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07 Apr, 2014

Austerity e politiche sanitarie: partito percorso comune con le associazioni

E’ partito dalla Commissione politiche sociali del Consiglio Regionale un percorso comune di analisi e prospettive che ha coinvolto Amref, Ipasvi, FNOMCEO questa mattina per la prima volta raccolti intorno ad un tavolo a discutere di austerity, politiche sanitarie e futuro della cooperazione internazionale.

Una mattinata di confronto davvero unica che ci ha dato la possibilità di allargare lo sguardo a una visione futura della sanità regionale, impegnati come siamo quotidianamente a far uscire la Regione Lazio dalle “secche” in cui l’ha condotta una cattiva gestione passata nonché un Piano di rientro che ha già lasciato nel Lazio troppi segni negativi, a partire da quelli prodotti dai tagli lineari. Non può sfuggirci che la soluzione può arrivare solo attraverso una lettura “glocale” in grado cioè di leggere le criticità locali attraverso la lente della globalizzazione.

E in sanità questa è una verità inconfutabile come pure hanno ribadito molti degli interventi di oggi. Non si possono applicare tagli lineari senza avere la misura di quelli che saranno gli effetti economici e sociali provocati da quei tagli. E questo vale soprattutto per la cooperazione internazionale, con investimenti e interventi sempre più ridotti. Il piano di rientro nel Lazio ha di fatto ridotto la qualità dei servizi, e le prospettive lavorative del personale. Dal 2006 ci sono state 500 nuove assunzioni a fronte di 6500 interruzioni di rapporti di lavoro.

Da qui stiamo tentando di ripartire anche con tematiche che ci portano con lo sguardo lontano, consapevoli che la soluzione della crisi non può essere circoscritta nei nostri confini. Per questo ci impegniamo a proseguire il lavoro iniziato oggi, convocando le realtà coinvolte in atti formali come le audizioni.

L’impegno è anche quello di arrivare ad una mozione che sappia raccogliere le voci degli operatori della cooperazione, dei medici e degli infermieri per portarle in Consiglio Regionale, alla luce delle raccomandazioni che ci arrivano anche dall’Europa nonché dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.