art. 1 della Costituzione e garantendo una rappresentanza vera ed effettiva dei cittadini, nelle forme più dirette;

– il Senato, dunque, non va “abolito”, così come non va eliminata l’elezione da parte dei cittadini della parte maggiore dei suoi componenti; possono essere individuate anche forme di rappresentanza di altri interessi, nel Senato, come quelli delle autonomie locali, della cultura, dei saperi, della scienza; ma in forme tali da non alterare il delicato equilibrio delle funzioni e della rappresentanza;

– la maggior parte dell’attività legislativa può ben essere assegnata alla Camera, così come il voto di fiducia al Governo; ma individuando nel contempo forme di partecipazione e tipi di intervento da parte del Senato, così come previsto in molti dei modelli già esistenti in altri Paesi;

– in nessun modo il Senato può essere escluso da alcune leggi di carattere istituzionale, nonché dalla partecipazione alla formazione del bilancio, che è lo strumento fondamentale e politico dell’azione istituzionale e dei suoi indirizzi anche con riferimento alle attività di Autonomia e Regioni;

– tutto questo può essere realizzato agevolmente, anche con una consistente riduzione di spese, non solo unificando la gran parte dei servizi delle due Camere, ma anche riducendo il numero dei parlamentari, sia della Camera che del Senato, vista l’opportunità offerta dalla differenziazione delle funzioni;

– bisogna anche dire che concentrare tutti i poteri su una sola Camera, per di più composta anche col premio di maggioranza, lasciando altri compiti minori ad un organismo non elettivo, con una composizione spuria e fortemente discutibile ed obiettivi e funzioni altrettanto oscure, non appare rispondente affatto al disegno costituzionale, dotato di una sua intima coerenza proprio perché fatto di poteri e contropoteri e di equilibri estremamente delicati; un disegno che in qualche aspetto può – e deve – essere aggiornato, ma non fino al punto di stravolgere quello originario.

Queste sembrano, all’ANPI, le linee fondamentali di un cambiamento democratico delle istituzioni, che esalti il ruolo del Parlamento, rafforzi la rappresentanza dei cittadini in tutte le sue espressioni, ed assegni ad ognuna di esse il ruolo che le compete secondo gli orientamenti generali della Carta Costituzionale e le esigenze della democrazia, da perseguire con economicità di spesa ed efficienza dei risultati.

Appare, altresì, pacifico che deve essere riformato il titolo V della Costituzione, procedendo ad una più razionale ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, che elimini ragioni di conflitto e consenta agli organi centrali dello Stato di esprimere una legislazione di pieno indirizzo su materie fondamentali per tutto il territorio; definisca compiutamente e definitivamente il ruolo delle Regioni, a loro volta bisognose di riforme sulla base dell’esperienza realizzata dal 1970 ad oggi, che spesso le ha viste diventare altri organismi di centralizzazione dei poteri e le riconduca a funzioni di indirizzo e controllo e non di gestione; nonché precisi in modo conclusivo tutta la materia delle Province e degli enti intermedi, finora risolta con provvedimenti parziali che non sembrano corrispondere ad esigenze di effettiva razionalità e di contenimento delle spese.

Tutto questo richiederà tempi più adeguati, escluderà la fretta, rispondente, piuttosto che ad esigenze razionali, ad altro tipo di logiche; ma dovrà essere affrontato senza tergiversazioni e senza inopinati stravolgimenti dei metodi e degli stessi contenuti. Se è giusto porre rimedio ad alcune incongruenze strutturali rivelate dall’esperienza, l’obiettivo deve essere quello di farlo con saggezza e ponderazione, ed anche con le competenze necessarie, sempre preferibili alla improvvisazione ed all’incoerenza di una fretta dettata da ragioni molto lontane dal rispetto con cui si devono affrontare serie riforme costituzionali.

Ci sono, sul tappeto, diverse proposte; altre sono fornite dall’esperienza giuridica e politica di altri Paesi; le si esamini senza pregiudizi e insofferenze ed ascoltando pareri e proposte che possono contribuire al miglior esito delle riforme.

E si approfitta dell’occasione per un ripensamento della legge elettorale, che così come approvata da un ramo del Parlamento, non risponde alle esigenze di una vera rappresentanza e di democrazia e soprattutto contraddice, oltre alle attese di gran parte dei cittadini, le stesse indicazioni della Corte Costituzionale.

Infine, l’occasione non appare idonea per raccogliere l’antica esigenza, manifestata da altri Governi e sempre respinta, di un rafforzamento dell’esecutivo e del suo Presidente, che vada a scapito della funzione e del ruolo del Parlamento, al quale il Governo può indicare priorità, come è suo diritto, ma non imporre scadenze e calendari privilegiati rispetto a qualunque autonoma iniziativa del Parlamento.

Su tutti questi temi, l’ANPI è pronta a discutere e confrontarsi, ma prima di ogni altra cosa, intende informare i cittadini, perché sappiano qual è la reale posta in gioco e capiscano che questa Associazione, che si rifà a valori fondamentali e in essi trova la sua forza e la sua autorevolezza, intende esercitare non solo la sua funzione critica, ma anche la sua capacità propositiva, nel rispetto assoluto del suo ruolo e della sua autonomia.

Quando si tratta di difendere valori che si richiamano alla Costituzione ed alla democrazia, oltreché ai diritti di fondo in cui si esprime la sovranità popolare, l’ANPI non può che essere in campo, non per conservare, ma per innovare, restando però sempre ancorata ai valori ed ai princìpi della Costituzione.

Questa non è l’ora della obbedienza ai diktat, ma è quella della mobilitazione, a cui chiamiamo tutti i cittadini, per fare ciò che occorre con la dovuta ponderazione e col rispetto e la salvaguardia degli interessi fondamentali dei cittadini, che certo aspirano ad un rinnovamento, ma in un contesto equilibrato e democratico, corrispondente alle linee coerenti e chiaramente definite dalla Costituzione repubblicana.

 

 

12 Ott, 2013

Una gioia vedere Piazza del popolo piena

Una vera gioia vedere piazza del Popolo piena di donne e di uomini arrivati a Roma da tutta Italia per difendere la nostra Costituzione. Lavoro, diritti, scuola, pace, giustizia, ambiente, futuro e quel pensiero continuo e assillante negli slogan e nelle parole di tutti per i morti di Lampedusa, e quindi per l’abolizione della Bossi-Fini.

Nella piazza di oggi c’è tutto ciò che deve guidare la nostra attività fuori, ma ancor prima dentro le istituzioni. Questo è ciò che dobbiamo fare. Non occorre cambiare la Costituzione, occorre cambiare il Paese nel segno dei principi della nostra Carta costituzionale. Faccio mio lo slogan pronunciato dal palco da Gustavo Zagrebelsky ‘andiamo avanti, non ci faremo spiaggiare’. Nella piazza ‘la via maestra’ ho visto le energie per farcela.

11 Ott, 2013

Costituzione: domani sarò in piazza per sostenere la via maestra del nostro Paese

Sarò in piazza domani  e sono convinta mi troverò insieme ad una moltitudine di donne e uomini,  per sostenere la difesa e l’applicazione della Costituzione. Condivido a pieno le preoccupazione rilanciate da Don Ciotti, Stefano Rodotà, Maurizio Landini e tanti altri, contro alcun tipo di revisione costituzionale, come quelle allo studio in questi mesi.

“Costituzione: la via maestra” è  anche il mio slogan contro ogni progetto di  revisione costituzionale che possa indebolire l’ossatura del nostro sistema democratico. Nella nostra Carta costituzionale c’è scritto già tutto – dalla difesa del lavoro, all’uguaglianza tra uomini e donne,  all’accesso all’educazione. Credo che lo sforzo più grande vada fatto nel rendere pieni di significato concreto i 139 articoli, e non nel riformarli in modo blando.